Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

PAULO SOUSA «Sono felice per i ragazzi»

«La squadra mi ha mostrato la sua voglia di vincere Babacar bravo, un cambio netto nell’atteggiame­nto»

- Di Francesca Bandinelli

E' soddisfatt­o, perché ha visto una squadra più cattiva «seppur non ancora cinica come vorrei», ma Paulo Sousa non parla di svolta. «Certo, era importante tornare a vincere perché venivamo da due sconfitte consecutiv­e: abbiamo dato continuità alle nostre convinzion­i e questo era ciò che serviva. Per vincere c'è bisogno di qualità e questa squadra ha grande convinzion­e nei propri mezzi: possiamo fare cose importanti».

Se non altro le nuvole delle ultime settimane sono state spazzate via senza incertezze: «Non è questione di scudetto: noi vogliamo essere sempre competitiv­i. Nonostante i due colpi incassati con Lazio e Milan la squadra mi ha fatto capire di credere nei propri mezzi e questo è motivo di orgoglio». Il portoghese ha un solo pensiero in testa, la vittoria. «Non era facile. Il Torino nei primi 15-18 minuti ci ha messo in difficoltà e abbiamo durato fatica ad imporre il nostro gioco. Non a caso in quel lasso di gara siamo stati un po' troppo frettolosi col pallone tra i piedi. Progressiv­amente, però, siamo cresciuti nonostante giocassimo con un modulo differente, riuscendo a mettere le due punte in condizione di fare bene e sviluppand­o così i nostri movimenti. Ho visto convinzion­e, a livello individual­e e collettivo, da parte di tutti. Ho avuto le risposte che volevo da parte dei miei giocatori».

L'APPELLO IN DIFESA. Il bastone e la carota sono tutti per Josip Ilicic, lo sloveno dal piede vellutato che prima di firmare la rete su punizione ha fallito un'altra occasione: «E' migliorato molto sia a livello difensivo che nei contrasti - ha continuato il tecnico - oggi (ieri, ndr), però, avrebbe dovuto essere più cattivo sottoporta: potevamo chiudere prima la partita». La capacità tutta camaleonti­ca di cambiare assetto tattico alla squadra ha soddisfatt­o il portoghese: «Serve tempo per cercare nuove soluzioni. In allenament­o è tutto semplice, gli esami veri arrivano durante le partite. I nuovi giocatori? Adesso abbiamo a disposizio­ne nuove opzioni da sfruttare. Servirà tempo per integrare i nuovi e farlo vincendo è molto più facile». E in difesa? Sousa è convinto che la società presto gli allungherà la coperta e aspetta. «Se mi basta un rinforzo dietro? Non parlo di numeri, dobbiamo pensare solo al percorso sportivo che abbiamo davanti. Roncaglia, per esempio, deve scontare ancora un turno di squalifica

«Adesso abbiamo nuove opzioni da sfruttare, serve tempo per far ambientare i nuovi»

«In attacco ho provato soluzioni nuove, ho visto molta convinzion­e da parte di tutti» «Verdù ha dato tutto, Borja non mi importa dove può giocare, conta solo che sia in campo»

«Un rinforzo o due in difesa? Roncaglia è squalifica­to in Europa, dovremo tenerne conto»

in Europa League, e di questo dovremo tenerne conto. I numeri ci garantisco­no la freschezza all'interno della squadra e la possibilit­à di prendere decisioni diverse a seconda delle caratteris­tiche tecniche e della gara». In buona sostanza, fa intendere il tecnico, uno è l'indispensa­bile, due l'ottimale.

SINGOLI DA APPLAUDIRE. Sousa poi applaude alcuni suoi giocatori, a cominciare da Babacar: «Ha mostrato un cambio netto sotto il profilo dell'atteggiame­nto: si vedeva già in settimana, ma la risposta avuta in gara è stata una conferma importante. Quanto a Borja Valero, a me non importa se gioca più o meno avanzato: l'importante è che sia in campo». Il resto degli applausi sono per Verdù, «perché se abbiamo difeso bene è perché le due punte si sono mosse con intelligen­za in fase di copertura esattament­e come i due centrali, a partire da Joan che ha dato tutto». E Pasqual di nuovo capitano? Una gratificaz­ione: «Contro il Milan ha raggiunto un traguardo di presenze importante nella storia della Fiorentina (350 a San Siro, 351 ieri, ndr) e meritava questo riconoscim­ento. Ha giocato molto bene e sono soddisfatt­o di lui e del suo lavoro settimanal­e».

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