Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

TITOLARE INAMOVIBIL­E Donnarumma «Grazie Sinisa ti sei fidato»

Il tecnico ha rischiato, affrontato i vertici della società ed esautorato Diego Lopez (che andrà via): alla fine ha avuto ragione

- Di Pietro Guadagno

Tra le diverse aspettativ­e deluse di questo Milan, c’è comunque una scommessa vinta. E’ quella fatta da Miahjlovic su Donnarumma. «Lo ringrazio per la fiducia, come ringrazio chi ha creduto in me: spero di ripagarli dando sempre il massimo» ha detto a spaziomila­n. it. Sembrava un azzardo lanciare un portiere di appena 16 anni come titolare, peraltro al posto di un elemento esperto e di valore assodato come Diego Lopez (34 primavere raggiunte il 3 novembre), invece il campo ha messo in chiaro che la scelta del tecnico serbo è stata corretta. Lo certifican­o i numeri. A cominciare dai gol incassati, che sono esattament­e la metà, ovvero 7 contro 14, nonostante l’italiano abbia giocato una gara in più (9 a 8) rispetto allo spagnolo. Certo, non deve essere trascurato che quello di Diego Lopez era un Diavolo diverso, con poco equilibrio e incapace di non incassare almeno una rete a partita. Insomma, le colpe non erano solo dell’ex-numero uno del Real Madrid, anche se qualcosa di suo ce l’ha messo: vedi, ad esempio, il gol preso sul proprio palo da Baselli, contro il Torino, che poi ha innescato l’avvicendam­ento.

DALL’ALTARE ALLA POLVERE. Così, Donnarumma ha finito per beneficiar­e del cambio di modulo, prima il 4-3-3 (“assaggiato” anche da Diego Lopez proprio contro la squadra granata) e poi il 4-4-2, visto che il tal modo Milan ha acquisito compattezz­a tra i reparti, subendo decisament­e meno. Resta il fatto, però, che su 9 partite, il baby-portiere è riuscito a mantenere la sua porta inviolata in 3 occasioni, quindi un terzo. Compresa la sfida con l’Atalanta, forse la sua prestazion­e migliore in assoluto, grazie alla quale ha permesso alla squadra rossonera di portare a casa almeno un punto. Lo spagnolo, invece, non è mai riuscito a blindare la sua porta. Eppure nella scorsa stagione era stato una delle poche note positive di un Milan finito per la seconda volta fuori dall’Europa. Insomma, la società, ma anche i tifosi, tutti erano convinti che fosse uno degli elementi da cui ripartire in un’annata che doveva segnare il rilancio definitivo del Diavolo.

VITTORIA FONDAMENTA­LE. Ecco perché quando hanno cominciato a trapelare le intenzioni di Mihajlovic, c’è stato chi, dentro al club, ha provato a farlo dissuadere. Ogni tentativo, però, è stato vano. L’allenatore serbo è andato avanti per la sua strada, facendodeb­uttareDonn­arumma alla nona giornata, contro il Sassuolo, lo scorso 25 ottobre. E giusto prima del fischio d’inizio, Galliani era comparso in tv anche per sottolinea­re come la responsabi­lità di quella scelta fosse tutta del tecnico. Una scelta che, ad un certo punto, gli si stava ritorcendo contro, alla luce dell’errore commesso dal nuovo entrato sulla punizione di Berardi. Ma alla fine il Milan quella partita è riuscito a vincerla, lo sbaglio è passato in secondo piano e Donnarumma, nelle gare successive, ha potuto dimostrare tutto il suo valore. Magari dovrà solo lavorare un po’ di più sui rinvii, visto quello che ha combinato domenica a Frosinone, ma il posto da titolare ormai è suo.

ADDIO A GENNAIO. Lo ha capito perfettame­nte lo stesso Diego Lopez. Anzi, lo ha compreso immediatam­ente dopo essere finito in panchina, tanto da fermarsi per curare un problema al ginocchio che fino a quel momento non era mai emerso nella sua gravità. Da allora (inizio novembre), lo spagnolo non è più riapparso tra i convocati. E c’è da credere che non riapparirà mai più. La sua intenzione, infatti, è quella di lasciare il Milan a gennaio. Possibilme­nte in una squadra che giochi la Champions, quindi di primo livello. Altrimenti, si accontente­rà di un’altra sistemazio­ne. In cima ai suoi pensieri c’è la Premier: non a caso è reduce da un recente viaggio in Inghilterr­a per una serie di incontri.

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