Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Biglietti «bruciati» al Take Five per la prima della Zucu’s Blues Band E’ subito spettacolo
CONDIVISIONE. Libera se stesso e tutti noi, Zuculini. Dai soliti stereotipi. Dalle banalità. A un certo punto per Franco la musica è diventata una necessità. Da condividere prima con se stesso. Poi con gli amici. Come Pablo Daniel Osvaldo, che quando passa a Bologna si ferma da lui, un letto e un pianoforte non mancano mai, e le notti vanno via così, Dani ci mette le parole, poesie, e Zucu la melodia. E così a Bologna si è diffusa la voce che Zucu è uno con la musica nel sangue. Allora quelli di una radio locale gli hanno chiesto di tenere un programma. Qualcosa di rock, qualcosa di davvero molto forte. Dai Rolling Stone ai Phish, da Clapton a Lennon, passando per i Doors e per chi gli pare a lui. Ma, sai com'è, o fai il calciatore o fai il conduttore, e alla fine non se n'è fatto nulla. Poi ha incontrato quattro ragazzi di Bologna. Ti va di suonare? Perché no, ha risposto Zucu. E ti pareva. Loro sono Niels Amaral (voce), Marco D'Alessandro (basso), Thomas Randazzo (chitarra e voce) e Jack Viesti (batteria e percussioni).
Perché non è detto che la passione sia una sola: Franco suona con il suo amico Osvaldo Il primo grave infortunio risale al 2012: fu un’occasione per imparare a suonare
Stavolta una radio gli ha chiesto di condurre un programma: musica, niente pallone
E' con loro che si è messo a suonare, a provare. A condividere musica. Fino al debutto in grande stile di ieri sera, sul palco del Take Five, nel centro antico della città che gli è entrata nel cuore. E che lo ricambia con trasporto. Sono tanti quelli che sono rimasti fuori, che si sono accontentati di passare di lì. Dentro, c’era un ragazzo che ha deciso di cambiare musica per una sera. Ed è stato un successo. Loro, noi, il ritmo. Non è poi tanto diverso dal calcio.