Corriere dello Sport Stadio (Firenze)
Presto un concerto in città, poi il tour
« Abbiamo avuto momenti belli anche con Guidolin, con Baggio e Ulivieri. Io ho nel cuore quello degli anni Ottanta. Coinvolgevano anche noi artisti. Mi ricordo Corioni, che ci invitò a cena chiedendoci di fare l'inno, o Maifredi, che ci invitava agli allenamenti. Stavamo vicino ai giocatori, una socializzazione tra la squadra e la città e gli artisti».
Altri tempi o riproponibile? «Capisco tutti gli atteggiamenti, l'importante è che servano al Bologna. In quel momento era un po' tutto champagne e non c'era il clima rigido della Juve, che però approvo lo stesso. Dipende sempre dai risultati». BOLOGNA. Tra pochi giorni Luca Carboni annuncerà la data di un grande concerto a Bologna. Un concerto pazzesco, bellissimo, da non perdere; perché è sempre così quando un cantautore si esibisce nella sua città.
Ovviamente per la promozione del suo ultimo album «Pop-up» che contiene anche "Bologna è una regola". Un Luca Carboni versione anni '80 pieno zeppo di modernità e di cose romantiche, allegre, e anche intime. Carboni che a febbraio partirà anche con il nuovo tour 2016 in tutta l'Italia.
«Nei club - spiega il cantautore bolognese -, spazio che non giravo da parecchi anni. Li ho scelti perché mi piaceva l'idea. La gente magari sta un pochino più scomoda, in piedi e non seduta, ma stiamo preparando un sacco di cose, tutte belle, citazioni elettroniche, un sacco di cose». Dettagli a breve. Ma di una cosa Carboni è certo: «In piedi non per farla ballare tutto il concerto, ma almeno un po' sì, in modo da far vivere la musica in modo molto fisico».