Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
GIOVANE BOLOGNA PRENDITI LA SCENA
I baby rossoblù sfidano la Juve dei coetanei già campioni come Pogba e Dybala. E’ una grande occasione, è un rito di iniziazione
La tenerezza che ci coglie nel vedere il diciottenne Amadou Diawara commuoversi con il groppo in gola alla sua prima conferenza stampa 1) non deve innescare facili battute (piange perché domenica con la Juve finisce tanto a poco) e 2) non deve ingannare: il ragazzo ha la tempra di un veterano, sa da dove arriva e sa dove vuole arrivare. E’ a lui che Delio Rossi ha affidato le chiavi di questo Bologna marchiato - nel bene e nel male - dalla gioventù sbarazzina dei vari Ferrari e Masina e Pulgar (21 anni), tutti titolari, di Oikonomou (22), di Rizzo e Taider (23), di Donsah (19) che scalpita in infermeria e lavora per riprendere il discorso interrotto, di Krafth (21) che aspetta di risolvere il malanno alla schiena e debuttare con la nuova maglia, di Mbaye (21) che lotta per una maglia, di Falco (23) che si propone come alternativa per il reparto offensivo e infine di Krivicic (19), lo sloveno che sta prendendo le misure alla nuova realtà in cui è stato calato. Di tutti questi, solo Taider e Rizzo hanno già «frequentato» lo Juventus Stadium. Gli altri sono vergini. E non potrebbe essere altrimenti. Parliamo di debuttanti assoluti in serie A.
La verità è che c’è modo e modo di essere giovani. Domenica allo Juventus Stadium sarà di fronte la gioventù già promossa e invitata al privé dei big, quella della Juve, con i vari Pogba (23) e Dybala (21) e Morata (22) e Rugani (21), tutta gente che a vari livelli ha già una discreta esperienza alle spalle, valutazioni astronomiche di mercato e svariate stellette da esibire. Per dire: Diawara si troverà presumibilmente a fronteggiare Pogba. Il primo l’anno scorso giocava con il San Marino, l’altro stava al Mondiale in Brasile e prendeva per mano la Francia, portandola oltre i propri limiti prima di fermarsi di fronte alla Germania che sarebbe andata poi a prendersi il Mondiale. Per dire: Ferrari potrebbe incrociare nella sua zona Dybala. Il rossoblù è al debutto in serie A e fino a poco tempo fa si lavorava sul suo contratto, l’argentino invece è fresco di convocazione in nazionale e se leggete i convocati per l’attacco, al netto di Messi infortunato, c’è da farsi piccoli piccoli: Aguero, Tevez, Lavezzi, fate un po’ voi.
La gioventù del Bologna vive questo paradosso. Ha già conquistato il futuro, ma deve ancora piantare i paletti nel presente. «La qualità non ha età», diceva ieri Diawara, sicuro di sè come può esserlo un ragazzo di diciotto anni investito di cotanta responsabilità. Tutto vero, e gli fa onore. Ma l’affermazione va a cozzare con lo slogan con cui Delio Rossi cerca di proteggere il suo baby-gruppo: «Non si può essere giovani ed esperti allo stesso tempo». La gioventù implica e prevede errori che - si spera - la maturità poi andrà a cancellare. Il Bologna in questo momento sta pagando pegno proprio per questi errori. Ma è un rischio calcolato. Il più luminoso dei futuri - almeno nelle intenzioni del club rossoblù e di chi in sede di mercato ha fatto scelte ben precise - è dietro l’angolo. In attesa che il futuro dia segnali della propria esistenza, Diawara e Masina, Ferrari e Pulgar e compagnia Under 23 dovranno cercare di marcare il territorio. Provare a farlo domenica prossima a Torino, in uno stadio che è un salotto dove non hanno mai messo piede e contro coetanei che - rispetto a loro - hanno carriere decisamente più corpose; bé, provare a farlo assume i contorni di una missione impossibile. Ma la gioventù ha quello di straordinario: anche l’isola più lontana sembra raggiungibile. E’ questo che dovranno provare a fare i ragazzi sui cui Rossi sta plasmando il suo Bologna. Dovranno provare a dimenticare la carta d’identità e superare i limiti congeniti di un’età acerba e vulnerabile. Da quando esiste il mondo esistono anche tra i popoli, e a vario titolo e con diverse modalità, riti di iniziazione che accompagnano i ragazzi dall’adolescenza all’età adulta. E’ esattamente quello che aspetta domenica il baby-Bologna. Si diventa grandi un po’ alla volta, e poi in un colpo solo: i calciatori che vogliono diventare tali devono farlo dentro una partita, novanta minuti per dimostrare che Diawara ha ragione: «La qualità non ha età».
Rossi deve far trovare alla squadra l’equilibrio tra la freschezza e l’esperienza
Per (quasi) tutti i ragazzi rossoblù domenica sarà la prima volta allo Juventus Stadium