Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Spal, vittoria e fuga suo il titolo d’inverno
Battuto il Teramo con due gol segnati in 5’ Semplici allunga il vantaggio in classifica
SPAL (5-3-2): Branduani 6; Lazzari 6,5 Cottafava 6 Gasparetto 7 Giani 6 Mora 6,5; Spighi 6,5 (39' st De Vitis sv) Castagnetti 6,5 Di Quinzio 7 (43' st Bellemo sv); Zigoni 6 Finotto 7,5. A disp.: Contini, Beghetto, Capezzani, Ceccaroni, Cellini, Ferri, Posocco, Silvestri. All.: Semplici. TERAMO (3-5-2): Tonti 6; Caidi 6 (32' st D'Orazio 6) Speranza 5,5 Perrotta 5,5; Scipioni 6 Di Paolantonio 6 Amadio 6 Cenciarelli 6 Cecchini 5,5 (8' st Petrella 6); Moreo 5,5 Le Noci 5 (8' st Da Silva 6). A disp.: Narduzzo, Altobello, Vitturini, Brugaletta, Loreti, Palma, Paolucci, Monni. All.: Vivarini. Arbitro: Baroni di Firenze. Guardalinee: Semperboni e Bresmes. Marcatori: 15' pt Di Quinzio, 20' pt Gasparetto. Note: spettatori 3.431, di cui 1.720 abbonati (incasso non comunicato). Osservato 1’ di silenzio in ricordo di Bruno Tilli, a lungo medico sociale della Spal. Angoli 7-4 per la Spal. Recupero, 1' pt, 3' st. Si era evidentemente stufata la Spal di sentirsi dire che il momento non era granché per le tre rimonte subite nelle ultime quattro partite e perché Maceratese e Pisa stavano lì in agguato. Stavolta gli spallini, in testa dalla prima giornata, hanno fatto la voce grossa mentre gli altri non reggono il passo, tanto che col 2-0 sul Teramo, a fronte dei pareggi delle rivali, è arrivato anche il titolo di campione d'inverno con una giornata d'anticipo chiudendo il 2015 nel migliore dei modi. Per ottenere la sesta vittoria nelle nove gare interne è bastato arrivare al quarto d'ora con due gol in una manciata di minuti e arrivederci a tutti. Gli abruzzesi, al quarto ko nelle ultime sei giornate e battuti in trasferta sette volte su nove viaggi, si sono persi e quando si sono un po' ritrovati nella ripresa è calata paurosamente la nebbia mentre la Spal ha fatto il tiro al bersaglio prendendo pure due traverse con altre occasioni per arrotondare. E' festa al Mazza dove alla fine non si vede quasi nulla ma si fanno sentire i tifosi, coi cori per Semplici in odore di rinnovo del contratto, che salutano il ritorno al successo casalingo che mancava da 41 giorni.
COLPI RAVVICINATI. Il tremendo uno-due dei ferraresi ha stordito il Teramo, dal portiere Tonti all'intera difesa messa sotto scacco. Di Quinzio s'è preso una punizione da una ventina di metri e ha mandato la palla sopra la barriera per finire alla destra del portiere, poi lo stesso Di Quinzio dall'angolo sulla destra ha pescato sotto porta Gasparetto che ha sovrastato Tonti (gli abruzzesi hanno chiesto il fallo sul portiere). La forza della Spal si è sprigionata in questi due episodi e in una condotta di gara di grande sostanza senza concedere all'avversario la minima opportunità. Poca roba il primo tiro in porta degli abruzzesi al 37' con Moreo di testa e la facile parata di Branduani. Un po' più pericolosi i tentativi fuori di poco di Moreo e Di Paolantonio in zona riposo.
La nebbia ha messo i brividi agli spallini più di quanto non sia riuscito a fare il Teramo che si è mosso con maggiore intraprendenza e vivacità ma senza trovare il modo di impensierire particolarmente Branduani. Finotto invece si è preso la scena con una serie di affondi e giocate. La traversa gli ha negato il gol al 31' dopo
Daniele Gasparetto, 27 anni, difensore e capitano della Spal
che ne aveva presa una Gasparetto di testa all'11' sull'angolo che Di Quinzio ha calciato benissimo. Tonti ha evitato un passivo più pesante opponendosi a Castagnetti (10') e Finotto (15') che al 20' ha trovato Caidi al salvataggio sulla linea. Al Teramo è rimasto qualche spunto di Petrella (23' e 30') e Da Silva su punizione (25') con la Spal sempre sicura di sè.
