Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

La difesa alza il muro: torna Barzagli

- F.bon.

LA ROMA. Per fare 13, la Juve deve superare l’ostacolo più duro di questa sua fantastica serie, la Roma. Non era facile da saltare nemmeno quello con la Fiorentina, che però ha deciso di non presentars­i allo Juventus Stadium (anche in quel caso, rigore di Ilicic a parte, Buffon poteva andarsene dalla porta). La Roma, secondo Allegri, è ancora in lotta per lo scudetto e dunque è un avversario dello stesso livello dei bianconeri, nonostante i 7 punti di differenza. Se passa anche la Roma, avrà - oltre alla sfida d’andata di Coppa Italia con l’Inter - Chievo, Genoa e Frosinone prima dello scontro col Napoli del 13 febbraio. Quella sera, striscia o non striscia, avremo la risposta al quesito di questo campionato: vincerà la bellezza o la forza? TORINO - Obiettivo Roma: tornano i big. La Juventus prepara lo scontro diretto di domenica sera contro i gialloross­i con il morale a mille. E con una buona notizia: è tornato a lavorare con il gruppo Andreea Barzagli. Il difensore, fermatosi nell’ultima gara del 2015 contro il Carpi per un problema muscolare ad un polpaccio, è completame­nte ristabilit­o e, a meno di sorprese, è pronto a tornare titolare. Con il difensore, torneranno dal primo minuto Buffon, Khedira, Mandzukic e Dybala. Anche Evra, non convocato come Khedira contro la Lazio e rimasto a Vinovo a lavorare, dovrebbe essere riproposto dal primo minuto. Il francese è però al centro del ballottagg­io con l’ottimo Alex Sandro di questo periodo. Allegri dunque si affiderà al consueto 3-5-2 con Barzagli-Bonucci-Chiellini davanti a Buffon, Marchisio in regia affiancato da Khedira e Pogba, Lichtstein­er e uno tra Evra e Alex Sandro sugli esterni. Mandzukic-Dybala sarà la coppia d’attacco.

Non si è mai parlato così poco di calcio. Eppure la due giorni di Coppa Italia ha regalato verdetti, conferme e sorprese. L’Inter, ad esempio. Esiste, è viva più che mai. E non era scontato.

Quando può fare la partita che preferisce (attesa e ripartenza) sa ancora essere molto pericolosa. La risposta arrivata dal San Paolo è molto forte. Una squadra tosta, quasi perfetta quando deve far giocar male l’avversario. Illuminata dal talento intermitte­nte ma cristallin­o di Stevan Jovetic, aggrappata al paradosso di chi (specialità della casa) sa vincere senza brillare.

La prima ora contro il Napoli è stata in linea con lo stereotipo della squadra bruttina ma efficace, i gol sono arrivati paradossal­mente quando Sarri ha aumentato il tasso tecnico con la doppia “acca” di Hamsik e Higuain. Handanovic ha fatto il fenomeno e anche questa non è una notizia. Il risultato, che nel calcio non è (quasi) mai casuale, conferma la sensazione di una squadra tonica, ancora imperfetta ma non fuori dai giochi, se sarà capace di servire Icardi con maggiore frequenza e qualità, tema che diventa cruciale soprattutt­o nelle partite “facili”, quelle a San Siro con le medio-piccole. Da questo punto di vista il test con il Carpi non è banale. E per Mancini, come per Sarri, il primo appuntamen­to dopo la notte agitata del San Paolo, avrà i riflettori accesi e puntati addosso.

Può approfitta­rne la Juve, perfetta anche quando cambia, come in Coppa Italia. Va avanti senza risolvere il tema Morata che rimane inchiodato ai miseri tre gol stagionali e a digiuno dal 4 ottobre. La squadra però rimane tosta e decisa, intensa e libera di testa, abituata a non mollare mai, bulimica come nessun altro. Il suo Dna è la vittoria, poche storie. Contro una Lazio dignitosa e sfortunata nell’infortunio di Biglia dimostra di essere sempre un metro avanti. Zaza è un uomo simbolo per la prontezza con cui si fa trovare. Perfetto ogni volta che c’è un’occasione, mai polemi- co per il poco impiego, volenteros­o e lucido, gregario di sicura affidabili­tà.

Napoli dovrà cancellare le polemiche e ricompatta­rsi subito. Non credo proprio che Sarri sia omofobo ma ha commesso un errore grave in diretta mondiale pagando anche una certa dose di inesperien­za. Vittima di un modo di dire che non è accettabil­e. Non più, almeno. In vent’anni è cambiato molto, anche il linguaggio. Alcune paro-

Juve perfetta anche se cambia. Napoli e Inter col fattore H: Higuain, Hamsik e Handanovic

le sono giustament­e vietate. Troppo delicato il tema dei diritti, troppo importante quello della tolleranza, della lotta a qualsiasi discrimina­zione.

Del resto proprio a Napoli, città magnifica, purtroppo spesso sfiorata da cori imbecilli, sanno bene quanto etichette e razzismo possano far male.

Sarri, progressis­ta di fede, ha visto evaporare in cinque minuti un credito d’immagine e simpatia molto forte. Il suo stile naif, la gavetta del figlio dell’operaio dell’Italsider che allena in tuta e riporta a un calcio antico e romantico, si è improvvisa­mente scontrata con una polemica di cui tutti avremmo fatto volentieri a meno. Soprattutt­o lui, che si è scusato e lo farà ancora. E prima o poi Mancini farà bene a stringergl­i la mano.

 ?? LAPRESSE ?? Simone Zaza, 24 anni
LAPRESSE Simone Zaza, 24 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy