Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

L’Olimpico vuoto un caso nazionale

Olimpico senza spettatori. Prosegue il dibattito aperto dal nostro direttore Vocalelli Interviene Tavecchio presidente della Figc

- > di CARLO TAVECCHIO <

Come riportare i tifosi all’Olimpico? Il nostro direttore Vocalelli ha dato il via a un dibattito al quale chiamiamo a partecipar­e le istituzion­i sportive e romane. Dopo l’intervento di Giovanni Malagò, pubblichia­mo oggi quello del Presidente della Figc.

In un campionato bello e imprevedib­ile, dove le emozioni si rincorrono e l’equilibrio così come la qualità delle gare ci fanno ben sperare per la competitiv­ità dei nostri club in Europa, si sta acuendo una ferita che travalica i confini cittadini. Mi riferisco al processo di “desertific­azione” dello stadio Olimpico.

Bisogna trovare un compromess­o tra le esigenze di tutti: tifosi sicurezza e club

In un campionato bello e imprevedib­ile, dove le emozioni si rincorrono e l’equilibrio così come la qualità delle gare ci fanno ben sperare per la competitiv­ità dei nostri club in Europa, si sta acuendo una ferita che travalica i confini cittadini. Mi riferisco al processo di “desertific­azione” dello stadio Olimpico quando giocano Lazio e Roma: una vera e propria perdita di passione che ha svuotato uno dei templi pagani dello sport tricolore e che deprime molto più della statistica dei 10 mila tifosi di media in meno a partita rispetto alla scorsa stagione. Per il ruolo che ha sempre recitato la città di Roma, in campo con le sue due squadre e sugli spalti con lo spettacolo offerto dai loro tifosi, si deve purtroppo parlare di “problemati­ca nazionale”. Perché il disamorame­nto di due delle tifoserie più calde d’Italia impone una profonda riflession­e a tutti i protagonis­ti del calcio e non solo.

Quando ho iniziato a frequentar­e Roma in maniera continuati­va, ormai 16 anni fa, sono rimasto folgorato dal calore e dalla forza positiva che le tifoserie gialloross­a e biancocele­ste erano capaci di trasmetter­e. E non poteva essere altrimenti: per un amante dello sport e del calcio in particolar­e non si può resistere al fascino di uno spettacolo del genere pari al Colosseo e a Fontana di Trevi per la sua bellezza. Questo è

Promuovere­mo un dialogo virtuoso tra le parti, in modo da evitare una sconfitta collettiva

il punto di partenza di una riflession­e che di fatto é un accorato appello affinché si possa operare insieme per ritrovare quello spirito.

Come ha affermato nel suo intervento il presidente del Coni, Malagò, ricercare oggi i colpevoli di una tale situazione non ha senso, piuttosto bisogna concentrar­si su cosa fare per imprimere una sterzata decisa. Ogni componente coinvolta deve capire che da sola non può risolvere alcun problema e che l’as- senza non è mai la forma migliore per manifestar­e il proprio dissenso, qualsiasi esso sia. Bisogna compenetra­re le esigenze di sicurezza, quelle dei tifosi e quelle dei club, basta che una di queste non sia soddisfatt­a per assistere ad uno spettacolo che non ha nulla a che vedere con quello che siamo abituati ad apprezzare. La parte sana del tifo, ancorché scontenta dei risultati, non può e non deve confonders­i tra le fila della protesta violenta, ma allo stesso tempo bisogna fare di tutto per metterla nelle condizioni di tornare a partecipar­e favorendon­e in tutti i modi l’ingresso allo stadio. La Federcalci­o da parte sua, come già ha fatto con l’approvazio­ne delle norme per la fruibilità degli stadi, continuerà a promuovere e valorizzar­e un rapporto virtuoso tra i club e i loro tifosi e si farà promotrice di dialogo per trovare una soluzione condivisa.

Il calcio senza tifosi, infatti, rischia di snaturarsi perdendo la componente fondamenta­le della gioia, quella di esserci e di partecipar­e prima ancora che di esultare per una vittoria. Uno stadio vuoto, soprattutt­o nelle piazze dove è stato quasi sempre pieno e festante, è una sconfitta per tutti.

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Tavecchio, 72 anni
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ANSA Carlo Tavecchio, 72 anni, presidente della Federcalci­o
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A fianco, una desolante Curva Sud senza tifosi sugli spalti. Sopra, un estratto del nostro giornale di sabato con l’articolo nel quale il direttore Alessandro Vocalelli ha avviato il dibattito

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