Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
BERNARDESCHI Incanta Firenze e accende l’Europa
«Abbiamo giocato una prima parte di stagione da 8»
Il ragazzo gioca bene. No, benissimo. E piace da impazzire. Il ragazzo che gioca bene è Federico Bernardeschi, l'enfant prodige della Fiorentina. Paulo Sousa lo sta aiutando a diventare un calciatore di valore assoluto, i tifosi viola se lo coccolano, la società si prepara a proteggerlo dagli attacchi concentrici di mezza Europa: s'era parlato dell'interesse del Barcellona per il 21enne nativo di Carrara, poi da un paio di giorni il Bayern ha ufficializzato Ancelotti per la prossima stagione e l'allenatore emiliano ha subito messo Bernardeschi in cima alla lista delle preferenze. Così tanto per gradire. Ma è tutto normale, tutto scontato se nel gruppo hai un prospetto di fenomeno: la Fiorentina si dovrà attrezzerà per resistere, per respingere le offerte. Normali anche queste.
FIORE DA OTTO. Il ragazzo gioca benissimo, però lui pensa solo alla causa comune. «Sì oggi (ieri, ndr) ho fatto una buona partita, come l'ha fatta ovviamente la Fiorentina e quello conta. Dobbiamo continuare così. Intanto, godiamoci questa vittoria che arriva prima della sosta ed è importante appunto perché ci permette di trascorrere le vacanze nel modo giusto e al rientro ci proietteremo subito sulla ripresa del campionato». Giova insistere sulla prestazione da autentico mattatore: il palcoscenico se l'è preso Bernardeschi nonostante le firme sul 2-0 siano state di Kalinic e Ilicic, non a caso con la partecipazione del biondino nato all'ombra delle Apuane. «Cerco sempre di dare il meglio di me stesso per la squadra». Idee chiare, concetti chiari: prima viene la Fiorentina, quindi il singolo. Federico non si sposta di una virgola. «Difatti assegno un bell'8 pieno alla mia Fiorentina per questa fase della stagione». Capito? Mia Fiorentina. Musica per i tifosi, musica per i dirigenti: Della Valle troverà comunque un alleato nella battaglia che lo aspetta. Il più importante.
RISCATTO E SOGNO. Due assist, una corsa che definire travolgente è poco, tocchi illuminanti e mai banali, velocità di testa e di piede: Federico Bernardeschi ieri è stato questo e molto altro. Logico che stia diventando uno dei beniamini preferiti del Franchi: conquista la sua freschezza, intriga la sua capacità di saper essere nel posto giusto al momento giusto, entusiasma la sua facilità di trattare il pallone. Eppure per lui conta la Fiorentina e basta, anche se i complimenti gli fanno piacere: modesto e concreto sì, insensibile no. Il resto dell'analisi è un inno alla lucidità. «La vittoria contro il Chievo è utile per mantenere la posizione di classifica, però è servita pure per dimenticare il brutto scivolone in Coppa Italia: avevamo il dovere di
Lui il trascinatore della vittoria contro il Chievo Ha dimostrato grande personalità E ora con l’arrivo di Ancelotti anche il Bayern lo segue «Godiamoci questo bel momento»
riscattare l'eliminazione e direi che ci siamo riusciti al culmine di una partita che abbiamo portato dalla nostra parte durante i 45 minuti iniziali, mentre nella ripresa ci siamo limitati a gestire il doppio vantaggio». Si diceva dei complimenti: glieli fanno tutti e non è un mistero, quasi come conseguenza diretta, che non da oggi Bernardeschi sia nel mirino del commissario tecnico Antonio Conte. «Le attenzioni fano piacere, ma davvero adesso penso soltanto a fare bene con la Fiorentina e con la Under 21». Figurarsi se uno gli pronostica una possibile convocazione per gli Europei. «Sarebbe un sogno , ma la strada è lunghissima».
ASTORI FELICE. La chiosa a questi quattro mesi di Fiorentina ad un passo dal Natale ce la mette Davide Astori, uno non meno determinante dentro al gruppo viola e non meno bravo a ritagliarsi un ruolo da protagonista. «Successo che ci voleva, altrimenti un risultato diverso in vista della sosta forse avrebbe sminuito la portata di quanto fatto finora e ci avrebbe creato qualche insicurezza». Applausi alla squadra viola, applausi ad Astori. «Sono contento. La Fiorentina ha puntato su di me e l'allenatore mi ha dato fiducia: i frutti si vedono».