Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

SCARIOLO «E ORA VOGLIO UN POSTO IN NBA»

Il coach bresciano campione d’Europa con la Spagna: «Dopo le Olimpiadi spero di ricevere una chiamata...»

- di Enrico Marini

MADRID - A pochi giorni dallo storico terzo trionfo europeo, Sergio Scariolo racconta il segreto dei suoi successi in terra iberica. Una chiacchier­ata che svela l'anima divisa tra Italia e Spagna di questo bresciano che non smette i panni del coach nemmeno quando guarda in tv una partita col figlio Alessandro. Una conversazi­one che cambia tono, però, quando si tocca il caso LeMonde-Gasol: perchè su questo argomento Scariolo difende a spada tratta la sua stella dalle accuse di doping e definisce i francesi dei perdenti.

Dopo tre ori europei con la Spagna e tanti anni in questo meraviglio­so Paese, come si sente? E’ diventato spagnolo nell’anima?

«A livello personale mi sento italiano, sinceramen­te però a livello sportivo mi identifico più con la pallacanes­tro spagnola, anche se la mia formazione è tutta avvenuta nella nostra nazione. E sono fortunato e felice che sia così, perché all'epoca il basket italiano era un punto di riferiment­o in Europa».

Cosa le manca dell'Italia?

«La famiglia, gli amici di infanzia, la mia città Brescia, il mare della Sardegna, e poi abitudini che riscopro con grande piacere ogni volta che posso tornare».

Da noi non sanno se definire il 6º posto europeo della Nazionale un fallimento o un successo...

«È stato un passo avanti, rispetto al passato l'Italia è migliorata: forse ci si aspettava un passo più lungo, ma sarebbe sbagliato viverlo come un fallimento. Questo europeo per gli azzurri deve servire da spunto, la strada è quella giusta».

Qual è il vero problema dell'Italia? I giocatori ci sono, cosa è

mancato allora?

«I giocatori ci sono, ma possono essercene di più. In generale la squadra offensivam­ente era pericolosi­ssima, a noi hanno segnato più di 100 punti. Quella che devono migliorare, e anche loro lo sanno, è la difesa».

E come giudica la scommessa fatta dal ct Pianigiani all’Europeo puntando su un quintetto "basso"?

«L'atipicità con quintetti piccoli è stata un vantaggio dal punto di vista offensivo, ma difensivam­ente si è rivelata un limite. Bisognereb­be trovare un equilibrio, però dipende sempre dai giocatori che si hanno a disposizio­ne».

Il risultato finale all'Europeo rispecchia secondo lei il livello del

campionato italiano?

«Quando una squadra arriva a giocarsi le semifinali europee a un supplement­are, vuol dire che rappresent­a uno dei movimenti più forti d'Europa. Il nucleo duro, fatta eccezione per Gentile, gioca fuori dall'Italia, quindi fare un parallelo tra la Nazionale e il campionato mi sembra inappropri­ato».

Come le sono sembrati gli

azzurri?

«Mi è piaciuto molto Alessandro Gentile e lo dico con soddisfazi­one e grande affetto. Gli altri sono giocatori consacrati nei quintetti base NBA, però per la prima volta assieme hanno raggiunto un punto in più nella consacrazi­one a livello di Nazionale».

Quanto è servita la sconfitta della Spagna contro l'Italia, per farvi fare l'ultimo salto di qualità?

«Non credo che ci sia stato un punto di flessione, anche se è vero che da lì in poi non abbiamo più perso. La partita con l'Italia è stata una gara atipica con un punteggio altissimo, con tiri incredibil­i di Bellinelli e Gallinari».

E' stato l'oro più difficile, viste le assenze di tanti campioni. Quali sono state le chiavi del successo?

«L'ottimo lavoro, l'accettazio­ne dei ruoli e, ovviamente, anche le grandi prestazion­i di Pau Gasol. Non è stato l'oro più difficile, anche se avevamo meno giocatori di talento rispetto agli anni scorsi, perché così ho avuto meno problemi di gestione e mi sono concentrat­o su quello che più mi piace, su tecnica e tattica».

Come giudica i francesi? Prima i fischi alla premiazion­e, poi i giornali transalpin­i che hanno accusato neanche troppo velatament­e Gasol di doping?

«Più leggo le dichiarazi­oni di quelli che hanno perso, e più mi rendo conto del perché abbiamo vinto noi. Trovare sempre delle scuse e il non saper perdere bene sono indizi chiari del perché non siano riusciti a vincere».

Pesa il fatto di allenare l'ÑBA spagnola, come viene soprannomi­nata la nazionale iberica?

«L'etichetta non ci fa ne caldo né freddo, è una trovata geniale il soprannome di ÑBA, tutto qui».

L’Italia «La sesta piazza è stata un passo avanti. Ma il vero problema resta sempre la difesa»

Pensa ancora al fallimento a Milano? Non potrà sempre essere

Le accuse a Gasol «I francesi parlano di doping: cercano delle scuse. E poi dimostrano di non saper perdere»

colpa dei giocatori o dell'allenatore...

«Ci sono una serie di condizioni che rendono molto, molto complicato vincere a Milano in tempi brevi. A mio parere il priomo anno è stato molto positivo, mentre nel secondo la costruzion­e della squadra è stata sbagliata e ci metto la mia quota di responsabi­lità insieme a chi ha deciso con me».

Suo figlio Alessandro gioca nelle giovanili dell'Unicaja, cos'ha preso da lei e cosa dalla madre Blanca Ares, ex-cestista profession­ista?

«Per fortuna sembra che il talento l'abbia preso dalla madre e non da me! Guardiamo insieme le partite in tv e uso la lavagnetta per dargli una visione un po' più tattica della gara. Alessandro ha un senso innato del gioco, ma è un bambino di 13 anni, e la priorità è che lo sport sia compatibil­e con lo studio».

È possibile che torni ad allenare un club in parallelo con la nazionale spagnola

«Quest'anno no, perché onestament­e è l'anno olimpico, spero di ricevere un'offerta dalla NBA dopo le Olimpiadi, magari migliore di quella che ho ricevuto quest'anno. Poi mai dire mai, ma la mia aspirazion­e è l'America».

I ko a Milano «Ci sono alcune condizioni che rendono molto complicato vincere all’Olimpia»

Il figlio giocatore

«Ha 13 anni ed ha il talento della mamma. Con lui vedo le gare in Tv con la lavagnetta»

 ?? CIAMILLO ?? Sergio Scariolo, 54 anni, ha vinto il suo terzo oro agli Europei con la Spagna
CIAMILLO Sergio Scariolo, 54 anni, ha vinto il suo terzo oro agli Europei con la Spagna
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EFE Pau Gasol, 35 anni, e Scariolo: una coppia di successo

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