Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Blitz, cloni e servizi segreti
Primo episodio di spionaggio nel 1912: opera di Peugeot
Nel dubbio che il cammello passi dalla cruna dell’ago, è certezza che alcune macchine siano passate dal buco della serratura. Farsi gli affari degli altri, nelle corse d’auto, è sempre stato sostanzialmente doveroso ancorché formalmente riprovevole.
Quelli della Spy Story 2007 non inventarono nulla - semmai la fecero più sporca di altri - perché lo spionaggio nell’automobilismo è nato oltre cent’anni fa.
I CIARLATANI. Due episodi superano il secolo di età. Per correre nel 1912 la Peugeot affidò la progettazione a due concorrenti: Ettore Bugatti e la coppia francese Georges Boillot-Jules Goux, piloti detti “I Ciarlatani”. La spuntarono loro, ingaggiando dalla spagnola Hispano-Suiza gli ingegneri Paul Zuccaro ed Ernest Henry, che portarono in dote fior di progetti.
L’anno dopo i copioni finirono per essere copiati: una Peugeot L76 venne affidata al pilota Dario Resta per un tour promozionale in Inghilterra. Luis Coatalen, capo della Sunbeam, invitò Resta a dormire nella sua casa di Wolverhampton dopo averlo intrattenuto in una cena abbondante e innaffiata da vini pregiati. Nella notte i tecnici della Sunbeam smontarono e misurarono la Peugeot: un’incursione che permise al marchio inglese di entrare da protagonista nelle corse.
MITICA COOPER. Dopo la Seconda Guerra l’automobilismo inglese decollò grazie allo staff di John Cooper, forte dei progetti sottratti dall’agente dell’intelligence Cameron Earl all’Auto Union in un blitz nelle industrie tedesche fermate dai bombardamenti. La prima Cooper 500 fu assemblata usando il muso di una Fiat Topolino.
In tempi più recenti - siamo al 1966 - sospetti di spionaggio sempre respinti da John Surtees furono alla base del suo licenziamento da parte di Enzo Ferrari.
CLONI. La storia racconta della condanna della Arrows nel 1978 per aver schierato una macchina clone della Shadow 1977, di un’azione di spionaggio della Ferrari nel 1980 a spese della Williams, della Rial 1988 creata dell’ex ferrarista Gustav Brunner, tanto simile alle Rosse da essere soprannomimata “Ferrari blu”, di messaggi radio criptati, tecnologia militare, uomini dei servizi segreti in azione nei paddock. E di molto altro.
L’automobilismo inglese decollò dopo un’incursione nelle officine della tedesca Auto Union