Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Una presunta provocazione di Tello scatena sugli spalti una reazione violenta
Luca Telese, nostro collaboratore, firma prestigiosa e noto volto televisivo, ha assistito allo stadio Arechi alla partita Salernitana-Cagliari, poi degenerata in rissa. Ecco il racconto dal suo osservatorio.
«O’ diìt! O’ diìt!». E dire che sabato, a Salerno, tutto comincia da un equivoco, una leggenda metropolitana. La rissa di fine anno, il vero cinepanettone di Natale (con rissa) della serie B merita un racconto alla moviola. All’inizio è solo un tam tam sugli spalti all’Arechi, una fantasia su Tello che in un baleno diventa certezza: «’Sfaccimm! Sto sfaccimm fecitt ‘o dit!!!». (Ovvero: «L’infame ha fatto il dito medio», mandato affanc*** i tifosi). Una diceria dalla curva alla tribuna, al campo: diventa vera. Fino a pochi istanti prima Salerno sembrava Liverpool. Tifo splendido, bandieroni, cori, un serpentone animato che non smette mai di cantare, 12mila splendidi tifosi granata, persino un microsettore di buffi babbi natale (granata).
I rossoblù mancano il raddoppio, missile di Di Gennaro, traversa. Salernitana sotto di una rete, ma, sospinta dal suo tifo, Cagliari pressato nella sua metà campo. La miccia che innesca l’esplosione, uno straordinario gol del rossoblù: un colpo di bisturi di Tello e danza a tre. La speranza di una rimonta inseguita tutto il secondo tempo sfuma. Ma i granata non mollano. La panchina sente le grida sul gestaccio, è in piedi: «Vergogna!». Le riserve incitano i compagni: «Perdono tempo! Fanno melina!». Immagini che scalano YouTube: giocatori in placcaggio Tello. Melchiorri - in panchina! - si alza in difesa del compagno, prende un pugno e lo dà: è rissa. Storari dalla sua porta, furibondo coi suoi: «Difendete Andres!». Rastelli (campano di Torre del Greco) fa peacekeeping in mezzo al campo. Inutile. I rossoblù scortano verso la curva Tello si infila nel tunnel. Ispettori federali, come scudi umani: pioggia di oggetti, bottigliette, giornali, tutto. Tommaso Giulini, (di solito imperturbabile) presidente del Cagliari, molla la tribuna, corre da Tello: «È un ragazzo! Me lo ammazzano nel sottopassaggio!».
Timore fondato: i cori, e non solo, inseguono la punta. Minuti di follia. Insulti per le poche sciarpe rossoblù. Due energumeni - uno con un dente solo - provano a scavalcare i divisori della tribuna d’onore a caccia di rossoblu (sono provvidenzialmente stesi a terra da quattro stewards): gioco fermo e corrida. Dalla
popolarissima tribuna superiore (a Salerno è un loggione), gavettone per un’altra steward (ragazza!) che tutela gli ospiti. I più giovani tifosi rossoblù, un bambino e un ragazzo arretrano protetti (per fortuna) da altri civilissimi tifosi granata. Ottavio Bonocore, uno degli sponsor del club campano difende gli ospiti. Restano impassibili due dirigenti rossoblù: il direttore generale Mario Passetti e il direttore sportivo Stefano Capozucca. Teste che fanno capolino: «All’anema ‘e chi t’è muort!». Sputi. Anche Passetti arretra. Capozucca, come un ufficiale britannico nella battaglia di Trafalgar sfida la pioggia salivale: «La soddisfazione di muovermi non gliela do».
Il gioco - non si sa come - riprende, sei minuti di recupero. Cesare Giulini, (il più giovane rappresentante della famiglia) incita la squadra a pieni polmoni: «Vai Balzano!!! Vài, Cerriiii!!!». Anche Passetti urla. L’enorme serpentone della curva trova, come per magìa, un nuovo nemico. È il numero uno: «Pezzo di ***! Lotito pezzo di ***!». Il bipresidente (lo è anche della Lazio), imperturbabile riesce persino a sorridere. «Vuole andar via?». Scuote la testa: «No». Timer bloccato. Poi l’arbitro fischia: tutti i cori granata contro i giocatori («A lavorare! Andate a lavorare!») che non si spaventano: sfilano sotto la curva lenti e tristi, nel sottopassaggio, altra pioggia di oggetti.
I dirigenti rossoblù negli spogliatoi per festeggiare. Rastelli, ai microfoni: «La Salernitana all’inizio ci ha messo in difficoltà ....». Nel ventre dello stadio, Pisacane consola un giocatore granata affranto: «Ce l’avete messa tutta, dài...». Dirigenti campani confabulano: «Tre buoni acquisti e la squadra si salva...». Giulini ritrova il figlio (scortato da Passetti). Gli ultrà campani aspettano i granata all’uscita. Cancello 25: un tunnel di celerini in assetto antisommossa. Tutto ribaltato, di nuovo: i rossoblù festanti, granata a testa bassa, fischiati, vincitori e vinti. Nei parcheggi capannelli di tifosi salernitani, ragazzi con la sciarpa in lacrime. Un campo di battaglia. Tello, il giorno dopo: «Chiedo scusa». Ma il gesto non c’è mai stato. La commedia degli equivoci, a Salerno, è diventata farsa.
Tifosi inviperiti e il cagliaritano messo in salvo da steward coraggiosi Poi tocca a Lotito