Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
MORATA-ZAZA IN EUROPA E’ SUPERJUVE
Quinta rete di fila dello spagnolo in Champions, debutto con gol per l’ariete azzurro: Allegri domina e vola via
Almeno in Europa è prima e, dopo averla vista contro il pur deludente Siviglia, sembra davvero un’altra squadra. La Juve ha l’aria continentale, ieri si è mossa in un territorio che conosce molto bene, non ha mai messo in discussione il risultato e nemmeno la supremazia sugli spagnoli. Non ha entusiasmato (anche se 20 tiri a 1 fanno una bella differenza), però tutto è funzionato nel modo giusto: il ritorno di Khedira ha riportato equilibrio in mezzo al campo e col tedesco al fianco anche Hernanes è sembrato sollevato; lo spostamento, in emergenza, di Barzagli nel ruolo di terzino destro ha tolto ogni velleità agli andalusi; le ripartenze con scatti e dribbling di Cuadrado hanno sconquassato la folta difesa di Emery. E poi c’è quel ragazzino che in Champions non perdona. Alvaro Morata ha segnato il quinto gol consecutivo in Coppa in mezzo a una partita non memorabile e questa è la prima caratteristica del bomber vero: una palla, un gol. L’altro punto a favore è che, rispetto al campionato, stavolta la Juve ha chiuso la partita col 2-0 di Zaza entrato proprio al posto di Morata. E’ presto per capire se i campioni d’Italia hanno spostato le loro qualità e le loro aspettative in Europa, ma i segnali di Manchester e di ieri rendono legittimo questo pensiero.
SIVIGLIA ANONIMO. Dicono che nessun allenatore prepari la partita per pareggiare. Sarà. Ma ieri Unai Emery ha messo in campo il Siviglia con un’idea molto chiara, quella di non scoprirsi mai. Ha tenuto la squadra corta e stretta, la faceva muovere in modo compatto, con estremo rigore tattico, lasciando l’iniziativa alla Juventus. Aveva un bel po’ di infortuni, d’accordo, ma nemmeno la Juve scherzava quanto a folla in infermeria. Allegri aveva puntato sull’ennesimo modulo, il 4-4-2, però con una linea interessante e opposta a quella del suo collega: privo del trequartista che avrebbe voluto (e che aveva chiesto) e avendo invece due centrocampisti centrali non rapidissimi come Hernanes e il debuttante Khedira, ha impostato la fase offensiva sugli esterni. Evra a sinistra e soprattutto Cuadrado a destra hanno attaccato bene, con i tempi giusti (il francese) e i modi più efficaci (il dribbling del colombiano). Tutt’e due tendevano ad allargare più possibile la difesa spagnola per farle perdere equilibrio. Evra si faceva proteggere da Pogba, mentre Cuadradopotevascattaresenza paura perché alle sue spalle restava un colosso come Barzagli, uno di quei giocatori che più vanno avanti con l’età, più stupiscono.
SFONDAMENTO ESTERNO. Nonostante le assenze e il momento di forma non proprio esaltante, la Juventus è entrata bene in partita e non l’ha mai lasciata al Siviglia. L’idea di Allegri era giusta, l’attacco sugli esterni ha portato i primi pericoli insieme agli scatti a ripetizione di Cuadrado a cui apparteneva tutto il meglio, come qualità, della Juve. Prima del gol di Morata, i bianconeri hanno avuto tre occasioni con Pogba e Dybala (due), la prima conclusione dell’ex palermitano è stata da applausi, un sinistro che ha fatto il giro a un soffio. Da destra è arrivata la rete dei bianconeri. Altro attacco di Cuadrado, palla per Barzagli, schierato davvero da terzino destro come aveva preannunciato Allegri, cross lento, con pallone che cadeva dal cielo, su cui si è avventato Morata mentre si scontravano Krychowiak e Andreolli, colpo di testa e palla sul secondo palo, con Rico ancora più lento del cross di Barzagli. Il Siviglia si è messo a giocare a 4 minuti dalla fine del primo tempo ed ha fatto il primo tiro con Konoplyanka al 45.’ Per rendere più chiara l’idea del primo tempo, la Juve è arrivata a 14 tiri, il Siviglia a uno e lì è rimasto.
LA CHIUSURA DI ZAZA. E’ stata più rischiosa la strategia della Juve del secondo tempo e non perché gli andalusi si fossero svegliati dal letargo. Sarebbe stata deleteria se di fronte non avesse avuto il Siviglia più spento degli ultimi tre anni (i bianconeri hanno vinto il 100 per cento dei contrasti...), ma con gli spagnoli che non riuscivano a trovare, anzi, ad avvicinarsi alla porta di Buffon, la Juve ha rallentato puntando a conservare la palla e farla girare con precisione però con altrettanta lentezza. Dopo 5’ ha avuto l’occasione di chiudere la partita ancora con Dybala (respinta di piede di Rico), poi ha aspettato il momento decisivo per metterci una pietra sopra. E quella pietra ce l’ha messa Zaza, con un contropiede micidiale, concluso con un destro secco. Ecco quello che finora era mancato alla Juve, il colpo del ko.