Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
PIPITA & C. UN SOLO GUSTO QUELLO DEL GOL
Azzurri scatenati a Marassi: apre Higuain, poi Insigne Hamsik e Mertens consolidano il primato degli azzurri
A disposizione: Puggioni, Brignoli, Coda, Pereira, Silvestre, Palombo, Ivan, Krsticic, Muriel, Rodriguez. A disposizione: Gabriel, Rafael, Maggio, Valdifiori, David Lopez, Chiriches, Luperto, Chalobah, Gabbiadini.
MARCATORI: 9’ pt Higuain (N), 18’ pt Insigne (N, rig.), 44’ pt Correa (S), 14’ st Hamsik (N), 20’ st Eder (N), 35’ st Mertens (N). ASSIST: Carbonero (S). ARBITRO: Orsato di Schio 5,5; arbitri d’area: Damato e Doveri; guardalinee: Barbirati e Marzaloni; quarto uomo: Manganelli. ESPULSI: 14’ st Cassani (S) per doppia ammonizione. AMMONITI: Jorginho (N) 13’ pt per gioco falloso; Cassani (S) 27’ pt per fallo di mano; NOTE: Spettatori paganti 3.521 (incasso 115.343,00) abbonati 19.114 (quota 152.366,13). Angoli: 6-3. Recupero: p.t. 1’, s.t. 4’. E’ un giorno all’improvviso, mentre intorno s’avverte ancora l’eco d’una settimana vibrante, e c’è persino il rischio d’esserne rimasti storditi, il Napoli sceglie d’usare le maniere forti, di prendere il campionato e strapazzarlo a modo suo - per quel che può: resiste la Juve ma l’Inter (con la Viola) è laggiù, a sei punti - d’autorità e però
anche d’autorevolezza. Perché si sappia, in quell’orizzonte sparso c’è un sogno che vive, e gli effetti collaterali (assai presunti) di turbolenze sparse qua e là vanno spazzate via con (pre)potenza, lasciandosi alle spalle le cicatrici dell’anima e infiocchettando la quinta vittoria consecutiva. E un giorno all’improvviso, danzando tra gl’interrogativi che rotolano nel pallone, le risposte (affermative) che arrivano da Marassi inducono a pensare che la «rivoluzione» stia seriamente partendo dal Sud, epicentro Napoli, ed alla Sampdoria che ondeggia, che sbanda, reagisce e poi stramazza al suolo per la sua terza sconfitta consecutiva, viene il sospetto d’aver affrontato un mini-esercito di «marziani», extraterrestri scesi su questa terra pur nella loro (occasionale) svagatezza, padroni d’un destino che scrivono e cancellano e poi rielaborando a modo loro, quando e se ne hanno voglia, scavando un solco «incolmabile», spingendosi bel al di là d’un 4-2 che dice tutto e persino niente, perché c’è una partita sepolta immediatamente e mai seriamente risorta dalle ceneri di quell’avvio.
TUTTO IN FRETTA. SampdoriaNapoli è un’illusione conservata nel fazzoletto di diciotto minuti, il tempo necessario per mandare in crisi Barreto (innanzitutto) attraverso pressing e forcing, di spingerlo alla insana follia (retropassaggio per Viviano) che al 9' consegna ad Higuain l’10 e poi ad abbandonarsi su un solenne Albiol, per il rigore che Insigne trasforma nel 2-0. Ma prima (al 3') e dopo (21' e 30') è un’orgia, un sensazione di dominio assoluto ch’è racchiusa nella capacità del Napoli d’esaltare e nella sofferenza d’una Samp aggirata, sommersa, travolta, eppur capace di rialzarsi (44') sulla ripartenza di Carbonero che Correa eleva a speranza, però assai flebile, quasi inconsistente, avendo chiunque percezione che in quel «tridente» - ma pure altrove - ci sia magìa; che in Allan e pure nell’Hamsik creativo - esistano scorte d’energia e di inventiva incalcolabili.
SAMPDORIA
NAPOLI