NOVANTUNESIMO. Il presidente
Walter Mattioli brinda al titolo d'inverno e applaude Semplici: «Doppia felicità perché ci tenevamo a chiudere l'anno in questo modo e i risultati degli altri campi hanno fatto il resto». Il tecnico spallino rende omaggio alla curva: «Se nella ripresa abbiamo continuato a spingere è anche perché attaccavamo sotto i nostri tifosi che ci hanno sostenuto dall'inizio alla fine. E' bello chiudere l'anno così». LUPA ROMA (4-3-1-2): Mangiapelo 7; Sfanò 6,5 Fabbro 6,5 Daffara 6 Pasqualoni 7; D'Agostino 6,5 (26' st Quadri 6) Malaccari 6 Cristiano 6; Cerrai 6 (39' st Santarelli sv): Tajarol 6 (36' st Ricci sv); Leccese 6,5. A disp.: Gianfriglia, Silvagni, Losi, Tulli, Del Vecchio, Ippoliti, Faccini. All.: Maurizi. PISA (3-5-2): Brunelli 6; Rozzio 6 Crescenzi 6 Fautano sv (20' pt Polverini 6); Culobovic 6,5 (26' st Peralta 6) Verra 6 (19' st Cani 6); Ricci 6,5 Sansevarino 6 Mannini 6,5; Montella 7.Varela 6,5 A disp.: Bacci, Dicuonzo, Starita, Provenzano, Frugoli, Forgacs, Lupoli, Giacobbe All.: Gattuso. Arbitro: Camplone di Pescara. Guardalinee: Pepe e Guddo Marcatori: 44' pt Pasqualoni (LR), 45' st Montella (P). Ammoniti: Pasqualoni, (LR), Leccese (LR), Spanò (LR), Daffara (LR), Cristiano (LR), D'Agostino (LR), Malaccari (LR), Polverini (P), Gulubovic (P). Note: allontanato al 43' st il tecnico Maurizi (LR) per proteste. Spettatori 110 compreso abbonati. Angoli 5-2 per la Lupa Roma. Rec.: pt 2’, st 4’. Proprio sul più bello, l'apriliano Antonio Montella guasta la festa alla Lupa Roma, e sotto l'albero di natale fa trovare un punto prezioso al suo Pisa. La Lupa avrebbe meritato il successo senza dubbio, ha tenuto testa alla squadra toscana ribattendo colpo su colpo con un pressing asfissiante. Peccato che Maurizi non possieda attaccanti di peso, che sappiano concretizzare. Il Pisa è squadra ben messa in campo da Gattuso con due attaccanti, Varela e Montella, bravi a confezionare la palla del pareggio.
Ci sono stati cinque minuti di fuoco per i nerazzurri ma hanno trovato sulla loro strada un superlativo Mangiapelo a negare il gol del vantaggio. Si vede che a Montella l'aria di casa fa bene. Dal fischio d'inizio la squadra di Maurizi si riversa nell'area pisana. Al 6' Malaccari, dal limite, impegna Brunelli che con i pugni devia la palla in angolo. Dalla bandierina batte D’Agostino, si appropria della palla ancora Malaccari che impegna il portiere toscano. Al 13' si fa vedere il Pisa su tiro cross di Varela, Montella prende il controllo della sfera ma si fa anticipare da un difensore. Si addormenta la partita fino al 32' quando inizia lo show del portiere Mangiapelo: Golubovic serve Varela che tira angolato, ma Mangiapelo si distende sulla sua destra e con la punta delle dita nega il gol. Un minuto dopo, su colpo di testa di Montella il "portierone lupacchiotto" vola fin sotto l'incrocio dei pali e devia in corner. Il Pisa sembra avere in pugno la partita. Al 35' ancora lo scatenato Montella su assist di Varela si invola in area ma al momento di concludere scivola sprecando il gol.
Reagisce subito la Lupa allo scampato pericolo e come spesso capita, lo fa passando in vantaggio come suggerisce il più classico dei proverbi calcistici applicato nella fattispecie al Pisa: gol sbagliato e gol subìto. Leccese serve Pasqualoni che si invola, entra in area e fa secco in uscita Brunelli.
SECONDO TEMPO. Nella ripresa, sotto la spinta del suo allenatore Gattuso, il Pisa si lancia a caccia del pareggio ma la Lupa Roma, con molta organizzazione e con un pressing asfissiante blocca sul nascere tutte le azioni dei nerazzurri toscani. Due palle gol soltanto restano nel carniere, e la seconda decide la rimonta pisana: al 27' Tajarol con un velenoso tiro cross per poco non sorprende Brunelli e al 45', in piena zona cesarini Varela verticalizza per Montella, Fabbro e compagni si fanno infilare dal bomber pisano che in uscita batte Mangiapelo proprio quando la vittoria era in pugno. Tutti corrono ad abbracciare Gattuso e la partita termina in un pareggio che sta stretto a questa Lupa.