Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Dall’1 febbraio test a Sepang
Che mondiale dobbiamo aspettarci dal 2016? Abbiamo iniziato a domandarcelo, dobbiamo confessarvelo, fin dall'ultimo Gran Premio di Valencia, quando le tifoserie contrapposte di Valentino Rossi e dei piloti spagnoli si sono scontrate, seppure solo virtualmente per fortuna, al massimo della virulenza.
Contrariamente a quanto accade nel calcio, che nel bene e nel male è il re di tutte le discipline sportive, se si guarda al seguito e agli interessi che muove, al di là della passione espressa dai due fronti nel motociclismo non è accaduto nulla di riprovevole. Né sui circuiti né fuori.
Un fatto che ci ha riappacificato con lo sport che amiamo e con i suoi tifosi. Gli stessi che tifando Renzo Pasolini negli anni '70 a Misano esponevano lo striscione: «Agostini, attento ai guanti» per prendere per i fondelli il signor 15 titoli che in una gara precedente aveva dato la colpa di una (rara) sconfitta ai guanti nuovi che gli avevano tolto sensibilità alla mano destra, quella del gas e del freno.
E' pure vero però che il 2015 è stato l'anno in cui un pilota, anzi 'IL' pilota, Valentino Rossi, ha tacciato gli avversari di aver ordito una macchinazione nei suoi confronti. Una accusa grave che ha avvelenato uno dei mondiali più belli di sempre. In realtà non si è trattato di una novità assoluta: nel 1998, lo ricorderete, una dubbia bandiera nera a Barcellona, successiva ad un ride throught non rispettato per un sorpasso sotto gialla per lui invisibile coperto com'era da Barros, mise fine al sogno di Max Biaggi di vincere il mondiale delle 500 all'esordio. Magari l'avrebbe vinto, magari no. I giudici sbagliano, non è stata la prima volta, non sarà l'ultima.
«Non sono preoccupato: 36 o 37 anni non fanno certo la differenza»
«Le prestazioni dipendono dalle motivazioni molto più che dall’età»
«Comunque sarà importante come le nuove Michelin si sposeranno con la mia Yamaha»
La presentazione del suo team il 18 gennaio a Barcellona, dove ritroverà Lorenzo...
UMANO. Grave sarebbe stato se il Fenomeno, l'uomo dai nove titoli e 112 vittorie, disgustato, si fosse arreso. E invece no, il Valentino nazionale, obbligato a partire per ultimo sullo schieramento, amareggiato dalla perdita del ricorso al TAS, a Valencia ha messo comunque il casco in carena e si è battuto. Onore a lui. Un titolo, in più o in meno, non cambia l'opinione che in questi anni ci siamo fatti di lui, anzi se possibile ce lo ha reso più umano perché ha mo-
PRESENTAZIONI
A BARCELLONA il 18 gennaio Team Yamaha A CASOLE D'ELSA il 20 gennaio Team DucatiPramac
TEST
A SEPANG l’1, 2, 3 febbraio A PHILLIP ISLAND il 17, 18, 19 febbraio A DOHA il 2, 3, 4 marzo
PROBLEMA. Chi lo conosce da vicino rivela di non aver mai visto Rossi così toccato dalla fine del campionato. Ma è anche vero, come disse Lin Jarvis fin dal GP della Repubblica Ceca che «il mondiale lo vince sempre uno solo. Noi ci impegneremo al massimo per dare ad entrambi il medesimo materiale e lo stesso supporto. Questo è il problema di avere due grandi piloti in squadra, ma credetemi: è un gran bel problema da avere».
Ora l'importante è che non si inizi il campionato con la stessa tensione. Un po' forse ci sarà, a partire dalla presentazione del team Yamaha che avverrà a Barcellona il 18 gennaio. Lì Sua Velocità incontrerà nuovamente Lorenzo, ma è difficile fra lui e Jorge ci sia il medesimo grande freddo che abbiamo visto all'Eicma di Milano. I grandi campioni sono quelli che si battono, sempre e comunque.