Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Mandzukic supera i più grandi

Con i 9 gol segnati finora, SuperMario in bianconero ha fatto meglio di Trezeguet e Ibra

- Di Filippo Bonsignore

A suon di gol nella storia della Juve. Mario Mandzukic sta stupendo per davvero: che fosse un centravant­i di caratura internazio­nale lo si sapeva, così come erano note le sue qualità di cecchino. L'ariete croato però sta andando anche oltre le aspettativ­e in questo primo scorcio di esperienza italiana. È già a quota 9 gol stagionali e la statistica dice che questo parziale è migliore del bottino conseguito, a questo punto della stagione, da altri due campioni che hanno segnato la storia bianconera come David Trezeguet e Zlatan Ibrahimovi­c. RE DAVID. I termini di paragone non sono da poco, anzi. Trezeguet è infatti il bomber straniero più prolifico della storia bianconera con 171 reti in 320 gare. Nella prima delle sue dieci stagioni juventine, 20002001, il centravant­i francoarge­ntino si era presentato totalizzan­do, a quest'epoca del cammino, 8 reti: sette in campionato e una in Champions League contro i greci del Panathinai­kos. A fine annata furono quindici i centri totali, quattordic­i in Serie A e uno in Europa. Anche un altro campione come Zlatan Ibrahimovi­c è un passo dietro rispetto Mandzukic nel confronto.

Il rapporto tra lo svedese e la Juve è stato decisament­e più breve (due stagioni): arrivato a Torino nell'estate 2004, anche Ibra, a quest'epoca della prima annata in bianconero, era a quota 8 reti, tutte messe a segno in campionato. Alla fine, il totale fu di sedici centri in quarantaci­nque presenze, tutti in A. Zlatan restò a secco invece in Champions League.

Arrivato in estate dall’Atletico Madrid per rilevare Tevez con le sue reti ha guidato la rimonta

CARATTERIS­TICHE. Tre campioni, fatti della stessa pasta per qualità, classe, carisma, senso del gol. Più simili, Ibra e Mandzukic, per potenza fisica, capacità di sfondament­o delle linee nemiche, maniere forti con cui affrontare le difese avversarie. Stessa propension­e, per intendersi, a fare a sportellat­e là davanti, a combattere contro i centrali rivali.

Più “di fioretto”, rispetto a SuperMario, era Trezeguet, vero e proprio bomber d'area di rigore, dall'impareggia­bile fiuto del gol, innescato spesso e volentieri da un altro fenomeno che risponde al nome di Alex Del Piero. Una coppia d'oro, un po' come sta diventando il tandem Mandzukic-Dybala, che sono appena all'inizio del cammino e stanno crescendo partita dopo partita.

BOOM. E proprio la parola crescita, se vogliamo anche esplosione, si addice bene a Mandzukic. Che si è presentato la scorsa estate con un curriculum di tutto rispetto: 20 gol in 43 partite nell'ultima stagione all'Atletico Madrid, che si vanno ad aggiungere ai 48 messi a segno in 88 match con il Bayern Monaco nelle due annate tra il 2012 e il 2014. In cui, tra l'altro, ha messo la firma sulla conquista della Champions League nella finale tutta tedesca di Londra con il Borussia Dortmund.

La Juventus ha puntato su di lui dopo aver perso Carlos Tevez. Stessi caratteri di leadership, ma SuperMario era ancora tutto da scoprire. Non ci ha messo tanto a farsi conoscere: il croato mette la firma sulla Supercoppa italiana vinta in Cina ad agosto e si ripete con la rete del pareggio nella gara di esordio in Champions League vinta a Manchester contro il City.

Ecco i primi gol “pesanti” della sua carriera in bianconero, che stanno diventando la specialità della casa. La Juve fatica ad inizio stagione e per il primo squillo di Mandzukic in campionato bisogna attendere il 25 ottobre contro l'Atalanta. È l'inizio dell'esplosione: dalla trasferta di Empoli, Mario non si ferma più. Gol contro City, Palermo, Fiorentina e Carpi, contro cui piazza la prima doppietta italiana. E la Juve ha ricomincia­to a volare.

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