Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Il ds Gerolin: «Schelotto, che impatto»
«Si è vista la sua impronta Mijatovic? E’ solo un tifoso»
Al di là del dibattito sul modulo, apparso più un 4-3-1-2 che un tradizionale 4-3-3, decisiva la capacità di sacrificio dei centrocampisti. In testa Hiljemark, che ha unito la tempestività negli inserimenti ad una corsa sfrenata, per proseguire con Chochev, bravissimo nel recupero palla. Al decimo del secondo tempo Widmer si presenta solo in area con l’occasione del pareggio, ma Sorrentino gli sbarra la strada. Parte il contropiede rosanero con Vazquez e Hiljemark raddoppia. E’ l’episodio chiave, perché il Palermo, rimontato, avrebbe perso le sicurezze mostrate dopo il 2-0. Gli esterni di Colantuono sono durati poco. Buon inizio, poi sia Widmer che Edenilson si sono persi, sbilanciando la squadra, in particolare nel secondo tempo. Il giro palla è stato troppo spesso banale e scolastico senza mai incidere davvero. I cambi, in particolare Adnan a sinistra, non hanno cambiato la storia. L’atteggiamento iniziale dell’Udinese, che avrebbe dovuto sfruttare meglio le comprensibili paure di un Palermo sbalestrato dagli ultimi eventi. Troppo molli i friulani, poco cattivi nei 16 metri finali, colpevolmente fragili non appena i rosanero si sono svegliati trovando il vantaggio. L'asse svedese ha spostato gli equilibri della gara. Nel successo contro l'Udinese la copertina spetta alla premiata ditta Hiljemark-Quaison, protagonisti a parti invertite nei primi due gol che hanno indirizzato il match dalla parte dei padroni di casa. In evidenza il biondo centrocampista ex Psv Eindhoven, autore nel primo tempo dell'assist per il connazionale in occasione dell'1-0 e della rete del 2-0 (all'11' della ripresa) propiziata da un suggerimento di Quaison: «La nostra intesa funzione molto bene, sono molto contento - ha ammesso Hiljemark - era importante tornare alla vittoria. Abbiamo iniziato con un nuovo allenatore e quello di oggi (ieri, ndr) è un passo avanti nel nostro percorso».
VIZIO DEL GOL. Il numero 10 rosanero ha realizzato il suo quarto gol in questo campionato: «Segnare fa sempre piacere, ma è più importante che vinca la squadra. Abbiamo adottato un modulo vicino al 4-3-3, Schelotto in settimana ci ha chiesto in particolare di giocare con forza ed energia e credo che in campo si sia visto. La squadra ha fatto bene ed è stato prezioso anche il contributo di chi è partito dalla panchina». Anche il nome di Hiljemark è stato al centro negli ultimi giorni di alcune voci di mercato. Diversi club inglesi (in particolare il Norwich) avrebbero manifestato un certo interesse nei suoi confronti: «E' normale che in questo periodo ci siano queste chiacchiere. Sono situazioni di cui si occupa il mio entourage, io sono concentrato esclusivamente sul campo».
PAROLA AL DIRIGENTE. Il mercato è il settore di competenza del ds Gerolin che, come avvenuto alla vigilia dell'incontro, si è presentato in sala stampa al posto di Barros Schelotto, in panchina ieri in qualità di dirigente accompagnatore in attesa che venga completato l'iter burocratico legato al suo tesseramento: «Il Palermo ha giocato bene e ha disputato una buona partita - ha sottolineato Gerolin - ha influito anche il modulo 4-3-3, un sistema più offensivo adottato anche da Ballardini e che ha sortito effetti positivi contro un'Udinese che non sta attraversando un momento facile. Comunque, l'impronta di Schelotto sicuramente si è vista». In tribuna, così come avvenuto a Marassi domenica scorsa, c'era Mijatovic: «E' amico di Zamparini, al momento è solo un tifoso e ha gioito con noi». Il dirigente montenegrino ha assistito un'altra volta ad alcune prodezze del capitano Sorrentino, portiere in scadenza di contratto: «Rinnovo? Abbiamo parlato con lui a novembre - spiega Gerolin - non abbiamo fissato una deadline precisa ma direi che siamo molto vicini». L'ottimismo del ds rosanero coinvolge anche l'area tecnica: «Schelotto in questi giorni ha conosciuto i ragazzi e ha potuto apprezzare le altissime qualità morali del gruppo. Un gruppo solido che ha saputo superare un altro ostacolo». Un contributo lo ha dato anche Lazaar: «Sono contento di aver segnato e di essermi regalato questo gol».
LA SVOLTA UDINESE CHIAVE TATTICA
L’ERRORE