Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
La piccola Cremona pensa da gigante
Coach Pancotto: «Idee, programmazione e coraggio. Ecco perché siamo primi»
Smettetela di usare i termini miracolo e favola per spiegare il primo posto in classifica della piccola Vanoli Cremona insieme con Reggio Emilia e Milano. E’ tutto vero. Ed è tutto ragionevolmente riconducibile, come dice il coach Pancotto, a tre parole: «Idee, coraggio e lavoro». Altrimenti non si spiegherebbe come un club con un budget tra i più bassi della A riesca a vincere 8 gare di fila proprio in una stagione estremamente equilibrata.
SALVEZZA... «Al settimo anno nella massima serie non abbiamo cambiato il nostro obiettivo, ovvero la salvezza, ma solo il modo di ottenerlo - commenta Pancotto, 60 anni, il tecnico dei sogni per chi, come il proprietario Vanoli, ha avuto l’umiltà e la saggezza di affidarsi ad un veterano che non ha mai venduto sogni - Abbiamo ancora un budget ridotto, però abbiamo anche puntato sul nostro progetto investendo sui giocatori italiani».
Oggi Cremona conta su “appena” 4 americani e, soprattutto, sugli azzurri Vitali e Cusin, l’asse play-centro, che hanno preferito restare alla Vanoli perché hanno capito che si stava costruendo qualcosa di speciale. «E’ stato anche un discorso di coerenza - spiega l’allenatore - Cusin si era infortunato la scorsa annata, ma l’abbiamo tenuto per continuare un certo tipo di discorso tecnico. Qui si investe sul lavoro e sugli uomini. Il nostro coraggio sta nel fatto che non cerchiamo scorciatoie, non ci fermiamo solo a una vittoria o a una sconfitta: puntiamo ad una crescita costante».
Il tutto attraverso l’appoggio totale del presidente Aldo Vanoli, che a differenza di diversi suoi colleghi appare poco o nulla sulla ribalta del basket. «E’ un grande personaggio e un grande uomo che ci permette di lavorare nel migliore dei modi» dice Pancotto.
Non è un caso che in testa alla classifica ci sia anche Reggio Emilia: evidentemente scommettere sugli atleti italiani inizia a pagare.
«Certo che paga! Noi crediamo fortemente in chi vuole competere per migliorarsi. Quest’anno oltre a Cusin e Vitali, abbiamo con noi Biligha, che proviene dalla A2 come Gaspardo, Cazzolato l’anno scorso giovava in B, e Fabio Milani che è alla seconda stagione con noi. Sono strafelice di come si impegnano ogni giorno per metabolizzare la mentalità e la cultura della serie A».
MODERNITA’. Ricapitolando: Pancotto, in una società piccola ma seria e lungimirante, con pochi soldi, quattro americani, due azzurri, quattro altri italiani di belle speranze, e con Vitali assente per infortunio 6 gare su 9, guarda tutti dall’alto... «Qualcosa di importante ai miei giocatori non l’ho detta ieri, dopo l’ottava vittoria di fila, ma durante la preparazione estiva: Dobbiamo salvarci ed esprimere certi valori. Continuiamo a pensarla allo stesso modo. Ognuno di noi, dallo staff alla società, alla squadra, è coinvolto in quello che si fa qui. E’ questa la vera modernità nel fare basket».