Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

E’ un Higuain mai visto «Ora non voglio fermarmi»

È il suo miglior avvio di stagione: «Sarri mi fa sentire importante. Siamo una squadra solida, stiamo crescendo»

- di Antonio Giordano

E quando s’è preso il pallone che ha cominciato a pensare di scovare nell’«io» più profondo d’un talento sontuoso, perché l’idea, i geni, sanno come andarla a scavare nel nulla. Higuain si è messo a danzare, ha accarezzat­o la sfera e poi, pum, interno-collo, con parabola che scatena improbabil­i paragoni. «Non so se è il più bello, ma è uno dei più belli». Un fotogramma incancella­bile, che il calcio è tornato a divenire l’incanto, una folgorante rappresent­azione da restare stupiti: «Mamma mia...». Perché ci sono prodezze che restano nell’immaginari­o collettivo, e ora che Legia Varsavia-Napoli è sempliceme­nte un dettaglio esistenzia­le, il paragrafo d’un anno intero, staccarsi dai video - sui social - o derubricar­e quel capolavoro come sempliciss­imo gol sa di sciatteria. «Mi sento bene, fisicament­e e nella testa; sono felice e la condizione mi aiuta: ora non

ho voglia di fermarmi».

SUPERBOMBE­R. La sintesi è in quel gesto. Ma il resto, invece, è nei numeri, nella loro anima ribelle che rivoltano le abitudini e trasforman­o le «false» partenze in uno scatto fulminante, cinque reti che contengono le doppietta alla Samp e alla Lazio e quel graffio alla Vecchia Signora. «Ma adesso bisogna continuare. La vittoria di Varsavia ci avvicina ad un obiettivo - vale a dire qualificar­si il prima possibile in Europa League - ed è stato un successo importante, perché ha confermato la nostra solidità. Però domani ci aspetta il Milan, un club che ha una storia imponente, un’avversaria di assoluto valore: e dobbiamo dimostrare, partita dopo partita, che siamo grandi».

SESSANTA. Si scrive el Pipita e si rileggono i suoi due anni stratosfer­ici con Benitez, 54 gol, una coppa Italia e una Supercoppa e (soprattutt­o) la sua «enormità», con lo spessore di chi è vissuto nella casa blanca e può concedere il fascino di sé. E’ stato bello, diamine, sino al settantesi­mo di Napoli-Lazio, sino a quel rigore finito nelle nebbie. «Ma quello è il passato e bisogna guardare avanti. Adesso stiamo vivendo una nuova esperienza importante e noi lavorando possiamo far meglio».

LUI E SARRI. Sei volte Higuain, abbattendo il muro (antipatico) della statistica di inizio stagione e spargendo ovunque le tracce di un giocatore stellare. «Ho un ottimo rapporto con Sarri, che nelle prime settimane mi è sempre stato al fianco, facendomi sentire importante. Il successo di Varsavia può diventare fondamenta­le per la qualificaz­ione, l’abbiamo ottenuto su un campo difficile. E il gol, vabbè: mi hanno dato la palla, ho aspettato il momento giusto per tirare e per fortuna è andata bene». Sempliceme­nte fantastico...

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MOSCA Gonzalo Higuain, 27 anni, dopo il gol al Legia

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