Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Un affare da otto milioni
E’ stato un buon Natale, Callejon, ora vi tocca costruire un meraviglioso 2016. «Viviamo il momento e devo dire che abbiamo chiuso bene il 2015: la vittoria di Bergamo è stata in linea con il periodo, abbiamo regalato una grossa soddisfazione ai tifosi. Giochiamo un bel calcio, la gente si diverte e pure noi».
E agosto - con le sue difficoltà - pare mai esistito. «E’ stata una tappa necessaria per arrivare qua: bisognava conoscersi, capirsi, imparare Sarri. Poi, una volta ingranato...».
Callejon vive due vite.
Ecco l’attaccante spagnolo durante l’intervista rilasciata al nostro Antonio Giordano
Che sono servite.
«Per entrambe: queste sono partite che non hanno favoriti. La loro qualità tecnica è altrettanto elevata, davanti sono bravi, sono organizzati e lo hanno dimostrato battendo il Real Madrid. Noi ci arriviamo sull’onda lunga delle prime partite, nelle quali siamo stati quasi perfetti, perché non è mai agevole battere chiunque, in casa tua ed in quella loro, e facendo tanti gol. Ma adesso è un’altra storia, si azzerano le classifiche, si parte alla pari, si mette in palio la qualificazione in centottanta minuti».
Leggiamo la classifica assieme, partendo dall’Inter. «Hanno il vantaggio di non giocare le coppe e dunque di potersi riposare, anche mentalmente, e di allenarsi in maniera regolare. Sembrerà un aspetto irrilevante ed invece può fare la differenza. Hanno speso tanto al mercato, si sono rinforzati, hanno giocatori di assoluto livello e la sconfitta con la Lazio va catalogata come incidente di percorso».
La Fiorentina che vi sta al fianco? «Sta giocando un gran calcio, come già faceva l’anno scorso. E’ l’avversario con il quale abbiamo sofferto di più, al San Paolo. Io credo che duri, trasmette allegria, come noi».
La Juventus che è arrivata alle spalle? «Mai sospettato che potesse sparire dai radar dell’alta classifica. Ha uomini abituati a vincere e sapevamo che si sarebbe presentata di nuovo tra le pretendenti al trono: ha personalità, ha carattere ed una sua storia che vale».
La Roma che è appena-appena un po’ staccata? «Non ha trascorso settimane tranquille e la vittoria con il Genoa ha contribuito a spargere serenità. Però basta leggere la rosa per accorgersi che può riprendersi immediatamente, che ci sono talento e fisicità».
E voi? «Sappiamo di essere forti, è una consapevolezza che aiuta l’autostima. Possiamo far bene e giocarcela contro chiunque. E poi noi abbiamo el pipita e lo aiutiamo da dietro anche noi».
Fotografia personale: ce la fa per l’Europeo? «In Spagna abbondano i talenti e temo sia difficilissimo convincere il Ct. Ci pro-
- Quel che valga oggi, è un «mistero» che si potrà (si potrebbe) svelare al mercato; ma quel che valeva ieri, nell’estate del 2013, è scritto nei cedolini di trasferimento: otto milioni ed ottocentomila euro, quel che si dice - mica in gergo, ma letteralmente - un affare. Perché José Maria Callejon, l’uomo che rappresenta la nuova frontiera degli investimenti del Napoli, trascinato da Rafa Benitez in una dimensione elitaria, venne pagato quanto un «normale» calciatore, pur avendo alle spalle il praticantato al Real Madrid.
CHE VOLATA. In teoria, sarebbe stata l’ala dei vecchi tempi, in pratica è il giocatore moderno che nel Napoli ha fatto quasi di tutto: nasce a destra, viene catapultato anche a sinistra, diventa «falso nueve» e, nell’emergenza più assoluta, quando è servito, ha fatto anche l’esterno basso di destra. Lo chiamerebbero jolly, altrimenti: da otto milioni ed ottocentomila euro, niente male. Che poi si sono moltiplicati, perché appena un anno dopo, estate del 2014, l’Atletico Madrid si sarebbe spinto ben oltre: nessuno lo ammetterà, confermandolo, però la tentazione di avere Callejon spinse gli spagnoli ad arrivare a ventidue milioni di euro, operazione mai seriamente cominciata, perché il Napoli disse di no, incurante a qualsiasi ipervalutazione.
LA SCELTA. Non c’è plusvalenza che tenga, dinnanzi ad un plusvalore tecnico-tattico della portata di Callejon: ci sono calciatori che, ad un certo punto, non hanno prezzo, pur essendo costati (appena) otto milioni ed ottocentomila euro.