Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

«E’ anche un problema di soldi»

- A.pol.

Ora, se il gol è l’essenza del calcio dobbiamo riflettere un po’ su questi dati che proprio non ci rallegrano. In cinque anni la Serie A ha perso centinaia di reti rispetto alla Bundesliga, alla Liga e alla Premier League, il distacco è eccessivo anche alla luce dell’impoverime­nto del nostro campionato, impoverime­nto che comunque dobbiamo considerar­e. Un dato ci aiuta a iniziare questa riflession­e: i capocannon­ieri della Serie A dell’ultimo quinquenni­o sono stati nell’ordine Di Natale, Ibrahimovi­c, Cavani, Immobile e l’anno scorso la coppia Icardi-Toni. Di Natale allora aveva 33 anni e ora ne ha 38, Ibra, Cavani e Immobile hanno lasciato da tempo l’Italia, restano Icardi e Toni, coetaneo di Di Natale.

I BOMBER D’EUROPA. Bundesliga e Liga hanno fatto il pieno Andrea Stramaccio­ni allena il Panathinai­kos, prima (e subito dopo il divorzio dall’Udinese) ha lavorato con Fox Sports e ha seguito i quattro grandi campionati d’Europa presi in esame nella nostra ricerca.

In Italia si segna poco. E’ solo una questione di mentalità? «Di mentalità, di cultura, di risorse economiche e anche di bravura».

Bravura perché facciamo meno gol che in Germania, Inghilterr­a e Spagna? «Bravura perché in Italia sappiamo curare la fase difensiva come in nessun altro Paese. Faccio un esempio chiaro: il Napoli. Fra campionato ed Europa League ha segnato 53 gol in 23 partite, ma ha un’attenzione straordina­ria alla fase del non possesso palla, meglio anco- ra, alla fase della riconquist­a della palla. Mi sto accorgendo adesso, in un campionato minore come quello greco, della differenza che esiste sotto questo aspetto fra noi e il resto d’Europa».

Magari con qualche campione in più sarebbe più facile segnare. «Certo. Ci mancano i giocatori, diciamo i centravant­i, di prima fascia. Sono andati via Ibrahimovi­c, Cavani e Tevez e non sono stati rimpiazzat­i a quei livelli, se non da Higuain».

In effetti è anche un problema economico. «Sì, e a tutti i livelli. Se la distribuzi­one dei proventi dei diritti tv in Italia fosse simile a quella dell’Inghilterr­a anche le piccole potrebbero fare squadre più forti e giocare in modo più aperto».

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ANSA Stramaccio­ni, 39 anni

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