Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
L’ultimo ostacolo al 6+6 è... l’Europa
SERIE A Possibile cambio dell’eleggibilità dei giocatori: ma la UE vuole che i comunitari siano equiparati agli italiani
L’impatto che gli italiani, giovani e non, stanno avendo sulla stagione in corso non solo è innegabile: rappresenta anche una luce ben visibile nel tunnel buio in cui il nostro basket era finito qualche anno fa con l’arrivo di legioni di americani di livello decisamente imbarazzante. Reggio Emilia, Cremona, Bologna, hanno confermato che si può vincere, divertire e divertirsi puntando sui nostri atleti.
Per questo la proposta dei club di serie A di passare già dalla prossima stagione alla formula del “6+6” (6 stranieri senza vincoli di passaporto e 6 italiani) oltre a cancellare l’imbarazzante mercimonio di passaporti europei o Cotonou, potrebbe davvero dare un impulso fondamentale al movimento: senza dover pagare più soldi ad americani con nazionalità comunitaria, le società sarebbero in grado di investire sui settori giovanili con maggiore continuità e convenienza.
OSTACOLO. Ma il cambio è così scontato come sembra? Secondo noi si farà. L’ostacolo maggiore da superare non appare però l’Associazione Giocatori, quanto l’Unione Europea, come spiega Gaetano Laguardia, vice presidente della Fip: «Abbiamo avuto un avviso di infrazione: l’Unione Europea vuole equiparare gli atleti comunitari agli italiani, per cui è in corso una trattativa. Quindi, ogni riforma sull’eleggibilità dei giocatori è legata a questa vicenda.»
La Federazione comunque sembra favorevole al 6+6, anche se vorrebbe dare alle società ancora per qualche anno la possibilità di scegliere l’alternativa del “5+5”.
«Noi siamo relativamente soddisfatti della situazione attuale, soprattutto del 5+5 che ha portato un incremento del 7% dell’utilizzo di giocatori italiani - continua Laguardia -. La proposta della Lega Basket? Se l’Associazione Giocatori e i club trovano un accordo, noi non faremo problemi. Personalmente vedo nella formula del 6+6 un vantaggio economico: scomparirebbe il ricatto economico da parte dei giocatori extracomunitari dotati di passaporto comunitario che oggi costano il doppio. Ma ritengo anche che si dovrebbe poter scegliere tra il 6+6 e il 5+5. In quel caso, la Fip premierebbe chi utilizza maggiormente gli italiani solo se ha scelto la formula del 5+5, visto che nell’altro caso ci sarebbe già un notevole risparmio per chi fa la squadra». ancora dato il nostro assenso, però siamo disponibili a valutare con Federazione e Lega anche i cambiamenti che riguardano i premi per chi utilizza con maggior frequenza gli italiani. Partiamo da un dato molto importante: rispetto alla passata stagione, il minutaggio dei giocatori italiani è aumentato del 7% (si è passati dal 27,7% al 33,5%, ndr). Percentuali simili non si registravano dal 2012. La GIba vuole che questo trend continui a crescere, non possiamo certo tornare indietro: se il 6+6 aiuterà gli italiani a stare più in campo, ad abbassare i costi e porterà maggiori investimenti nel settore giovanile, allora siamo disponibili. Di sicuro, se ci sarà un cambiamento di formula, è giusto che i club lo sappiamo entro febbraio per poter programmare le prossime annate ed eventuali contratti pluriennali».
C’è però un piccolo giallo sulla disponibilità della Giba. Perché sappiamo per certo che due azzurri, tra i più famosi, hanno già espresso con forza la loro contrarietà al 6+6...
Laguardia (Fip): «Se club e giocatori trovano l’accordo noi daremo l’ok alla nuova formula»
Marzoli (Giba): «Siamo disponibili a valutare l’idea» Ma c’è un giallo: due azzurri dicono no