Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

«No, niente sogni per le piccole»

Parla Rinaldo Sagramola, dg in A e B: «Contano i fatturati per vincere»

- Di Andrea Ramazzotti

Rinaldo Sagramola è nel mondo del calcio dal 1974 quando, a 20 anni, è diventato vice presidente della Lodigiani. In questi 4 decenni da dirigente anche di Vicenza, Palermo, Sampdoria e Brescia ha accumulato tanta esperienza ed è convinto che per una medio piccola vincere lo scudetto in Italia sia impossibil­e.

Sagramola, perché le medio piccole non possono sognare il tricolore?

«Perché è il sistema che non permette di illudersi. Se date un’occhiata alla classifica dei fatturati, questa è sovrapponi­bile a quella del campionato. D’accordo, ci possono essere dei piccoli scostament­i, ma non tali da permettere a una medio piccola di lottare per lo scudetto».

L’exploit del Verona del 1984-85 nel calcio di oggi non è replicabil­e?

«Non si può fare la guerra combattend­o con le pistole ad acqua contro i cannoni. Anche perché le norme di iscrizione alla Serie A, che progressiv­amente entreranno in vigore e che imporranno di spendere per gli stipendi solo una parte del fatturato, impedirann­o le spese folli anche a un ipotetico sceicco che voglia comperare una società medio piccola».

Può essere dunque pericoloso per una squadra di provincia investire molto per competere con le big?

«Dal 1999, l’anno della legge D’Alema che ha reso la vendita dei diritti tv soggettiva (ora sono tornati collettivi, ndr), solo la Lazio e la Roma hanno vinto il titolo, ma tutti sappiamo le difficoltà economiche vissute da Cragnotti e da Sensi. Idem quelle della Fiorentina, addirittur­a fallita, e del Parma dei Tanzi. Provare a competere ai livelli di Juventus, Milan e Inter senza averne le possibilit­à può essere molto pericoloso».

Per i tifosi di certe squadre

dunque è vietato sognare?

«Non c’è solo lo scudetto. Esistono anche una serie di obiettivi intermedi come la qualificaz­ione alle coppe europee o la vittoria della Coppa Italia che, a differenza del campionato, non si articola in 38 giornate, ma fino alle semifinali prevede una partita secca. Perché una medio piccola arrivi allo scudetto sarebbe necessario che nella stessa stagione tutte le grandi sbagliasse­ro mercato e francament­e non lo trovo realistico. A gioco lungo i valori vengono fuori».

«La classifica dei conti sovrapponi­bile a quella del campo Non vedo chance per nuovi Verona»

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