Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Per Blatter e Platini otto anni di squalifica
Il Comitato etico della Fifa li ha squalificati per otto anni «Conflitto di interessi e abuso»
Una vita di strapotere che finisce nel fango, le illusioni che si frantumano (per ora) dietro una sentenza, la prima di una serie che dovrebbe chiudersi (almeno su questo sembrerebbe esserci un unico intento) prima delle elezioni della Fifa del 26 febbraio. Sepp Blatter, che si dice «ancora presidente» di quel Governo del calcio mondiale che lo ha invece travolto, e Michel Platini, guida (sospesa) della Uefa ed (ex?) erede designato, sono stati squalificati dal Comitato etico della Fifa per otto anni. «Abuso di posizione dominante, conflitto di interesse e gestione sleale» i capi d’accusa che hanno portato i giudici della commissione presieduta dal tedesco Hans-Joachim Eckert ad emettere il verdetto ieri mattina. Non c’era «corruzione», che ha evitato ai due la squalifica a vita. Una sentenza che sancisce praticamente la fine di un’epoca che è durata anche troppo (quella di Blatter) e di una che stava per nascere (quella di Platini). Se era già difficile anche solo credere ad una ennesima candidatura del Colonnello (ieri apparso decisamente dismesso anche come look, barba incolta e cerotto sotto un occhio) nel caso il processo avesse preso una piega assolutoria (i sospetti derivano dalla presenza fra i candidati di quel Jerome Champagne che è sempre stato la sua testa di ponte), diventa arduo pensare che Le Roi, anche finisse bene questa vicenda (e chissà se e quando finirà) possa presentarsi davanti a 209 federazioni col rischio di prendere una sonora scoppola. Il che, oltre a portare lui verso gli inferi, rischierebbe di trascinare in una posizione di scomoda inferiorità anche tutta l’Uefa (che ha convocato per il 25 febbraio - vigilia delle elezioni Fifa - un Congresso straordinario ed uno straordinario - o elettivo? - per il 3 maggio a Budapest). Vero, Platini godeva (e gode, visti gli appoggi che arrivano nonostante tutto, gli ultimi dal presidente della Federcalcio francese, Le Graet, e dal numero uno della FA inglese, Greg Dyke) di grandi crediti, ma questa vicenda potrebbe averlo marchiato in maniera indelebile.
LA SENTENZA. Alla base della decisione del Comitato etico - primo grado di giudizio in attesa dell’Appello - il pagamento nel 2011 di 2 milioni di franchi svizzeri per una (presunta, ma dichiarata sia da Platini che da Blatter) consulenza di Le Roi fra il 1998 e il 2002. I due imputati (multati anche con 50 e 80 mila euro) non avrebbero saputo convincere i giudici che le loro argomentazioni erano vere. Scrive infatti il Comitato etico a proposito dell’ex presidente della Fifa, accusato anche di «abuso di potere come presidente. Non anteponendo gli interessi della FIFA e non astenendosi dal fare qualsiasi cosa che potesse essere contraria agli interessi della FIFA stessa, Blatter ha violato il suoi doveri di fiducia nei confronti della FIFA (...) I procedimenti contro Blatter sono relativi a un pagamento di 2 milioni di franchi svizzeri trasferiti nel febbraio 2011 al sig. Platini. Blatter, in qualità di presidente della Fifa, ha autorizzato il pagamento al signor Platini (...). Blatter, durante il suo interrogatorio, non è stato in grado di dimostrare un’altra base giuridica per questo pagamento. Le sue affermazioni relative ad un accordo verbale non sono state ritenute convincenti pertanto sono state respinte dalla Camera». Più o meno le stesse motivazioni a sostegno della sentenza per Platini, che non è riuscito a convincere i giudici circa l’accordo verbale alla base del contenzioso: «(Platini, ndr) ha abusato della sua posizione di vice-presidente e membro del Comitato Esecutivo della Fifa, non agendo con completa credibilità e integrità». Parole che mal si accostano alla qualifica di «candidato presidente»....