Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Marotta: Mancini è furbo, si sta nascondend­o...

«Ha escluso l’Inter dalla lotta per il titolo, ma la squadra da battere è la sua. Noi bravi ad eliminare le difficoltà»

- F.bon.

- Natale a tre punti dalla vetta e a...giocare a nascondino. La vittoria di Carpi ha avvicinato ancora di più la Juventus all'Inter e, nel gioco delle parti, ognuno vede nell'avversario il favorito. Così, se il tecnico nerazzurro Mancini indica la squadra di Allegri come un'auto di grossa cilindrata nel Gran Premio dello scudetto, in casa bianconera si ritiene che il faro siano ancora i nerazzurri, i logici favoriti per il titolo. Beppe Marotta conferma ai microfoni di Radio Anch'io Sport: «Mancini si nasconde, è furbo quando dice che la lotta scudetto è fra Fiorentina, Napoli e Juve. Ma io dico che l'Inter è la squadra da battere, ha dalla sua la storia della società, un allenatore con esperienza che ha assemblato una rosa di giocatori magari non di grandissim­a qualità ma di grandissim­a carica agonistica. Che non bada magari alla qualità del

gioco ma alla sostanza».

MAX HULK. I tre punti conquistat­i domenica sono stati la ciliegina sulla torta di un percorso netto, iniziato sette giornata fa con la vittoria nel derby. Con un paio di minuti di panico, quelli del recupero conditi dall'autorete di Bonucci e dall'occasione sprecata da Lollo. Due distrazion­i che avrebbero potuto compromett­ere tutto. Allegri si è imbestiali­to tanto da gettare il cappotto verso la panchina. «È una reazione comprensib­ile e condivisa dalla società - spiega Marotta -. Cali di tensione del genere non sono accettabil­i da un squadra di questa caratura. Commettere quegli errori e rischiare di compromett­ere un risultato sarebbe stato davvero molto grave».

RIMONTA. Alla fine vittoria è stata e, grazie alla sconfitta dell'Inter, la rimonta è quasi completata. Sembrano passati anni luce dalla sconfitta con il Sassuolo, il momento più basso della stagione. Marotta riconosce: «Oggi il calcio brucia tutto troppo in fretta, basta qualche prova negativa e si azzardano giudizi. Sta ai dirigenti non dare retta a queste critiche: ci siamo chiusi a riccio, abbiamo supportato il tecnico e la squadra, e ora i risultati si vedono. Che cosa è cambiato? Pazienza e consapevol­ezza. La rosa rispondeva ai nostri programmi, l'allenatore ha grande profession­alità, praticità e l'anno scorso ha dimostrato grande qualità portando a casa grandi risultati. E ricordiamo­ci in che momento è arrivato alla Juventus».

In pieno “ottobre caldo” c'è stato anche il richiamo di Andrea Agnelli sul 14° posto «inaccettab­ile». «La capacità del presidente è stata quella di capire la situazione, la forza della squadra e dell'allenatore - prosegue Marotta -. C'erano delle difficoltà oggettive che andavano eliminate, sbalzi di risultati anche a causa degli infortuni, della preparazio­ne condiziona­ta dalla Supercoppa­inCina.Abbiamoass­emblato una rosa con 10-12 giocatori arrivati da campionati diversi o squadre con meno pressioni. I vertici non si sono fatti trascinare dall'istinto, dall'umore bensì da valutazion­i oggettive».

«Le critiche alla Juventus? Ci siamo chiusi a riccio supportand­o i nostri giocatori»

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ANSA Giuseppe Marotta, 58 anni, con il tecnico Allegri

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