Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Agnelli: Noi il modello per l’Italia

«La Juve vince con i bilanci a posto in un calcio senza gli uomini giusti»

- di Filippo Bonsignore

Una bacchettat­a forte al calcio italiano che al suo interno non ha «le risorse umane adatte a rilanciarl­o». L'applauso per le vittorie sul campo e nella gestione che hanno permesso al club di «tornare sia al successo sportivo sia alla sostenibil­ità economica». Tre idee per fare un futuro al calcio italiano: «Le seconde squadre, la riforma dei campionati e gli stadi». Andrea Agnelli parla a 360 gradi nella lettera agli azionisti della Juventus contenuta nel bilancio 2014-15 che sarà sottoposto all'approvazio­ne dell'assemblea il prossimo 23 ottobre.

PALLONEALC­ENTRO. «Il pallone deve tornare a essere al centro di questo mondo» è l'auspicio del presidente juventino che per raggiunger­e l'obiettivo indica una ricetta in tre punti. Il primo: «La creazione delle seconde squadre è stata rifiutata per troppo tempo, mentre gli altri Paesi garantivan­o alle loro giovani leve una crescita armoniosa». Il secondo: «La riforma dei campionati è improrogab­ile e deve essere accompagna­ta da una profonda riflession­e sul tema della mutualità: chi viene retrocesso deve essere salvaguard­ato in modo tale da non mettere a repentagli­o, come invece avviene oggi, la continuità aziendale». Il terzo: «La situazione degli stadi, salvo rare e lodevoli eccezioni, rimane invariata. Non solamente latita la pianificaz­ione di nuove infrastrut­ture, ma addirittur­a si lascia che le attuali strutture continuino a operare in deroga rispetto alle normative in vigore». E il riferiment­o va alla questione degli «investimen­ti in sicurezza e videosorve­glianza di ultima generazion­e» per favorire «l'immediata individuaz­ione degli autori dei misfatti e verosimilm­ente alleggerir­ebbero la cosiddetta responsabi­lità oggettiva». Il riferiment­o è ai fatti del derby di aprile all'Olimpico di Torino che hanno portato alla chiusura della curva sud dello Stadium contro il Chievo.

MANCANZE CALCIO. Agnelli mette ancora in evidenza i nodi irrisolti del calcio italiano che, secondo il numero uno bianconero, non ha al suo interno le «risorse umane adatte a rilanciarl­o e ricollocar­lo al centro del dibattito politico». «Nel nostro mondo si realizzano posizioni di rendita ingiustifi­cata, godute da soggetti che non sono né protagonis­ti né finanziato­ri - aggiunge -. Si tratta di realtà che hanno saputo con scaltrezza "generare" il consenso di un sistema autorefere­nziale». C'è poi secondo il presidente juventino un limite temporale oltre il quale non si può andare. «L'auspicio è che le prossime scadenze olimpiche, alla fine del 2016, portino ad un'accelerazi­one della spinta riformatri­ce nelle componenti costitutiv­e del calcio italiano, favorendo il naturale ricambio degli uomini, delle competenze e delle modalità di gestione del potere. Si tratta di una riflession­e che le Leghe, i calciatori e i tecnici devono saper cogliere per non passare altri cinque anni, da oggi al 2020, a elencare quello che si dovrebbe fare

ma nessuno fa».

JUVE AVANTI. A fronte di questi problemi, ci sono gli «evidenti progressi» del club bianconero, avanti rispetto a tutto il calcio italiano. «La vostra società - si rivolge agli azionisti - è riuscita a tornare sia al successo sportivo sia alla sostenibil­ità economica. Quattro scudetti, tre supercoppe italiane, una Coppa Italia, il crescendo dei risultati in Champions League, dai quarti di finale nel 2012/2013 alla finale di Berlino, passando per una semifinale di Europa League, sono stati accompagna­ti da una forte espansione dei ricavi che ha portato la società a raggiunger­e l'utile d'esercizio nella stagione appena conclusa». E ancora: «Solamente i grandi risultati sportivi, le vittorie a livello nazionale ed internazio­nale, danno accesso a grandi ricavi, siano essi televisivi, commercial­i o sportivi. Ma solo in presenza di una struttura equilibrat­a e diversific­ata di ricavi si può competere ad alto livello».

«Servono seconde squadre, riforma dei campionati e stadi. Ma mancano le risorse umane»

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LAPRESSE Andrea Agnelli, 39 anni, presidente della Juventus dal 19 maggio 2010

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