Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Sinisa, altro esame con l’Alessandri­a

- Fur.fed.

EMERGENZA. Già fin domani sera in Coppa Italia e, forse, anche per il derby di domenica Mihajlovic avrà a sua disposizio­ne solo due centrali difensivi, Zapata e Romagnoli. Per questo motivo, mercato a parte, è stato richiamato a Milanello il ceko Stefan Simic (21 anni), un prodotto del vivaio rossonero, che era già stato ceduto all’Hajduk Spalato. Stava per partire con il nuovo club per un periodo di preparazio­ne in Turchia, ma da oggi sarà nuovamente a disposizio­ne di Mihajlovic. Può darsi che l’operazione con l’Hajduk si faccia più avanti (il mercato in Croazia chiude il 15 febbraio) ma per ora Simic serve al Milan.

RANOCCHIA. Il Milan, a questo punto, potrebbe farsi nuovamente sotto con l’Inter per Ranocchia. Oggi, in realtà, è previsto l’incontro fra la società nerazzurra e la Sampdoria per il passaggio (prestito secco) del difensore alla squadra allenata da Montella, ma il club rossonero potrebbe rilanciare proponendo all’Inter il prestito con obbligo di riscatto. Anche perché Zapata, Alex e Mexes sono comunque in scadenza di contratto.

STRATEGIA. Quindi, in assenza di altre cessioni eccellenti, il Milan potrebbe puntare su un difensore centrale rimandando in estate il corteggiam­ento dell’esterno offensivo El Ghazi (Ajax). L’emergenza difensiva, quindi, potrebbe avere la precedenza in una fase così delicata della stagione, considerat­o il fatto che Alessandri­a (Coppia Italia) e il derby di domenica sera rappresent­ano due momenti fondamenta­li di una stagione che non riesce a essere raddrizzat­a fra numerosi alti e bassi, come il pareggio (con doppia rimonta subita) contro l’Empoli.

La sfida di Coppa Italia contro l’Alessandri­a (domani sera, ore 21, all’Olimpico di Torino) nasconde notevoli insidie per il Milan di Mihajlovic. Oltre a dover fronteggia­re l’emergenza difensiva (3 centrali kappaò: Alex, Mexes ed Ely), il tecnico serbo deve fare fronte a un nuovo... crollo delle sue azioni personali presso Arcore (il presidente Berlusconi non ha certo gradito il pareggio, con doppia rimonta subita, di Empoli) e, comunque, nella doppia sfida contro una squadra di Lega Pro ha solo tutto da perdere. Fra l’altro alcune scelte saranno obbligate come, appunto, la coppia centrale Zapata-Romagnoli con il solo giovane (21 anni) Simic in panchina.

CAMBI. Anche in vista del derby di domenica, Mihajlovic opererà qualche leggera variazione sulla formazione-tipo. Abate potrebbe lasciare il posto di titolare a De Sciglio (nuovamente a destra) mentre a centrocamp­o è quasi certa la presenza di Kucka in mezzo al campo al fianco di Montolivo. Boateng non è ancora in grado di fornire un’ampia autonomia, per cui ripartirà l’acciaccato (testa fasciata a Empoli) Honda con Bonaventur­a sulla corsia opposta. Si prevede il ballottagg­io Niang-Luiz Adriano per scegliere il partner di Bacca in attacco.

PERICOLO «GIALLO». Il Milan si presenterà a Torino in Coppa Italia con ben 7 diffidati (compreso l’infortunat­o Mexes per quanto riguarda la gara d’andata) che rischiano parecchio nel prosieguo della competizio­ne. La seconda ammonizion­e, infatti, farà scattare la squalifica per Abate, Bertolacci, De Sciglio, Boateng, Montolivo e Niang.

Sabato sera la partita fra Empoli e Milan è stata la logica e quasi inevitabil­e conseguenz­a del calcio degli ultimi due anni. L’Empoli gioca, il Milan no. Ma se si pensa agli obiettivi dei due club, alle aspettativ­e, ai soldi investiti nel mercato si può dire che l’Empoli gioca come se dovesse fare il campionato del Milan e il Milan gioca come se dovesse fare il campionato dell’Empoli. Pur ammirando da tempo la squadra inventata da Sarri e migliorata da Giampaolo, capace anche quest’anno di non soggiacere, sul piano del gioco, alle avversarie più ricche e prestigios­e, non si può in nessun modo condivider­e e nemmeno giustifica­re il poco o niente che il Milan produce con e senza palla. Potrebbe bastare un dettaglio per rendere chiara l’idea di pochezza tecnica e tattica che trasmette la squadra di Mihajlovic: a Empoli una delle due punte, Niang, era incaricata di pressare Maiello, il regista di riserva dell’Empoli, e in questo modo Sinisa l’ha quasi sottratta (diciamo dimezzata) alla possibilit­à di ripartenza, così da non sfruttare in pieno la sua migliore caratteris­tica: la velocità.

In tutta la partita, il Milan non è riuscito quasi mai a scambiarsi la palla con l’esattezza, la rapidità e la tecnica dell’Empoli. Mai quattro passaggi rapidi a fila, avanti-dietro, avantidiet­ro, per poi spalancare il gioco sulle due fasce. Lo stesso Montolivo ha fatto il mediano come può farlo De Jong: aveva un senso quando doveva recuperare palla, però sbagliava poi la misura dei suoi rilanci. Accanto a sè, l’ex viola aveva Bertolacci ma in nessuna azione si è notata la sua presenza. Bertolacci ha fatto una partita da passacarte, ininfluent­e e per niente ispirato. Se il gioco è piatto e impersonal­e, il guizzo di un buon centrocamp­ista lo può accendere, ma nel Milan non succede. E’ un gioco minimo quello dei rossoneri che cercano lo

Andrea Bertolacci, 25 anni

scatto in profondità di Bacca. Certo, è adata bene alla prima azione, ma se poi si rintanano perde di significat­o, di forza e di spessore. Mihajlovic ha detto che è mancata la cattiveria perché doveva chiudere la partita segnando il raddoppio. Ma per arrivare a quel raddoppio, la squadra deve giocare come non riesce a fare. E nemmeno ci prova.

C’è pure un altro aspetto che non torna. Neppure la Juve ha un gioco scintillan­te come il Napoli, come la Fiorentina fino al mese scorso, come l’Empoli e il Sassuolo, ma mostra una forza, una compattezz­a e una solidità che il Milan si sogna. E anche l’Inter, prima dell’ultimo pareggio col Carpi, aveva dato un’idea simile, considerat­a la sua capacità di resistere così tante volte sull’1-0. Se davvero l’obiettivo dei rossoneri è il terzo posto, è fuori discussion­e farsi rimontare due volte da una squadra che ha quasi raggiunto il suo traguardo, la salvezza.

Il Milan è la vera delusione delle ultime stagioni, tutte le altre grandi, Roma compresa, hanno avuto momenti anche entusiasma­nti, il Milan mai. Sta in campo in attesa di un evento che riesce raramente a provocare, di una soluzione che non riesce quasi mai a trovare. Non c’è sforzo, non c’è ricerca, non c’è approfondi­mento. Così, dal piccolo stadio di Empoli è tornato con una tripla lezione, di gioco, di coraggio e di personalit­à. Se vuole, ha ancora tempo per metterla a frutto.

In campo si aspetta un evento che possa risolvere, ma non c’è sforzo nel cercare una vera soluzione

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Sinisa Mihajlovic, 46 anni, primo anno al Milan
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