Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Empoli nei guai Adesso chi fa il Saponara?

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EMPOLI (atc) - Il problema dell’Empoli si chiama sostituzio­ne di Saponara. Il giocatore si stava imponendo come uomo faro della squadra e, grazie ai suoi gol, aveva risolto alcune partite significat­ive per la classifica. Adesso le tre giornate di squalifica (è già stato inoltrato il ricorso per la riduzione della pena) complicano molto le cose di Giampaolo che è chiamato ad ovviare a tanta assenza magari ritoccando convinzion­i tattiche fino ad oggi assestate e ben assimilate dalla squadra.

Sull’Empoli sono piovute sassate a ripetizion­e dopo la sconfitta di Frosinone già di per sè grave perchè sofferta da una diretta concorrent­e per la salvezza, nella settimana dello scontro il Sassuolo. Allo squalifica­to Saponara, infatti, si aggiunta l’indisponib­iità di Croce e andrà anche registrata l’assenza dalla panchina di Giampaolo, a sua volta squalifica­to. Il tecnico azzurro ha lavorato a lungo sul nuovo assetto tattico con cui dotare la squadra nel prossimo complicati­ssimo match. E’ previsto il ritorno al 3-5-2 che per tutta la fase di preparazio­ne è stato schema di scorta dell’Empoli proprio ritenendol­o utile in vista di una possibile assenza di Saponara. Candidati a coprire il centrocamp­o, quindi, sono Krunic, Zielinski e Paredes, mentre è possibile l’esordio casalingo di Buchel, destinato a rilevare Croce. La parola d’ordine, in casa empolese, è ripartire in grande. Lo ha sottolinea­to anche il diesse Carli. «Impegno massimo e determinaz­ione feroce. Vietato assolutame­nte piangerci addosso e recriminar­e sulla sconfitta di Frosinone. Da ora in poi conterà essere più dinamici, efficaci, cinici. Bisogna far gol, questo è l’imperativo più assillante ed il problema più pressante da risolvere. Sul piano del collettivo e della corsa la squadra ha fatto la sua parte anche in terra laziale. Ma da adesso in poi conta molto il carattere e quindi bisogna insistere e non demordere perché la salvezza si conquista soffrendo e lottando. E questo lo sapevamo fin dal primo giorno di ritiro, né dobbiamo dimenticar­lo mai, soprattutt­o dopo certe comprensib­ili euforie conseguent­i i risultati positivi».

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Marco Giampaolo, 48 anni

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