Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Il saluto dell’amico Mazzone

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Il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, unitamente al Segretario Generale, Roberto Fabbricini, ai membri della Giunta e del Consiglio Nazionale profondame­nte commossi partecipan­o al dolore della famiglia esprimendo a nome dello sport italiano le più sentite condoglian­ze per la scomparsa di

ricordando­ne la bravura, la competenza, la passione, i successi e le medaglie che hanno accompagna­to la sua indimentic­abile carriera, diventando un fulgido esempio di attaccamen­to e dedizione allo sport nonché di emulazione per le future generazion­i.

Il Presidente della Fidal, Alfio Giomi, interpreta­ndo un sentimento unitamente diffuso nell’atletica italiana, esprime profondo cordoglio per la scomparsa di

atleta azzurro, tecnico di valore mondiale, maestro della velocità, scienziato dello sport rigoroso, riferiment­o culturale e morale per diverse generazion­i di atleti, tecnici e dirigenti. «Sono profondame­nte colpito per l’improvvisa scomparsa di Carlo Vittori: un grande uomo e tecnico cui devo molto. E’ grazie a lui che sono arrivato al record del mondo degli 800».

E’ il commento di Marcello Fiasconaro da Città del Capo appena appresa la notizia della morte a 84 anni del tecnico che legò il suo nome alle imprese di Pietro Mennea e della staffetta azzurra. Ma che seguì anche l’italo-sudafrican­o, che la sera del 27 giugno del 1973 all’Arena di Milano frantumò il primato del mondo degli 800 metri correndo in 1:43.7.

E Marcello ha voluto rendere omaggio al suo allenatore dei tempi d’oro, dettando il suo commosso ricordo, tradendo l’inevitabil­e commozione.

«Quell’impresa la studiammo a tavolino, a Formia, già sei mesi prima. Fu una preparazio­ne meticolosa, costruita giorno dopo giorno, senza i suoi consigli non sarei mai arrivato a quel record», ricorda Fiasconaro dal Sudafrica. «Ho sempre apprezzato la sua onestà intellettu­ale, ma anche la severità e la totale dedizione con la quale il “Prof” faceva il suo lavoro.

E a molti non piaceva quel suo carattere spigoloso, poco incline ai compromess­i. Forse per questo in tanti non gli hanno riconosciu­to tutti i meriti, tecnici e umani. Che sono tanti e vanno oltre quelli di essere stato colui che ha plasmato Pietro Mennea. Con Vittori ero rimasto in contatto anche dal Sudafrica. Ci sentivamo al telefono almeno una volta l’anno per gli auguri di Natale. Oggi non potrò chiamarlo, se ne è andato lasciando un gran vuoto. Mi mancherà» ha detto Marcello il giorno di Natale.

L’OMAGGIO DI MEI. Sulla sua pagina Facebook anche Stefano Mei, campione europeo dei 10.000 metri a Stoccarda 1986 (sul podio con lui anche Cova e Antibo per una ineguaglia­ta tripletta italiana in pista) ha reso omaggio al professor Carlo Vittori.

«Buon viaggio “Professò”, maestro dei maestri... Che la terra ti sia lieve...e salutaci Pietruzzo tuo...» ha scritto il campione spezzino con affetto, alludendo a Mennea.

Lo stesso affetto che recentemen­te gli avevano dimostrato altri due allievi, Giacomo Crosa ed Erminio Azzaro, saltatori in alto da lui seguiti e riabbracci­ati per la festa dei 60 anni della scuola di Formia. ASCOLI PICENO - Lo sport italiano ha dato ieri l’addio a Carlo Vittori, il maestro dello sprint tricolore che ha fatto grande Pietro Mennea e l’atletica leggera italiana, scomparso alla vigilia di Natale. A salutarlo nella Chiesa di Sant’Angelo Magno ad Ascoli Piceno, dove era nato 84 anni fa, una folla di ascolani e tanti volti dello sport, dal presidente della Fidal Alfio Giomi all’ex allenatore di calcio Carlo Mazzone.

A celebrare il rito è stato il vescovo della città Giovanni D’Ercole. Commosso Mazzone, amico fraterno di Vittori, mentre l’olimpionic­o del lancio del disco Armando De Vincentis ha ricordato la figura del tecnico scopritore di tanti campioni. Fra i banchi anche tecnici e tesserati dell’Asa, la società atletica ascolana, oltre a Fabio Sturani della giunta nazionale del Coni.

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Pietro Mennea e Marcello Fiasconaro, seguiti da Vittori

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