Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
LA SIGNORA NON TRADISCE
Nella hit di David Beckham, confidata proprio ieri a Dubai, dietro Messi e Ronaldo c’è Morata. L’ex Pallone d’Oro esagera, di sicuro stupisce, ma i numeri dell’attaccante spagnolo indicano davvero la rotta dei grandissimi: il gol segnato al Siviglia è il quinto di fila in Champions League, un filone che svela stimmate da fuoriclasse, riassume carattere e tecnica. E’ forse il più importante di tutti, più di quelli che avvicinarono la Juve al sogno di Berlino, perché spiana la strada di un successo che allontana lo spettro della crisi. A completarlo è Zaza, che lo sostituisce nel finale, e trasforma in fiaba il debutto in Coppa.
Strane, le due velocità di questa squadra, tremebonda in campionato, superba in Europa, prima a punteggio pieno nel girone e prigioniera nei bassifondi della A.
Nella hit di David Beckham, confidata proprio ieri a Dubai, dietro Messi e Ronaldo c’è Morata. L’ex Pallone d’Oro esagera, di sicuro stupisce, ma i numeri dell’attaccante spagnolo indicano davvero la rotta dei grandissimi: il gol segnato al Siviglia è il quinto di fila in Champions League, un filone che svela stimmate da fuoriclasse, riassume carattere e tecnica. E’ forse il più importante di tutti, più di quelli che avvicinarono la Juve al sogno di Berlino, perché spiana la strada di un successo che allontana lo spettro della crisi. A completarlo è Zaza, che lo sostituisce nel finale, e trasforma in fiaba il debutto in Coppa. Strane, le due velocità di questa squadra, tremebonda in campionato, superba in Europa, prima a punteggio pieno nel girone e prigioniera nei bassifondi della A. La vittoria di ieri, però, non può essere isolata, slegata dalle sofferenze domenicali: racchiude infatti segnali di crescita che si riverberanno sicuramente sul campionato, l’importante è che l’ambiente non sbalzi dalla depressione all’euforia, per società e squadra il pericolo non c’è. Primo segnale: il graduale recupero degli infortunati che restituisce alla squadra qualità ed esperienza. Khedira, dopo un approccio faticoso, ha giocato un’ottima partita, colmando lacune tattiche sopravvissute alle controfigure ruotate e adesso s’aspetta il ritorno di Marchisio, l’altro grande assente a centrocampo: quando entrambi saranno disponibili, il vuoto lasciato da Pirlo e Vidal sarà di sicuro meno evidente. Secondo segnale: il coraggio di Allegri. Tra ironie toscanacce e sassolini levati, il tecnico ha saputo tenere dritta la barra e assemblare una formazione solida per la partita più importante, scegliendo un 4-4-2 semplice eppure perfetto per esaltare la velocità di Cuadrado, dirottando Barzagli a destra e rischiando il tedesco appena recuperato. Terzo segnale: l’esempio dei senatori. Nel momento più duro, non hanno solo tenuto unito il gruppo, ma confermato in campo d’avere motivazioni intatte e nessun logorio fisico. L’esempio principe è proprio Barzagli, efficacissimo sulla fascia, zero fronzoli e zero sbavature. Quarto segnale: le potenzialità dei giovani. Di Morata - ha solo 22 anni, non dimentichiamolo - e di Zaza - appena un po’ più grandicello - abbiamo detto; ma una citazione merita pure Dybala, dinamico e combattivo, apparso maturo per competizioni di questo tipo. Inoltre, ha debuttato Rugani: uno sprazzo che è primo passo d’un ciclo. Certo, c’è da trovare continuità, gudagnare cinismo, riabbracciare il miglior Pogba, conquistare una fisionomia definitiva. Ma, sommando reazione e prestazione, il peggio può essere davvero considerato alle spalle.