Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

POCETTA «INTER: LAVEZZI XHAKA A NAPOLI»

«Nerazzurri pronti subito al colpo scudetto A luglio lo svizzero potrebbe andare da Sarri»

- Di Fabio Massimo Splendore

Una vita nel calcio. Giampiero Pocetta ha giocato. E poi ha gestito calciatori, il lavoro che continua a fare. Cominciand­o da Vincent Candela («una fortuna averlo conosciuto e gestito. Ed essergli amico»). Poi accanto a Ernesto Bronzetti, grande mediatore internazio­nale insieme al quale ha lavorato tra la Spagna e la Milano sponda rossonera. E poi giocatori navigati come Amauri. O grandi intuizioni come Defrel. E giovani.

Possiamo partire da Vincent Candela? «Se dico che è stato un giocatore fantastico questo probabilme­nte lo sanno tutti. Se dico che lo spessore umano è fuori quota questo magari lo sanno in meno. Ed è una grande qualità. Ci sentiamo spesso. Vincent vuole fare l’allenatore. E per me può farlo anche bene».

Allenatori. Uno che sta facendo bene in serie A? «Molto bene. Facile. Eusebio Di Francesco. La sua squadra è con Fiorentina e Napoli quella più organizzat­a della serie A, in cui si avverte forte la mano del tecnico. Poi ha competenza, entusiasmo e, attenzione, grande personalit­à. E questa è una cosa che i calciatori avvertono. Lo dico da ex calciatore».

Quindi Di Francesco potrebbe anche fare il grande salto. E’ pronto al decollo tra le big? «Non gli manca assolutame­nte nulla. Prontissim­o».

Che mercato di gennaio ci aspetta? «Un mercato movimentat­o in cui il grande equilibrio che c’è in vetta e in coda metterà almeno dieci squadre in condizione di dover muoversi. Qualcuna molto. Determinan­do nuovi equilibri, a quel punto decisivi».

Il colpo di gennaio? «E’ storia di questi giorni... Io dico Lavezzi all’Inter. Perché percepisco entusiasmo nell’ambiente nerazzurro, la voglia di rifare qualcosa di importante, di provare a vincere lo scudetto. E l’allenatore quando vuole i giocatori sa farseli prendere».

La Juve può arrivare a Gundogan? «Operazione non facile a gennaio. Ma grande giocatore. Io dico... Moutinho: qualità e quantità, esperienza, quel che può servire per mettere qualcosina in più in mezzo».

La Roma che farà? «Perotti: da quel che vedo piace al direttore. E poi un difensore. Ma lì non ho idee».

Andiamo avanti. Il Napoli? «Il suo grande presidente ha parlato di due acquisti. Io mi concentro sul centrocamp­ista: non credo che l’Ajax dia Klaassen ora. Per me potrebbero tornare su Soriano. Perché a Vecino non ci arrivano: a logica la Fiorentina non lo molla».

A Firenze che faranno? «Uscirà Rossi e servirà un esterno d’attacco: Papu Gomez».

Lei gestisce un giocatore che in estate aveva una decina di squadre dietro: Defrel. Prevede di muoverlo ora? «No. Gregoire secondo me ancora non sa quanto è forte. Fa il profession­ista da 4-5 anni, prima era un dilettante in Francia. Giocatore straordina­rio, non perché sia mia la gestione: grande gamba, molto tecnico, un interprete ideale per il calcio di oggi».

Tatticamen­te eclettico. A Cesena faceva la seconda punta, con Di Francesco fa il falso nueve... «E’ la sua forza. Può fare anche l’esterno d’attacco».

Da grande squadra? «Io sono contento che sia andato al Sassuolo. Molto. Perché con Di Francesco sta crescendo ancora. Ma sì, Defrel è da grande squadra. E attenzione, il Sassuolo potrebbe giocarsi un posto in Europa League».

Quale squadra per Defrel? «Io direi la Roma».

Una operazione di mercato a cui si sente particolar­mente legato? «Il primo passaggio di Amauri dalla Juve al Parma, perché nacque dal nulla e sembrava impossibil­e. E invece poi lui arrivò lì e con sette gol contribuì alla salvezza. Mi faccia dire che vorrei che questo mercato riconsegna­sse Amauri ad una squadra in cui poter fare la differenza. Io lo vedo ancora carico di voglia, motivato. Dargli questa nuova opportunit­à è un mio obiettivo. E poi, tornando alle operazioni, cito la più recente: Pellegrini al Sassuolo».

Pellegrini, il giovane della Roma che dall’eurogol al City di Vieira in Youth League nove mesi fa è passato al primo gol in serie A il mese scorso... «Proprio lui. Con Sabatini e il Sassuolo è stata fatta la scelta di farlo andare per anticiparn­e la crescita calcistica. La Roma ha un diritto di riacquisto».

Tra i giovani che gravitano nella sua gestione c’è anche Viviani. Ma vogliamo mettere la parola fine sul giallo Palermo in estate? «Nessun giallo. E io la parola fine l’ho messa nel momento in cui Federico si è coraggiosa­mente preso le sue responsabi­lità. Poi quel che a più riprese ha detto Zamparini non voglio commentarl­o: diciamo che ho preferito pensare che fosse un modo per sottolinea­re quanto tenesse a Viviani e fosse dispiaciut­o che avesse scelto Verona. Viviani ha grandi prospettiv­e».

Torniamo alle panchine. United e Real cambiano? «Perez ha uno spessore morale che mi fa risultate difficile pensare che torni indietro su una sua scelta. E Van Gaal non si dimette dallo United. Difficile che cambino ora».

Il futuro? «Mourinho allo United. Al Real non so».

Conte vince l’Europeo? «Mi piacerebbe tanto, per me intimament­e ci crede e questa è la sua grande forza che potrebbe arrivare a rendere possibile l’obiettivo. Però io credo vinca la Germania».

E poi Conte che fa? «Va in qualsiasi squadra che vuole fare un progetto per vincere».

Alla Roma? «In qualsiasi squadra che vuole fare un progetto per vincere. Possiamo andare avanti all’infinito..».

Italia o estero? Giampiero Pocetta, 50 anni, ex calciatore ha lavorato

a lungo al fianco

di Ernesto Bronzetti

Juve e Napoli «Gundogan grande colpo e Klaassen pure. Ma ora vedo Moutinho e Soriano da Allegri e Sarri»

Roma e Fiorentina «Credo che Sabatini possa prendere Perotti. Per i viola esce Rossi e arriva Papu Gomez»

Defrel «Non sa ancora quanto è forte Merita una grande se dovessi scegliere penserei alla Roma»

Di Francesco «Il suo Sassuolo può lottare per l’Europa e lui ha competenza e personalit­à che lo porteranno in alto»

Conte «Lascerà l’azzurro dopo l’Europeo La Roma? Non so... Dove c’è un progetto a vincere lui andrà»

All’estero «United e Real? Non credo cambino ora. Poi vedo Mou all’Old Trafford E CR7 da Ancelotti»

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Amauri, 35 anni

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