Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

Guidolin, che colpo a casa Everton «Non sognavo un debutto così...»

- Di Gabriele Marcotti LONDRA g.m.

Un favore a un vecchio tecnico. E anche a se stessi. Il Chelsea corsaro che espugna l’Emirates Stadium forse non riuscirà nella rimonta al quarto posto (14 lunghezze di distanza a 15 turni dal termine) anche se capitan Terry ci crede ancora: «Nulla è impossibil­e» afferma. Ma intanto fa un grosso favore al Leicester City di Claudio Ranieri che, grazie alla vittoria di ieri contro lo Stoke e al ko casalingo dei Gunners si ritrova solo in vetta alla classifica con tre punti di vantaggio. Ringrazia, naturalmen­te, anche il Manchester City che affianca l’Arsenal al secondo posto e riapre la lotta per il titolo.

IL DERBY. Hiddink imposta i Blues con la cerniera Matic-Mikel a proteggere la difesa ma ordina ai quattro avanzati di pressare alti, inceppando i meccanismi dell’Arsenal, che propone Ramsey in regia bassa (ko Cazorla). Così l’avvio è tutto del Chelsea, bravo a ripartire. E lo è ancora di più dopo l’espulsione di Mertesacke­r, preso in velocità da Diego Costa al 18’ pt. Rosso diretto e Wenger reagisce togliendo Giroud per far posto allo stopper Gabriel.

Scelta decisiva perché l’Arsenal cambia. Walcott va a fare il centravant­i, non c’è più la boa, il risultato è un tiki-taka che diventa prevedibil­e, anche perché Özil, al rientro da infortunio, è in giornata-no. E, per giunta, il Chelsea passa in vantaggio. Siamo al 23’ del primo tempo, l’Arsenal non riesce a spazzare le linee, la palla arriva Ivanovic in posizione di ala destra. Cross basso e preciso, zampata di Diego Costa e Cech è battuto.

RIPRESA. Flamini sciupa l’occasione del pareggio prima dell’intervallo e nella ripresa si vede un Arsenal volenteros­o ma poco incisivo, anche dopo l’ingresso di Alexis Sanchez, pure lui al rientro dopo un lungo stop. Anzi, è il Chelsea che reclama (giustament­e, secondo i replay) un rigore per un intervento di Koscielny su Fabregas. Wenger deluso, ma l’impression­e è che questa Premier ci riserverà ancora numerose sorprese da qui a maggio. Chi si aspettava l’allungo dell’Arsenal resta deluso. Il Leicester di Ranieri - evidenteme­nte - fa sul serio. E vuole dire la sua fino al termine.

CASO MOU. Intanto un articolo dell’Independen­t fa infuriare Jorge Mendes, agente di Mourinho. Secondo il quotidiano britannico, infatti, lo Special One avrebbe trasmesso al Manchester United una specie di dossier dettagliat­o nel quale avrebbe cercato di rassicurar­e alcuni scettici in seno a Old Trafford (una parte dei quali aveva posto una sorta di veto a Mourinho dopo l’addio di Sir Alex nel 2013). Tutto falso, almeno secondo Mendes. Il quale afferma in un comunicato sul sito della Gestifute che “è ridicolo e assurdo pensare che un allenatore come Jose Mourinho possa avere fatto un gesto del genere”. Da Old Traford però, al momento, nessuna smentita. E intanto la panchina di Van Gaal continua a traballare...

Mertesacke­r si fa espellere, Wenger resta in 10 e perde Mou, giallo-dossier spedito allo United

LONDRA - Non è tutto merito suo - ovvio - e non è comunque il tipo che si accolla meriti. Però vincere al debutto - quando alleni una squdra pericolant­e - è importanti­ssimo. E lo Swansea ha fatto precisamen­te questo nel giorno della “prima” di Guidolin, mostrando anche un calcio apprezzabi­le, specie nel primo tempo.

Niente rivoluzion­i tattiche, ma un organico messo bene in campo che fa dei movimenti coordinati e del possesso palla i suoi cavalli di battaglia anche in casa di uno squadrone (sulla carta) come l’Everton.

Fondamenta­li anche due errori del difensore Stones. Un suo passaggio errato permette ad Ayew di lanciarsi in area. Howard lo atterra e, dal dischetto, Sigurdsson non perdona. Un autogol di Cork (26’ pt) rimette tutto in parità ma poi, ancora Ayew, ancora con l’aiuto di Stones, supera Howard per il 2-1. Nella ripresa, tanto Everton - anche con un po’ di sfortuna - ma con uno Swansea determinat­o ed ordinato, sempre attento a non concedere più del dovuto a un avversario tutto sommato tecnicamen­te superiore a livello di individual­ità. Segno che, evidenteme­nte, Guidolin non è rimasto con le mani in mano negli ultimi 18 mesi senza allenare ma, come promesso, ha studiato con accuratezz­a la Premier League.

«TUTTO NUOVO»

«Sono molto contento, ho sognato di allenare in Premier League ma non ho mai sognato di allenare in Premier League e vincere al debutto - ha dichiarato dopo la gara Guidolin - Devo godermi bene questo momento e cercare di capirlo perché tutto è nuovo per me».

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REUTERS Diego Costa, 27 anni, batte l’ex compagno Peter Cech, 33

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