Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
ILICIC Rinascimento fiorentino
Lo sloveno ipnotizza il Toro su calcio di punizione Dieci gol come Kalinic, ma con il gusto del bello
Dodici gol stagionali, tra campionato e Europa League, otto dei quali trasformati da calcio da fermo, punizione (2) o rigore (6). Josip Ilicic continua a correre. Ha eguagliato il record di marcature in Serie A che aveva registrato col Palermo, nella stagione 2012/13, l'ultima in Sicilia prima del trasferimento in viola, ma sfruttando poco più della metà delle presenze di allora (31 in rosanero e 17 con la Fiorentina). Ha raggiunto capocannoniere viola in campionato Nikola Kalinic (10), il centravanti arrivato dalla lontana Ucraina, ed ha messo il sigillo sul 24% delle reti complessive realizzate dalla sua squadra, 50 tra campionato e Europa. Strani intrecci del dio del pallone, lui che un anno fa, proprio in queste settimane era praticamente ai margini di tutto, in rotta con i tifosi e con la società che già aveva trovato l'accordo con il Bologna per cederlo in prestito. Il coraggio, lui, l'ha messo tutto in campo, sfidando il muro degli scettici e costringendo tutti a fare marcia indietro. La scommessa è stato Ilicic il primo a vincerla, temerario già ad averla immaginata. Il suo valore di mercato è lievitato e i 9 milioni di euro investiti dalla Fiorentina tre anni fa sono stati ampiamente ammortizzati. Per portarlo via, adesso non basterebbero 15 milioni: la plusvalenza sarebbe di quelle da capogiro. Anche per questo, presto si comincerà a parlare presto di prolungamento di contratto. Ha ancora due anni di accordo, ma nessuno vuole perdere tempo. Magari, potrebbe essere presa in considerazione pure l'ipotesi di una clausola rescissoria, la stessa inserita nell'accordo di Alonso e che potrebbe essere discussa nella trattativa
con Matias Vecino.
FELICITA' ADV. Ilicic, intanto, continua a correre e a regalare sorrisi. Lo ha fatto con il suo patron, Andrea Della Valle, schizzato subito su dalla sua poltroncina per festeggiare il vantaggio della Fiorentina - dal suo labiale ripreso dalle tv, per altro, il patron si è pure lasciato andare ad un «Te l'avevo detto che segnava» -, e pure con la sua gente che all'uscita dal campo gli ha regalato applausi e standing ovation. Il 2015 è stato il suo anno: 17 gol tra campionato e Coppa. Adesso vuole fare suo anche questo 2016, intanto provando a trascinare la sua Slovenia dai play off dritta fino alla fase a gironi del prossimo Europeo. La Fiorentina, però, l'ha messa prima di tutto, pure del cuore. Ieri, dopo aver sprecato un'occasione da rete, non ha perso tempo. Si è sistemato il pallone, ha disegnato la parabola ed è corso verso la tribuna per scrollarsi di dosso, lui e la squadra, quella patina grigia figlia di due sconfitte consecutive.
SOGNOCHAMPIONS. Con la Fiorentina, nelle 87 gare giocate complessivamente, ha già superato il record di gol realizzati col Palermo: 28 quelli in viola contro i 25 in rosanero. Non ha mai dimenticato i fischi incassati la notte dell'eliminazione dalla semifinale di Europa League: fu lui ad incaricarsi di battere il rigore che niente avrebbe cambiato della storia della partita, ma avrebbe se non altro dato un sussulto all'ambiente. Il suo rigore finì nel cielo della Curva Fiesole e quell'umiliazione non l'ha mai dimenticata. Josip il freddo è diventato l'ipnotizzatore. Adesso è anche lui, Ilicic, ad alimentare il sogno Champions, un gol dopo l'altro.