Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Berlusconi, Galliani e quegli inspiegabili no a Roby
L’ostracismo ha coinvolto anche Maldini, Gullit, Rijkaard e Van Basten, nonostante i consigli di Sacchi e Capello
Roberto Donadoni? No, grazie... Fra i tanti, troppi misteri del Milan di questi ultimi anni c’è anche questo: il rifiuto, spietato e inspiegabile, di dare una chance al grande campione che fu uno dei baluardi degli Immortali di Sacchi e degli Invincbili di Capello. Un chance sulla panchina rossonera che scotta sempre di più, anche in pieno inverno, e che ha bruciato ben 3 allenatori consecutivi. Come è successo, nel breve volgere di due anni, ad Allegri esonerato (13 gennaio 2013) al termine del girone d’andata e subito dopo a Seedorf. Inzaghi un anno fa era a 2 punti dalla zona Champions League. Due mesi dopo rantolava lontano da qualsiasi obiettivo potabile, Europa League compresa.
MISTERO. SÌ, perchè non si spiega come Donadoni, campione vero e uomo sincero, non possa tentare di riportare il Milan in linea di galleggiamento almeno per centrare gli obiettivi minimi di una società sotto molti aspetti irriconoscibile per le strategie e la mancanza, in alcuni casi, di quel buon senso che ha lastricato il trentennio legato al presidente Berlusconi. Che dire: Roberto Donadoni nelle sue esperienze da allenatore ha dimostrato di essere competente, equilibrato, un autentico ottimizzatore delle risorse a sua disposizione. Da manuale del calcio ma anche da Libro Cuore la sua abnegazione e l’entusiasmo che ha messo al servizio di tutto durante il dignitoso naufragio del Parma.
IDENTIKIT. Insomma: per quest’ultimo Milan (reduce da un ottavo e un decimo posto) Donadoni sarebbe stato l’allenatore giusto al posto giusto. Forse si sarebbe potuto pensare a lui anche prima. Ma ad Arcore e Casa Milan non piace. Motivo: perchè non sorride in conferenza-stampa e davanti alle telecamere? Premesso che in quest’ultimo periodo qui al Milan c’è solo da piangere e niente da ridere, il tecnico bergamasco è stato fino a questo momento sempre sottovalutato. O forse, peggio ancora, per nulla valutato... Eppure, senza vantare poteri soprannaturali, ha sempre ottimizzato e rilanciato calciatori di ogni eta e rango. Basti pensare al «nuovo» Destro che qualche mese fa al Milan veniva considerato quasi un «ex» a tutti gli effetti.
RISCATTO. Sicuramente la scusa del presunto scarso aplomb mediatico è troppo banale e risibile parlando di Milan e di un uomo come Roberto Donadoni. Eppure Roby (come l’hanno chiamato tutti a Milanello per quasi tre lustri) ha sempre avuto, anche se non ne avrebbe avuto comunque bisogno, illustri sponsor: Sacchi, Capello, Ancelotti, Tassotti, Maldini... Fra l’altro Donadoni è un milanista «d.o.c.» a tutti gli effetti come documentato fin dalla più tenera età. Non certamente un «imbucato» dell’ultima ora o delle prime vittorie con il consueto e italiota assalto per prendere posto sul carro dei vincitori...
CHI GLI HA VISTI? Quindi la domanda in tanti se la sono fatti, ma nessuno, per il momento, è riuscito a darsi una risposta. Anche perchè questa sindrome ha fatto vittime illustri, non solo l’attuale tecnico del Bologna. Tassotti eterno «vice», Maldini sempre «off» da qualsiasi progetto, Costacurta considerato uomo-copertina, nulla di più. Così come il trio «fantasticus» olandese (Gullit-Rijkaard-Van Basten) mai più accarezzati e considerati nè in giacca e cravatta nè, tanto meno, in tuta da collocare in panchina. Allo stesso Franco Baresi sono state dare quasi subito sembianze e compiti da «totem» da ostentare per risplverare, di tanto in tanto, un glorioso e mitico passato.
Ha rilanciato Destro che il Milan considerava finito, aziendalista. Ma per Silvio sorride poco
DOGMA. Il dogma «il Milan ai milanisti», quindi, è stato circoscritto solo a pochi eletti. Capello, Ancelotti, Leonardo, Seedorf e Inzaghi, pur con alterne fortune, si sono giocati il jolly. Eppure Donadoni aspetta e spera. Pur rispettando il Bologna e l’ambizio progetto della «nouvelle vogue» rossoblù vorrebbe togliersi questa soddisfazione. Anche perchè, finalmente, al Milan prima o poi si accorgeranno che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico...