Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Hewitt, contro Ferrer l’ultimo “come on”

- M.v.

Un italiano calmo, che sa come spaventare i campioni. Gentile, ma quando serve capacissim­o di rispondere a tono. Trattasi di Andreas Seppi, il maratoneta pallido di Caldaro che l'anno scorso senza scomporsi troppo indicò al suo amico Roger Federer la strada per l'uscita dagli Australian Open. Era il terzo turno, ricorderet­e, e Andreas arrivò poi ad un passo dai quarti facendosi annullare un matchpoint in ottavi contro Nick Kyrgios. «Ma no, a quel match contro Roger ho smesso di pensarci dallo scorso marzo», assicura oggi Andy. «Abbiamo giocato altre volte insieme, poi è naturale chiudere un capitolo e guardare avanti».

Avanti, e cioè dall'altra parte della rete, stamattina alle 9 (diretta tv su Eurosport) c'è un altro cliente mica male. Meglio: il peggiore di tutti, Novak Djokovic, il numero uno del mondo, il babau di tutto il circuito, Seppi compreso, che ci ha perso 11 volte su 11 in carriera. Nole, insieme con David Ferrer, è anche l'unico avversario compreso fra gli attuali Top Ten che Seppi non è mai riuscito a domare.

Con tutti gli altri ce l'ha fatta almeno una volta. Il bilancio con Murray è 1-7, 1-13 con Federer. Wawrinka invece Andreas lo ha battuto 3 volte su 11 - ricorderet­e un match da brividi al Foro Italico con tutta Roma assiepata sul "Pietrangel­i" - Nadal una volta su 7 (nel 2006, indoor), Berdych 2 su 8. Con Nishikori il conto è pari - due successi a testa - mentre è 1-5 con Gasquet e 1-3 con Tsonga. Ferrer, che l'ha spuntata sempre in 9 precedenti, è un muro di gomma sul quale il nostro è sempre scivolato, Djokovic un caso a parte.

Da un anno il Joker è diventato imbattibil­e o quasi - solo gli svizzeri sembrano digrignare e alla fine masticò anche quella partita al quinto. Andreas ha imparato la lezione, e l'ha messa in pratica contro Federer, che prima dello scorso Australian Open non aveva mai battuto in 13 confronti.

« Novak resta il favorito - ammette Andreas - anche perché viene da un 2015 mostruoso e comunque da due Fino all’ultimo ha stragiocat­o, Lleyton Hewitt, però contro David Ferrer non gli è bastato. Stamattina, quasi all’alba italiana, sarà ancora sul campo 3 in coppia con il connaziona­le Sam Groth, contro Kontinen-Peers, e magari andrà ancora avanti nel torneo di doppio. Ma la sua carriera è finita comunque ieri sulla Rod Laver Arena, dopo tre set tiratissim­i contro lo spagnolo, quasi suo coetaneo, che però non gli ha lasciato scampo nel secondo turno di singolare: è finita 6-2 6-4 6-4, dopo 2h34’ di una partita appassiona­nte che tutti avrebbero voluto infinita. Tranne ovviamente Ferrer, il quale tuttavia ha raccontato della maglietta autografa- ta di Hewitt ben conservata tra i propri cimeli.

« Ho avuto la conclusion­e perfetta di una carriera in cui ho dato sempre il 100%», sono state le parole con le quali il 34enne australian­o ha salutato il pubblico degli Australian Open. Lelyton ha disputato lo Slam di casa per venti volte, solo in una è andato in finale, nel 2005, lui che invece è stato capace di vincerne due, di Slam: US Open 2001 e Wimbledon 2002. E per salutare degnamente quella che è stata la sua seconda casa, in mezzo al campo si è fatto raggiunger­e dai figli Mia (10 anni), Cruz (7) e Ava (5), portandose­li poi dietro anche nella sala riservata alle conferenze stampa, dove finalmente si è concesso un flut di champagne. È rimasta invece in tribuna la deliziosa Bec, fin qui con i bambini sempre vicina al marito in giro per il circuito.

Omaggiato in video dai saluti affettuosi dei colleghi più illustri, Roger Federer, Novak Djokovic e Rafa Nadal per tutti, ai quali mancherann­o sicurament­e i suoi “Come on!” urlati in faccia dopo i punti più belli o più complicati, “Rusty” dopo gli Australian Open si dedicherà definitiva­mente all’incarico di Coppa Davis, seguendo in particolar­e Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis. «Ho amato ogni giorno in cui ho giocato in giallo e oro per l’Australia», ha detto Hewitt. Chissà che non ci riescano anche i suoi intemperan­ti eredi.

«La conclusion­e perfetta di una carriera sempre al 100%». Il saluto con i figli in campo

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GETTY Lleyton Hewitt, 34 anni, con i figli

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