Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

EMPOLI Fabbrica di idee, calcio e allenatori

Toscani mai così bene come con Giampaolo

- Di Alberto Polverosi

A Empoli succedono delle cose fantastich­e, calcistica­mente meraviglio­se, umanamente uniche. Un ragazzino albanese, con un padre arrivato in Italia su un barcone da Durazzo, diventa uno dei migliori terzini del campionato e va al Napoli per 5 milioni di euro. Si chiama Hysaj. Un allenatore esonerato in diverse città d’Italia, che ha appena sfiorato la B, quando è ormai vicino ai 60 anni diventa il miglior tecnico (come gioco) della Serie A e pure lui va al Napoli a lottare per lo scudetto. Si chiama Sarri. Un regista che in B nessuno se lo filava arriva a Empoli, sale in A, debutta in Nazionale e, tanto per cambiare, va al Napoli per 6 milioni. Si chiama Valdifiori.

Un ragazzo dal carattere non troppo espansivo gioca (anzi, non gioca) nel Milan, decide di tornare a Empoli perché ha bisogno di calore e diventa il miglior trequartis­ta italiano. Si chiama Saponara. Un vecchio attaccante, che in tanti danno per bollito, gioca un’altra stagione bellissima segnando 7 gol a due giornate dalla fine del girone d’andata, con due doppiette consecutiv­e (ps: 10 suoi gol ne valgono 20 di Icardi per come e quanto gioca per la squadra). Si chiama Maccarone. Un giovanotto che per Garcia non può avere spazio va a Empoli e si trasforma in un centrocamp­ista completo e con una tecnica sopraffina. Si chiama Paredes. Un allenatore che tutti danno per perso e depresso prende il posto di un collega che tutti consideran­o un Re Mida della panchina e fa meglio di lui giocando un calcio spettacola­re. Si chiama Giampaolo.

Ma questi sono solo capitoli di una storia più grande. La storia di una squadra che per la seconda volta consecutiv­a è la migliore espression­e calcistica del campionato se vale il rapporto economico/sportivo e che per la prima volta nei suoi quasi 100 anni di vita ha vinto 4 partite a fila in Serie A, con 8 gol segnati e 2 subiti. In Serie A, l’Empoli FC non ha mai fatto tanti punti come quest’anno. Il primo tempo di Bologna è un inno al gioco, è l’esempio migliore di un calcio coraggioso, senza preoccupaz­ioni, senza freni mentali. Nella mentalità, un calcio libero.

Se poi da questa storia separiamo gli ultimi quattro anni allora diventa una favola. Sarri, per esempio, inizia il suo triennio in Serie B, nella stagione 2012-13, con 4 punti nelle prime 9 giornate, vincendo la prima gara alla 10ª. Sentenza generale: non è un allenatore. Sentenza della società: è un ottimo allenatore e resta con noi.

E’ andata come sappiamo. Giampaolo, subito dopo. Si riparte alla fine delle tre stagioni sarriane e c’è chi pensa che nessun allenatore possa assumere l’eredità del tecnico di Figline, figuriamoc­i un ripescato dalla Lega Pro. Arriva Marco Giampaolo, perde la prima partita ufficiale in Coppa Italia in casa contro il Vicenza, perde le prime due di campionato e tutti a dire che Rugani, Vecino, Hysaj, Valdifiori e soprattutt­o Sarri non si possono sostituire. Invece, l’Empoli è lassù che splende.

Qui si tratta di scelte ben fatte, di occasioni sfruttate, di idee vincenti. C’entra Empoli, la città, e c’entra la società che da mezzo secolo sbaglia un colpo su 20. Si parla sempre dei grandi giocatori passati da queste rive dell’Arno, da Mario Bertini a Totò Di Natale, ma sono stati anche i maestri della panchina a creare grandi stagioni: Ulivieri, Riccomini, Giorgi, Guidolin, Simoni, Del Neri, Salvemini, Spalletti, Silvio Baldini nel suo momento migliore, Orrico, Malesani, fino a Sarri e Giampaolo. Qualcuno ha dato molto, qualcun altro meno, ma in questa lista non ci sono errori.

Nel solco di una storia di provincia virtuosa e unica: da Orrico a Spalletti da Baldini a Sarri

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LAPRESSE L’Empoli festeggia al Dall’Ara le quattro vittorie consecutiv­e

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