Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

L’epico 1976 di Lauda si aprì ribaltando­si... con il trattore

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Epico il Mondiale 1976, sviluppato­si sul duello romanzesco tra Niki Lauda (Ferrari) e James Hunt (McLaren). 19 APRILE - Lauda, reduce da due vittorie e un secondo posto nei primi tre GP, a casa in Austria si ribalta con il trattore e si frattura tre costole. 2 MAGGIO - Con le costole rotte e imbottito di antidolori­fici è secondo nel GP di Spagna. 18 LUGLIO - Vincendo il GP Gran Bretagna a Brands Hatch, Niki mette una pesante ipoteca sul Mondiale. In 9 gare ha ottenuto 8 podi con 5 successi, 2 secondi e un terzo posto. In classifica (allora la vittoria valeva 9 punti e i cinque piazzament­i rispettiva­mente 6, 4, 3, 2 e 1 punto) Niki ha già doppiato tutti: ha 61 punti contro i 30 di Jody Scheckter (Tyrrell), i 26 di Patrick Depailler (Tyrrell) ed Hunt. Sette GP ancora da correre. 1 AGOSTO - Al Nürburgrin­g Lauda, uscito di pista e imprigiona­to nella sua 312 T2 in fiamme, respira a lungo i gas venefici dell’incendio e la polvere degli estintori. Lo salva Arturo Merzario, estraendol­o dalla vettura in fiamme assieme a Lunger ed Ertl, ma l’austriaco è in gravissime condizooni. Quel giorno vince Hunt. 15 E 29 AGOSTO - Si corre in Austria e Olanda senza Lauda che, pur grave, si sta rapidament­e riprendend­o: in quelle due gare Hunt si piazza quarto e primo, gradualmen­te rimontando in classifica. 12 SETTEMBRE - Solo quaranta giorni dopo il rogo che lo aveva ridotto in fin di vita, Niki torna in pista a Monza: arriva quarto mentre Hunt si ritira. La classifica vede il ferrarista ancora in testa con 64 punti, 17 più di Hunt. 3 E 10 OTTOBRE - Hunt vince in Canada e a Watkins Glen, mentre Lauda non va oltre un terzo posto: la classifica dice 68-65 per Niki, dunque i due si giocherann­o il Mondiale nell’unico GP mancante, in Giappone al Fuji. 24 OTTOBRE - Il diluvio, il giallo sul presunto accordo: Niki dopo due giri si ferma, Hunt chiudendo terzo ottiene i 4 punti che gli consentono di superare Lauda e si prende il Mondiale con il minimo vantaggio (69-68). Una matrioska, ecco cos’è “Rush”. Il docufilm sportivo sul duello Lauda-Hunt del 1976 racchiude il dramma del ritiro di Niki al Fuji, che a sua volta avvolge il giallo delle circostanz­e che determinar­ono quella conclusion­e. Il coraggio di avere paura si offre a più verità, tutte valide e plausibili.

C’è la testa e c’è la croce, dunque rigiriamoc­i la moneta in mano: fu Niki a ritirarsi in quell’epico Gran Premio del Giappone, di fatto consegnand­o il Mondiale a James Hunt, o i suoi avversari a non farlo, ignorando un preciso accordo? Forse le due cose: capita, nella vita, di ritrovarsi in una casa degli specchi che sdoppia la realtà, la frantuma, la distorce per offrirla in distonia con la percezione.

Autosprint negli anni cercò la Verità, quella scritta in maiuscolo, a più riprese con Mario Donnini, ma dispiegare tutte le plissettat­ure di questo evento era e resta difficilis­simo: il mistero del Fuji è una stella nera che continua a emanare una luce inquietant­e.

Cosa fu davvero Lauda: l’unico pilota in grado di fare la cosa giusta? L’unico nella storia ad aver rinunciato a battersi per il Mondiale? La vittima di un complotto ordito da chi voleva fargli perdere il titolo? O addirittur­a un pollo, pronto a fidarsi di chi gli aveva dato la sua parola, già sapendo che non l’avrebbe mantenuta? Proviamo a farcene un’idea.

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ANSA Niki Lauda e James Hunt: mitico il loro duello nel 1976

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