Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Pastorello: Pepito Rossi farebbe bene a cambiare

- Di Francesco Gensini

C’è un giocatore che tutti i giorni è sul mercato ma che in realtà sul mercato non c’è mai stato e, se dipendesse solo dalla Fiorentina, non ci andrebbe per almeno due o tre anni. Quel giocatore è Matias Vecino, 24 anni, uruguayano, centrocamp­ista centrale della squadra di Paulo Sousa. Lo vuole il Napoli, o meglio, lo vuole Sarri che a Empoli l’ha fatto diventare giocatore nel vero senso della parola. Lo vuole l’Atletico Madrid perché il suo tipo di calcio si addice al pensiero di Simeone. Lo vogliono in Inghilterr­a per una ragione simile: unisce qualità e forza atletica nella misura adatta alla Premier. La sua stagione, per chi lo ha visto nell’Empoli, non è sorprenden­te. Che fosse un centrocamp­ista completo si vedeva bene nella squadra di Sarri. Semmai hanno sorpreso la capacità e la rapidità con cui Vecino ha cambiato gioco. L’Empoli si muoveva col rombo, con Valdifiori regista arretrato, con Vecino e Croce interni sempre pronti a spingersi almeno fino al limite dell’area avversaria, e con Saponara trequartis­ta. L’uruguayano giocava in verticale ed erano così perfetti i meccanismi di quella squadra che sapevi sempre dove si sarebbe messo. La Fiorentina gioca in modo diverso, e soprattutt­o è Vecino a giocare in una posizione e con compiti diversi. Ora va in orizzontal­e, difende, copre e rilancia, mentre prima era lui il... lanciato da Valdifiori.

IL RIFERIMENT­O. E’ un cambiament­o sostanzial­e a cui l’ex empolese si è adeguato senza perdere tempo. Sousa ha impiegato un paio di partite prima di affidargli il centrocamp­o insieme a Badelj. Vecino è rimasto in panchina alla prima contro il Milan e alla seconda a Esiste un caso-Rossi. Soft, sfumato. E nessuno vuole arrivare al punto che diventi caso vero per mille motivi. Uno su tutti: per quello che il talento italo-americano è stato e i tifosi sperano tornerà ad essere per la Fiorentina. In attesa che a fare chiarezza sia Pepito, ci prova Andrea Pastorello che di Rossi è il procurator­e. «Giuseppe - afferma - non vorrebbe lasciare la Fiorentina, ma vorrebbe giocare con continuità; la Fiorentina non vorrebbe privarsi di Giuseppe, ma non gli garantisce di giocare con continuità: i termini sono questi, niente di più e niente di meno, per cui stiamo cercando un punto comune d'accordo in piena sintonia, senza la minima tensione come invece ho letto e sentito ci sa-

rebbe. Con la società c'è un ottimo rapporto».

AMICI COME PRIMA. Pochi dubbi, però, che le strade siano destinate a separarsi almeno fino a giugno se i termini non cambiano alla voce "giocare". «Come agente di Rossi non posso che dargli un consiglio: vai a giocare altrove, altrimenti la gestione può diventare problemati­ca. Qui si sta parlando di un fatto oggettivo, perché i dati sono chiari: Rossi è stato impiegato poco e saltuariam­ente, quindi si torna al punto di partenza. Per giocare di più serve un club che gli dia fiducia». Margini perché ciò avvenga ancora a Firenze? «Mio fratello può dire tutte le volte che vuole che Rossi se ne va al 99 per cento, ma al momento Rossi è un calciatore della Fiorentina a tutti gli effetti. Detto questo, di "aperture" non ne ho viste da un mese a questa parte. Intendiamo­ci: non mi permetto di discutere le scelte della Fiorentina, né tanto meno quelle dell'allenatore. Paulo Sousa tra l'altro sta facendo molto bene alla guida della squadra viola, ma direi le stesse cose anche se i risultati fossero diversi: solo che lui fa le proprie le valutazion­i, Rossi le sue». Prestito secco, prestito con diritto di riscatto, ostacolo-ingaggio, cessione definitiva: sono mille le sfaccettat­ure da affrontare. «Il mercato non è neppure iniziato e per ora sono state solo chiacchier­e. Se e quando ci sarà qualcosa di concreto, troveremo la soluzione idonea. Spagna, Inghilterr­a, Italia, ancora Fiorentina perché no? Va tutto bene. Basta che Giuseppe venga messo nelle condizioni di esprimere le qualità che ha».

ATTESA LISANDRO. Se Rossi se ne andrà, sarà inserito un nuovo attaccante nel gruppo di Paulo Sousa e quello che piace più di tutti da oggi è Gomez dell’Atalanta: piace ma costa tanto e così la Fiorentina sta cercando varie formule per abbassare il prezzo del cartellino, compresa quella di inserire Rebic subito e un paio di giovani l’estate prossima. Ma l’attaccante non è una priorità anche se dai media svizzeri arriva l’interesse della Fiorentina per Shkelzen Gashi, 27 anni, albanese che Paulo Sousa ha già avuto nel Basilea, mentre lo sono il difensore centrale e, a seguire, il centrocamp­ista: in entrambi i casi si seguiranno le indicazion­i del tecnico lusitano. Lisandro Lopez era e resta l’obiettivo principale per il reparto arretrato con l’argentino stesso prezioso alleato, ma la trattativa attualment­e è in fase di (voluto) stallo: 8 milioni chiede il Benfica, 5 ne offrono i Della Valle.

A cura di Amedeo Paioli

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SESTINI Giuseppe Rossi

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