Corriere dello Sport Stadio (Firenze)

CECILE «IL MIO CANTO ANTI RAZZISTI»

«“N.E.G.R.A.” è un pezzo per denunciare l’ipocrisia di chi sa mettere solo etichette»

- Di Andrea Barocci

Signorina Cecile, lei tifa per la Roma o per la Lazio? «Roma». «E perché?» «Perché sì!» La risposta è di una logica disarmante. Nei suoi occhi brillanno così tante luci e tante storie da illuminare anche gli animi più bui. Non è solo una bella ragazza 21enne di colore che il 10 febbraio canterà a Sanremo, nella categoria nuove proposte, con una canzona dal testo forte: è stata una bambina che ha vissuto sulla propria pelle il razzismo e il bullismo; da promettent­e violinista ha rinunciato alla musica per il basket; e quando sembrava che lo sport l’avesse definitiva­mente rapita, alla musica è tornata, stavolta definitiva­mente, grazie ad una voce eclettica e dotata di una personalit­à rara nel panorama italiano. Perché Cecile Ngo Noug canta con la grinta di chi era destinata a non nascere.

SENZA VELO. «Mia madre, Marie Madaleine, è del Camerun - racconta Cecile, venuta a trovarci in redazione - : aveva appena 17 anni quando arrivò in Italia per giocare nella squadra femminile della Roma calcio, in serie A. Dopo pochi mesi conobbe mio padre, un afroameric­ano originario della Costa d’Avorio: la cugina, che la ospitava ad Ostia, quando seppe che era rimasta incinta la cacciò di casa. Si è ritrovata per strada.»

Poi è apparso un angelo, che ha salvato lei e Cecile: Elena, una suora laica del Centro per la Vita. Sapeva dei documenti per far abortire la ragazzina disperata, già firmati da quell’uomo che non voleva saperne di avere un figlio. L’operazione era programmat­a tre giorni dopo. «Vieni a casa mia, poi deciderai cosa fare» disse a Marie Madaleine. Così Cecile è nata, ed è stata accudita da Suor Elena, «una seconda mamma per me - ricorda la cantante con una lieve inflession­e romana - E’ stata Elena che mi ha portato all’asilo, alle elementari, che con mia madre (ancora in attività, a 39 anni gioca nel Real Co- lombo in C, ndr) mi ha fatto crescere in un ambiente sano, che mi ha regalato un’infanzia felice».

La mamma del Camerun arrivò a Ostia per giocare a calcio con la Roma in A femminile

«Suonavo il violino Dovevo andare al Conservato­rio ma scelsi i canestri Jordan il mio idolo»

RAZZISMO E BULLISMO. Oggi Cecile lo dice senza paure: «L’Italia è una nazione razzista? Sì, soprattutt­o negli ultimi tempi. E non parlo solo verso le persone di colore, mi riferisco anche ai musulmani, che dopo i recenti attentati vengono visti come extraterre­stri da gente ignorante che non ha voglia di capire, di comprender­e. A me tante volte hanno gridato “Tornate al tuo Paese!”. Io ho sempre risposto “Veramente il mio Paese è questo».

Non è stato facile per lei crescere in un quartiere come quello di Ostia, dove l’integrazio­ne razziale e culturale trova, come dovunque, le sue eccezioni. «Quando ero in prima media il ragazzi più grandi facevano i bulli con me. Però questo mi ha aiutato a crescere, altrimenti avrei continuato a subire. Un giorno sono tornata a casa piena di lividi, presa a botte da una compagna: a quel punto ho deciso che non sarei più rimasta immobile davanti a chi mi picchiava. Da allora ho iniziato a difendermi: immediatam­ente, chi mi aveva presa di mira ha smesso...».

MUSICA E BASKET. Le passioni per la musica e il basket hanno viaggiato su binari paralleli. A 3 anni la prima pianola regalatale da Suor Elena, a 7 un piano elettrico che ha iniziato a suonare da autodidatt­a. E poi il violino, dal quale era rimasta affascinat­a la prima volta che ascoltò un concerto di Natale alla Sala Nervi. Era diventata talmente brava con il violino da vincere premi e da essere selezionat­a dai professori della terza media per presentars­i al Conservato­rio di S. Cecilia. «Ho rifiutato: avevo iniziato a giocare a basket a 8 anni perché la palestra del volley era chiusa, a 13 già prendevo parte alla serie B con l’Acilia come pivot. E poi mi voleva il Cervia, in A2. Sono andata a Cervia...». Dove è rimasta due stagioni vincendo un tricolore u.19. E’ seguita l’esperienza al Napoli (una promozione in A1) e il ritorno a Ostia con il Lido di Roma, incontrand­o quella che sarebbe poi divenuta Miss Italia 2015, Alice Sabatini, allora in panchina con il Santa Marinella.

Nel 2014 si era persino trasferita in Virginia per giocare con la Old Dominion University, ma non è durata. Rientrata a Ostia, ha capito che il nuovo sogno da inseguire era la musica, che le aveva fatto conoscere le doti vocali prima di Celine Dion, poi di Elisa e Giorgia.

MESSAGGIO. Che sia brava, oltre che bella e grintosa, lo hanno capito anche a Sanremo,

dove sarà in gara tra i giovani proponendo la canzone “N.E.G.R.A.”. «Questo brano è una forte denuncia contro l’ipocrisia. La parola negra è stata un pretesto: avrei potuto utilizzare grassa, bassa, omosessual­e, transessua­le, qualsiasi categoria che viene classifica­ta come diversa. Qual è la vera normalità? L’etichettar­e delle persone come diverse ce lo mettono in testa gli altri: il mondo è pieno di sfumature».

Il mondo della canzone invece vedrà a breve l’uscita del

suo primo CD, genere dubstep, un mix di suoni digitali ed elettronic­i. Il basket comunque non riesce a dimenticar­lo, così come i suoi idoli: «Jordan, Bryant, tra le donne la Taurasi e soprattutt­o Britney Griner. La Griner (alta 2,03, ndr) l’ho incontrata al Pantheon ad ottobre, quando gli Usa hanno giocato un’amichevole a Roma contro la Nazionale. Le ho chiesto di fare una foto assieme. Bene, lei è una mulatta chiara: non mi sono mai vista in fotografia così nera!»

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MAURIZIO D’AVANZO Cecile Vanessa Ngo Noug, 21 anni, sorridente con un pallone da basket
 ??  ?? In versione lettrice del Corriere dello Sport-Stadio
In versione lettrice del Corriere dello Sport-Stadio
 ?? ANSA ?? Patty Pravo, 67 anni, canterà per la 10ª volta a Sanremo
ANSA Patty Pravo, 67 anni, canterà per la 10ª volta a Sanremo

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