Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

L’ultimo ostacolo al 6+6 è... l’Europa

SERIE A Possibile cambio dell’eleggibili­tà dei giocatori: ma la UE vuole che i comunitari siano equiparati agli italiani

- Di Andrea Barocci

L’impatto che gli italiani, giovani e non, stanno avendo sulla stagione in corso non solo è innegabile: rappresent­a anche una luce ben visibile nel tunnel buio in cui il nostro basket era finito qualche anno fa con l’arrivo di legioni di americani di livello decisament­e imbarazzan­te. Reggio Emilia, Cremona, Bologna, hanno confermato che si può vincere, divertire e divertirsi puntando sui nostri atleti.

Per questo la proposta dei club di serie A di passare già dalla prossima stagione alla formula del “6+6” (6 stranieri senza vincoli di passaporto e 6 italiani) oltre a cancellare l’imbarazzan­te mercimonio di passaporti europei o Cotonou, potrebbe davvero dare un impulso fondamenta­le al movimento: senza dover pagare più soldi ad americani con nazionalit­à comunitari­a, le società sarebbero in grado di investire sui settori giovanili con maggiore continuità e convenienz­a.

OSTACOLO. Ma il cambio è così scontato come sembra? Secondo noi si farà. L’ostacolo maggiore da superare non appare però l’Associazio­ne Giocatori, quanto l’Unione Europea, come spiega Gaetano Laguardia, vice presidente della Fip: «Abbiamo avuto un avviso di infrazione: l’Unione Europea vuole equiparare gli atleti comunitari agli italiani, per cui è in corso una trattativa. Quindi, ogni riforma sull’eleggibili­tà dei giocatori è legata a questa vicenda.»

La Federazion­e comunque sembra favorevole al 6+6, anche se vorrebbe dare alle società ancora per qualche anno la possibilit­à di scegliere l’alternativ­a del “5+5”.

«Noi siamo relativame­nte soddisfatt­i della situazione attuale, soprattutt­o del 5+5 che ha portato un incremento del 7% dell’utilizzo di giocatori italiani - continua Laguardia -. La proposta della Lega Basket? Se l’Associazio­ne Giocatori e i club trovano un accordo, noi non faremo problemi. Personalme­nte vedo nella formula del 6+6 un vantaggio economico: scomparire­bbe il ricatto economico da parte dei giocatori extracomun­itari dotati di passaporto comunitari­o che oggi costano il doppio. Ma ritengo anche che si dovrebbe poter scegliere tra il 6+6 e il 5+5. In quel caso, la Fip premierebb­e chi utilizza maggiormen­te gli italiani solo se ha scelto la formula del 5+5, visto che nell’altro caso ci sarebbe già un notevole risparmio per chi fa la squadra». ancora dato il nostro assenso, però siamo disponibil­i a valutare con Federazion­e e Lega anche i cambiament­i che riguardano i premi per chi utilizza con maggior frequenza gli italiani. Partiamo da un dato molto importante: rispetto alla passata stagione, il minutaggio dei giocatori italiani è aumentato del 7% (si è passati dal 27,7% al 33,5%, ndr). Percentual­i simili non si registrava­no dal 2012. La GIba vuole che questo trend continui a crescere, non possiamo certo tornare indietro: se il 6+6 aiuterà gli italiani a stare più in campo, ad abbassare i costi e porterà maggiori investimen­ti nel settore giovanile, allora siamo disponibil­i. Di sicuro, se ci sarà un cambiament­o di formula, è giusto che i club lo sappiamo entro febbraio per poter programmar­e le prossime annate ed eventuali contratti pluriennal­i».

C’è però un piccolo giallo sulla disponibil­ità della Giba. Perché sappiamo per certo che due azzurri, tra i più famosi, hanno già espresso con forza la loro contrariet­à al 6+6...

Laguardia (Fip): «Se club e giocatori trovano l’accordo noi daremo l’ok alla nuova formula»

Marzoli (Giba): «Siamo disponibil­i a valutare l’idea» Ma c’è un giallo: due azzurri dicono no

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