Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
FIORENTINA Flop Suarez: via E Cigarini si può
Lo spagnolo ha fallito: si tratta con il Watford
E' incredibile: quelli che inizialmente per la Fiorentina paiono i grandi colpi di mercato, poi si trasformano in...pesi difficili da smaltire. Profonde delusioni e malaffari e economici. Almeno ultimamente. Mentre le presunte piccole operazioni di basso cabotaggio, alla lunga, si trasformano in investimenti tecnici ed economici per certi aspetti sorprendenti. Per lo meno questo dicono gli ultimi anni. Così ti accorgi che dal fallimento del Villarreal arrivano Gonzalo Rodriguez, difensore e bomber e con lui Borja Valero ancora oggi il leader del centrocampo viola, mentre Pepito Rossi complici gli infortuni a parte una mezza stagione formidabile, paga gli stop e per «sistemarsi» ha dovuto far...lavorare i propri manager. Per non dire di Mario Gomez, prelevato dal Bayern Monaco. Una statua al gol che invece a Firenze è stato solo...una statua. Per limitare i danni economici il club viola lo ha dovuto appoggiare, per una cifra ridicola, in Turchia. Per contro, il giovanissimo Vecino si è preso un posto da titolare e il Napoli per averlo sarebbe, ancora oggi, pronto a versare una cifra interessantissima. Idem per Badelj, arrivato per soli 5 milioni, la metà dell'attesissimo Suarez che doveva essere il colpo di questa estate. Pure lui un monumento al calcio tecnico, ma che alla fine si è trasformato a una sorta di statua da panchina. Pure lo spagnolo è stato messo sul mercato, trovando pure qui delle difficoltà. Deludenti anche figure storiche come Marin, Kuba, Richards, mentre hanno piacevolmente sorpreso giovani come Alonso o, per certi aspetti, elementi forse frettolosamente «tumulati» come Verdù o sottovalutati come lo stesso Astori e Kalinic. E' il calcio che sorprende, quello che ti permette di archiviare velocemente le delusioni.
IL CASO SUAREZ. Lo spagnolo, grande fisico e alle spalle un passato di prim'ordine, era arrivato a Firenze per essere la cerniera intorno alla quale far girare tutto il centrocampo viola. Nelle idee di Sousa aveva anche il compito di fare da barriera per aiutare a difendere la difesa. Un «pilone» pronto a sorreggere l'intero impianto del gioco. Per lui l'investimento più grande (valutato dieci milioni) e la cessione più dolorosa (Savic, che fece arrabbiare lo stesso tecnico portoghese). Alla fine ne è uscito fuori un mezzo disastro. Ecco i numeri. Campionato: presenze 9 (5 da titolare e 4 subentri). Panchine: 6 di fila. Assente col Torino al Franchi perché in permesso. Gol: 1 (al Frosinone). Europa League. Presenze 4 (3 dal primo minuto e 1 subentro). Totale minuti giocati in viola: 455 in A, 251 in Europa League. Complessivamente 706. Partite giocate per tutti i 90': 3 in A (a Torino col Torino, a Modena col Carpi, col Frosinone al Franchi), 1 in Europa League (a Lisbona col Belenenses). Il tutto con due milioni di ingaggio netto a libro paga dei viola.
I viola per lui avevano speso 10 milioni e fatto infuriare Sousa per la cessione di Savic
IL SUO MERCATO.