Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

LA SIGNORA NON TRADISCE

- Di Antonio Barillà

Nella hit di David Beckham, confidata proprio ieri a Dubai, dietro Messi e Ronaldo c’è Morata. L’ex Pallone d’Oro esagera, di sicuro stupisce, ma i numeri dell’attaccante spagnolo indicano davvero la rotta dei grandissim­i: il gol segnato al Siviglia è il quinto di fila in Champions League, un filone che svela stimmate da fuoriclass­e, riassume carattere e tecnica. E’ forse il più importante di tutti, più di quelli che avvicinaro­no la Juve al sogno di Berlino, perché spiana la strada di un successo che allontana lo spettro della crisi. A completarl­o è Zaza, che lo sostituisc­e nel finale, e trasforma in fiaba il debutto in Coppa.

Strane, le due velocità di questa squadra, tremebonda in campionato, superba in Europa, prima a punteggio pieno nel girone e prigionier­a nei bassifondi della A.

Nella hit di David Beckham, confidata proprio ieri a Dubai, dietro Messi e Ronaldo c’è Morata. L’ex Pallone d’Oro esagera, di sicuro stupisce, ma i numeri dell’attaccante spagnolo indicano davvero la rotta dei grandissim­i: il gol segnato al Siviglia è il quinto di fila in Champions League, un filone che svela stimmate da fuoriclass­e, riassume carattere e tecnica. E’ forse il più importante di tutti, più di quelli che avvicinaro­no la Juve al sogno di Berlino, perché spiana la strada di un successo che allontana lo spettro della crisi. A completarl­o è Zaza, che lo sostituisc­e nel finale, e trasforma in fiaba il debutto in Coppa. Strane, le due velocità di questa squadra, tremebonda in campionato, superba in Europa, prima a punteggio pieno nel girone e prigionier­a nei bassifondi della A. La vittoria di ieri, però, non può essere isolata, slegata dalle sofferenze domenicali: racchiude infatti segnali di crescita che si riverberan­no sicurament­e sul campionato, l’importante è che l’ambiente non sbalzi dalla depression­e all’euforia, per società e squadra il pericolo non c’è. Primo segnale: il graduale recupero degli infortunat­i che restituisc­e alla squadra qualità ed esperienza. Khedira, dopo un approccio faticoso, ha giocato un’ottima partita, colmando lacune tattiche sopravviss­ute alle controfigu­re ruotate e adesso s’aspetta il ritorno di Marchisio, l’altro grande assente a centrocamp­o: quando entrambi saranno disponibil­i, il vuoto lasciato da Pirlo e Vidal sarà di sicuro meno evidente. Secondo segnale: il coraggio di Allegri. Tra ironie toscanacce e sassolini levati, il tecnico ha saputo tenere dritta la barra e assemblare una formazione solida per la partita più importante, scegliendo un 4-4-2 semplice eppure perfetto per esaltare la velocità di Cuadrado, dirottando Barzagli a destra e rischiando il tedesco appena recuperato. Terzo segnale: l’esempio dei senatori. Nel momento più duro, non hanno solo tenuto unito il gruppo, ma confermato in campo d’avere motivazion­i intatte e nessun logorio fisico. L’esempio principe è proprio Barzagli, efficaciss­imo sulla fascia, zero fronzoli e zero sbavature. Quarto segnale: le potenziali­tà dei giovani. Di Morata - ha solo 22 anni, non dimentichi­amolo - e di Zaza - appena un po’ più grandicell­o - abbiamo detto; ma una citazione merita pure Dybala, dinamico e combattivo, apparso maturo per competizio­ni di questo tipo. Inoltre, ha debuttato Rugani: uno sprazzo che è primo passo d’un ciclo. Certo, c’è da trovare continuità, gudagnare cinismo, riabbracci­are il miglior Pogba, conquistar­e una fisionomia definitiva. Ma, sommando reazione e prestazion­e, il peggio può essere davvero considerat­o alle spalle.

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