Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
«La moto prenda esempio dalla F.1»
Emanuele Pirro, giudice nelle quattro ruote, spiega le differenze con il collegio MotoGp. «Su Rossi-Marquez sentenza sbagliata»
Se parliamo di motociclismo e citiamo Pirro, non pensate subito a Michele, ottimo collaudatore della Ducati. C'è infatti un altro pilota con questo cognome, che di nome fa Emanuele, che con il doppio delle ruote ha fatto grandi cose e ci ha offerto un punto di vista informato ed interessante su quello che è uno dei problemi che la MotoGP dovrà risolvere nel corso dell'inverno: la ricostruzione della Direzione di Gara, responsabile in parte del fattaccio di Sepang fra Marquez e Rossi - leggi una decisione, quella dei tre punti comminati a Valentino Rossi - che ha prestato il fianco a critiche.
Emanuele Pirro, 53 anni, romano, è nel collegio dei
«Vale ha voluto portare Marquez fuori traiettoria, ma lo spagnolo lo stava rallentando»
Commissari Sportivi della FIA in Formula 1. Ex pilota di in Benetton e Dallara dal 1989 al 1991, collaudatore principe della McLaren-Honda ai tempi di Ayrton Senna, Emanuele è uno dei re della 24 Ore di Le Mans, competizione che ha vinto ben cinque volte con l'Audi (salendo sul podio 9 volte dal 1998 al 2007!). Pirro, vincitore della 12 Ore di Sebring oltreché che dell'American Le Mans Series si è sempre distinto per la sua signorilità e sportività, in pista e fuori, il che spiega il suo nuovo ruolo.
Così mentre Dorna e FIM
Emanuele Pirro, 53 anni
si interrogano su come dovrà essere organizzata la nuova Direzione di Gara, Pirro ci spiega come funziona in F.1. Nelle moto è composta da tre membri: un rappresente dell'Irta, Mike Webb, uno della Dorna, Javier Alonso ed il terzo della FIM, Franco Uncini, per essere sicuri che tutti gli interessi siano salvaguardati. E' giusto?
«Secondo me si parte già con il piede sbagliato. Mi spiego: se fin dall'inizio ci si interroga sulla imparzialità dei giudici non è una bella cosa...».
IN FORMULA 1. Come funziona in Formula 1?
«In ogni gran premio vengono nominati quattro Commissari Sportivi. Non siedono in Direzione Gara e, teoricamente, potrebbero non seguirla passo passo, anche se poi nella realtà vediamo la gara sui teleschermi. Qualora la Direzione di Gara ritenga che ci sia un episodio che abbia bisogno di un giudizio si mette in contatto con il chairman del collegio e dal quel momento questo diventa organo giudicante. Il più alto in assoluto. Nessuno può più mettere bocca su quanto deciso. A quel punto acquisiamo ogni prova utile, principalmente filmati».
Chairman? Che significa, e chi sono e come sono scelti i membri del collegio?
«Il chairman è il più anziano ed autorevole, solitamente membro del Consiglio Mondiale. Degli altri tre uno è scelto fra i membri dell'automobil club locale, dove si svolge la gara. Fra gli altri due uno è un ex pilota. Chi sono? Dico i primi nomi che mi ricordo perché non ci incrociamo mai: Mansell, Warwick, Blundell e poi Christiansen, Sullivan e altri».
Le decisioni come vengono prese?
«Ci mettiamo il tempo che ci vuole, ma il più rapidamente possibile ed in modo autonomo. Vorrei sottolineare che è un incarico a titolo gratuito. Sono pagate solo le spese di viaggio».
Quale è l'imperativo categorico del collegio dei Commissari Sportivi?
«Far sì che l'evento si svolga nel più assoluto rispetto delle regole. Nel fine settimana di gara i CS sono l'organo supremo».
«Errato chiedersi, quando si forma il collegio nella moto, se i giudici sono davvero imparziali»
IL FATTACCIO. Come hai visto i fatti di Sepang?