Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
ROSA IL GREGARIO FA IL COLPO
Il piemontese vince la prima corsa da pro’ con l’aiuto di Aru (3°): «Come in un sogno»
Diego Rosa, l'uomo che non t'aspetti. Lui, votato al gregariato alla corte di Nibali e Aru, per una volta ha goduto della licenza di evadere ed è andato a vincere la Milano-Torino, corsa nobile con 139 anni di storia, 1ª edizione disputata nel 1876 con la vittoria dello studente-naturalista- esploratore milanese Paolo Magretti.
Rosa, 26 anni, piemontese di Alba è al primo hurrà fra i pro', dov'era arrivato nel 2013 dopo avere esitato non poco prima di convincersi al salto di categoria. Era stato Gianni Savio a volerlo nell'Androni, poi quest'anno l'Astana, squadra World Tour, ha premiato le sue attitudini promuovendolo a scudiero dei due campioni. Con Aru ha fatto Giro d'Italia e Vuelta, con Nibali ha contribuito a preparargli la conquista del titolo italiano e le vittorie nella Coppa Bernocchi e nella Tre Valli Varesine.
Corridore completo ma con attitudini spiccate per la salita, Rosa ha visto nella Milano-Torino una corsa adatta alle proprie caratteristiche, nella riunione di squadra che ieri mattina ha anticipato la partenza ha espresso l'ottima condizione e, in corsa, tutta l'Astana, Fabio Aru compreso, ha lavorato per lui. Un lavoro eccezionale lo ha svolto Tiralongo (38 anni) che ha preso il comando del gruppo quando all'arrivo mancavano 25 km e con l'intento di mantenere un ritmo elevato per impedire qualsiasi possibile attacco, lo ha conservato fino ai meno 4: esattamente fino al momento in cui Rosa sulla salita verso Superga ha impresso lo scatto micidiale con il quale è andato a costruirsi la vittoria.
PRIMA FILA. Il polacco Majka (2°) è arrivato a 16'' e Aru (3°) a 23''. E in gruppo Aru ha dimostrato un'eccezionale intelligenza tattica, nel senso che non si è mai mosso in prima fila ma ha concentrato su di sé l'attenzione degli avversari più pericolosi. «Tutti - commenta il vincitore della Vuelta - sulla salita finale sono stati alla mia ruota nell'attesa che spiccassi il volo, che non c'è stato». Con il risultato che Rosa si è trovato facilitato nel costruirsi l'azione rivelatasi vincente. Insomma, Aru dopo avere propiziato la vittoria di Nibali nella Tre Valli Varesine, ieri ha fatto altrettanto a favore del gregario che tanto gli ha dato nell'arco della stagione.
«La prima vittoria da pro' sono parole di Rosa - non potevo immaginarla meglio di così. Vincere una corsa classica, piena di storia e soprattutto vincerla a Torino per me che sono piemontese è davvero il massimo».
E’ felice anche Olivano Locatelli, che in passato nella Palazzago è stato il ds di Aru, Rosa e Tiralongo. «Da juniores - dice - non erano vincenti ma ho dato loro fiducia e li ho lasciati crescere in serenità. Rosa, che arrivava dalla mountain bike, su strada non aveva alcun credito. Aru si è fatto nel ciclocross e poi è arrivato alla strada, a conferma che la multidisciplina serve, così come è importante la pista».
Il dominatore della Vuelta: «Tutti aspettavano che fossi io a spiccare il volo. Invece...»
FUGA. La corsa, 186 km con partenza da Sesto Ulteriano, hinterland milanese e arrivo ai 669 m. del Colle di Superga, periferia di Torino, ha visto al via 156 corridori ed è vissuta per 155 km sulla fuga del romano Conti, del romagnolo Malaguti, del varesino Chirico, dell'eritreo Teklehaimanot e del francese Lefrancois che il gruppo ha annullato ai piedi del Superga (1° passaggio). Poi in salita ha preso forma il capolavoro dell'Astana con Tiralongo e Aru a preparare il gran finale di Rosa.