Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Bulgarelli, Mancini, Marocchi: piccoli grandi deb

Debuttanti giovanissi­mi nella storia del Bologna: ecco chi sono e come hanno cominciato

- Di Lorenzo Longhi

BOLOGNA. I più grandi li hanno svezzati bene da piccoli, da queste parti. Quando erano ancora dei cinni, ma già il rossoblù lo avevano addosso già da tempo. Giacomo Bulgarelli al Bologna era nato e nel Bologna esordì nell'aprile del 1959, a 18 anni e mezzo, ancora minorenne perché allora la maggiore età si conseguiva al compimento di anni 21. Ed era un 18enne anche Ezio Pascutti, quando nel 1956 vestì la sua prima maglia rossoblù vera e propria, lui che sotto le due torri era arrivato nel 1954. Piedone Pecci aveva 17 anni e sette mesi quando lo gettarono nella mischia in Mitropa contro il Tatabanya, ma per la A dovette aspettare il 3 marzo 1974, però ne valeva la pena: a Torino contro la Juventus, Bruno Pesaola se la gioca mettendo in campo due ragazzi della classe 1955 che hanno fatto la trafila nel vivaio; uno è appunto Eraldo, l'altro Franco Colomba. Giovani, giovanissi­mi, meno che ventenni.

È già maggiorenn­e, ma solo perché pochi mesi prima era cambiata la legge, Stefano Chiodi, che però non aveva ancora compiuto 19 anni quando Pesaola - che di cinni al battesimo rossoblù ne ha portati parecchi - il 19 ottobre 1975 lo fa debuttare in A al Dall'Ara: Bologna contro Milan, e il numero 11 si regala la giornata della vita, segnando all'esordio il gol del pareggio. 22 novembre 1981, ancora a Torino contro la Juventus, Chiodi (già venticinqu­enne) esce dal campo e dà il la alla carriera del 17enne che lo sostituisc­e, Marco Macina da San Marino. Sembra un passaggio di testimone, ma il grandissim­o talento di Macina si perderà nella storia del calcio. Anche perché due mesi prima, il 13 settembre, lo aveva preceduto un suo compagno della Primavera, Roberto Mancini, esordiente rossoblù ad anni 16, mesi 9 e giorni 16. E Mancini no, lui non s'è perso, così come non si perse Giancarlo Marocchi, Cicciobell­o che, minorenne, debuttò in un Bologna minore in B, negli anni Ottanta, ma chi lo lanciò vide davvero giusto.

Sin qui i grossi calibri, ai quali può essere aggiunto Cristian Zaccardo, che pure non è Cafu ma uno che il Bologna l'ha vissuto da ragazzino e poi ha finito per vincere anche un Mondiale. E pensare che, tra quelli della sua generazion­e, tutti avremmo invece scommesso su Giacomo Cipriani, classe 1980, la cui "prima" rossoblù in Uefa nel 1999 fu timbrata con un gol, ma - infortuni maledetti - la giocata è ancora lì e il premio non l'ha mai incassato nessuno. Ma se ne potrebbero citare altri, dal persicetan­o Tarozzi al l'altro enfant du pays Gamberini, passando per Terzi ma non per Albertazzi, che la maglia rossoblù l'ha solo annusata, sedicenne, dalla panchina, ma senza giocarvi mai un minuto in una partita ufficiale.

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Un 17enne Roberto Mancini con il 18enne Nanu Galderisi

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