Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
I gol di Morata l’arma in più per gennaio
Anche lo scorso anno lo spagnolo partì piano, poi fu il trascinatore fino a Berlino
Un 2016 a tutto Morata. La Juve è pronta a calare l'asso nella splendida e insolita corsa scudetto allargata a cinque squadre. La carta non è segreta e ha un valore grandissimo: è Alvaro Morata l'uomo che finora è rimasto nascosto e che può - deve, negli auspici di tutto l'ambiente juventino - diventare determinante dalla ripresa di gennaio in poi per dare senso compiuto ai sogni tricolori dei campioni in carica. Non solo. I bianconeri sono in corsa per tutti e tre gli obiettivi stagionali e quindi la mente corre alla Champions League e all'anno scorso quando, con le sue 5 reti, Alvaro ha spinto la squadra di Allegri fino alla finalissima di Berlino.
GOL PERDUTI. Ecco, il primo obiettivo del nuovo anno sarà di ritrovare i gol dell'ex madridista fermo, al momento a 3 reti, due in Champions (contro Manchester City e Siviglia) e solo uno in campionato con il Bologna. L'ultimo hurrà è datato 4 ottobre: colpo di testa per il pareggio, in uno dei tanti momenti complicati dell'inizio di stagione juventino, che aprì la strada alla fondamentale vittoria della squadra di Allegri. Tutto concentrato tra metà settembre e i primi di ottobre, poi più nulla. Anche lo scorso anno la partenza fu diesel: a questo punto della stagione, Morata aveva collezionato numeri simili, 4 gol, tutti in campionato. Di diverso c'erano le condizioni. Allegri aveva pensato e adottato per lui un programma di inserimento graduale, finalizzato a far calare al meglio il giovane spagnolo nella nuova realtà, affidando la sua crescita sul campo a una “chioccia” d'eccezione come Fernando Llorente. Morata ha legato in fretta con il connazionale, maturando con calma per poi ribaltare, nel nuovo anno, le gerarchie e diventare lui il partner di Tevez.
Quest'anno lo scenario è differente: con le partenze di Carlitos e Llorente, le responsabilità maggiori dell'attacco bianconero sono finite sulle palle di Morata. Che ad inizio stagione ha faticato a entrare in forma per un infortunio muscolare, che gli ha fatto saltare la Supercoppa a Shanghai, cui sono seguiti un secondo problema patito contro il Genoa e il grande spavento di metà ottobre con la Spagna quando si era temuta addirittura la frattura della tibia della gamba destra. Una corsa ad ostacoli, dunque, per il centravanti bianconero che, nel complesso, nelle prime 17 giornate è partito soltanto 6 volte titolare. Ed è stato via via superato nelle gerarchie dalla nuova coppia delle meraviglie Mandzukic-Dybala. FIDUCIA. La caccia al gol della liberazione è stata continua nell’ultimo periodo ma la buona sorte, e qualche errore sotto porta (specie a Siviglia), non hanno assistito Morata. Consapevole delle sue grandi qualità, Allegri lo ha invitato a rimanere sereno: può capitare un periodo no agli attaccanti. Segnali confortanti sono arrivati in occasione del derby di Coppa Italia con il Torino. Niente gol, ma una prestazione significativa, con tante occasioni create e l’assist per Zaza. Ma nel momento di difficoltà è arrivato anche un altro assist importante, quello della società, con il prolungamento del contratto fino al 2020. Un attestato di fiducia non indifferente, con più significati. Chiarisce, se mai ce ne fosse bisogno, l’intenzione chiara del club di puntare forte su Alvaro. L’altro risvolto riguarda il mercato: il Real Madrid lavora per riportarlo a casa la prossima estate, forte della clausola di «recompra» che gli permette di riacquistare l’attaccante per 30 milioni a giugno 2016 e per 33 milioni più 5 di bonus nel 2017. Morata, da canto suo, ha sempre spiegato di voler rimanere alla Juve. I rapporti tra i club, poi, sono molto buoni e poi, pur con tutte le cautele del caso nel mercato, si sa che la volontà del giocatore pesa molto. Intanto, cercasi vero Morata per la missione scudetto.