Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
NUOVA F.1 SI GIOCA IN COPPIA
Manor junior team di Mercedes Sempre più risparmi e polemiche
Piaccia o meno, la Red Bull ha fatto scuola. La concorrenza ha mugugnato per qualche anno sulle sinergie tecniche e le economie di scala che la squadra austriaca riusciva a realizzare con la Toro Rosso ma poi, con il quasi azzeramento dei test, tutti si sono resi conto che quella era la strada.
Anche la Mercedes che da due stagioni tremare il mondo fa, ha creato una partnership molto stretta con un team minore e ha scelto addirittura la Manor, la Cenerentola della Formula 1 che un anno fa si chiamava Marussia ed era più morta che viva, e quest’anno corre con telaio e motori stagionati 48 mesi come il buon Parmigiano.
La Ferrari lo capì all’inizio dello scorso anno, drammatico per Maranello in termini di competitività. Stefano Domenicali, sconvolto dopo i primi test invernali sulla base di ciò che i tecnici gli avevano riferito, corse ai ripari organizzando in due mesi un’alleanza con il Team Haas, che allora cercava sede e oggi è in rampa di lancio, pronto a debuttare nel 2016. Dunque scambi di tecnologie, di conoscenze e di risorse umane: meccanici, ingegneri e piloti, certo, anche i piloti, esattamente
Sull’esperienza Red Bull-Toro Rosso la Ferrari ha stretto l’alleanza con Haas La McLaren è sola
come avviene nella filiera Toro Rosso-Red Bull.
AGGIRAMENTI. Si tratta di accordi stretti nel formale rispetto dei regolamenti tecnici, ma che in qualche modo consentono di aggirarne lo spirito. Lo fanno in tanti. Ecco perché in passato molti hanno avuto da ridire su marcate somiglianze tra le macchine dei due team bibitari. Ecco perché oggi c’è chi sospetta che la Ferrari abbia aggirato le limitazioni sull’uso della galleria del vento approfittando della libertà totale della Haas, che può provare tutto ciò che vuole e quanto vuole, non essendo (ancora) iscritta al Mondiale. Ecco perché domani si dirà che la Mercedes sta usando la Manor come macchina-laboratorio per testare pezzi di motore inediti, e carburanti, e lubrificanti...
Ed ecco perché i piloti cominciano a fare scelte che paiono folli e non lo sono. E’ il caso di Romain Grosjean che ha lasciato la Lotus in procinto di diventare Renault ufficiale, per passare all’esordiente Haas. Un pazzo? No: ha messo un piede nel pianeta Ferrari, che lo ha già opzionato per potergli eventualmente affidare la Rossa di Raikkonen nel 2017, quando Kimi avrà lasciato. E sulla Haas correrà anche Gutierrez, oggi terzo pilota Ferrari, e sulla Manor salirà quasi certamente Pascal Wehrlein, promettente giovane della filiera Mercedes destinato a sostituire Rosberg, quando questi si sarà stufato di prenderle da Hamilton.
Anche queste mosse non solo i sorpassi - rendono sapida la Formula 1, per quanto ciò faccia rigirare nella tomba Decoubertin.
SCHIERAMENTI. Dunque dal prossimo anno vedremo un Mondiale giocato con schemi diversi. Le tre squadre più forti affiancate da junior team: Red Bull-Toro Rosso (non si ancora con quale motore, ma questa è un’altra storia), Ferrari-Haas, Mercedes-Manor (che comunque riceverà trasmissione e sospensioni dalla Williams). Gli altri rapporti - Force India e Williams con Mercedes, Sauber con Ferrari - saranno più strettamente economici, e più in linea con il tradizionale legame tra fornitore e cliente: pagare moneta vedere motore.
Completamente opposta - più difficile e rischiosa - la linea autarchica su cui si sta muovendo la McLaren, che fa tutto da sola nella creazione di telaio-aerodinamica e che, quel che è peggio, per la power unit si è incaprettata scegliendo i giapponesi della Honda. Marziani quadrati che vogliono imporre la propria superiorità - magari addirittura ci riusciranno, prima o poi - facendo ricorso solo e soltanto a risorse interne, rinunciando a pescare intelligenze tra le squadre avversarie, e a particolarissimi protocolli di lavoro. Una linea finora non pagante, che ha calato la gloriosa McLaren al centro di un fitto e nebbioso labirinto.