Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Australia cerca la sua vendetta sull’Inghilterra
- Gli australiani hanno un sassolino nelle scarpe. Un sassolino? Di più, una cava di ghiaia. Nel 2003, l’Inghilterra gli soffiò la “loro” Coppa del Mondo in finale con un drop di Wilkinson ai supplementari; nel 2007 li battè ai quarti.
Stasera la vendetta è a portata di mano. Se i Wallabiesa a Twickenham battono gli inglesi, gli odiati Poms, come vengono definiti in senso dispregiativo, li eliminano dal torneo. Mai la squadra di casa è uscita al primo turno. L’attesa è spasmodica. Gli inglesi sono sicuri di poter dominare in mischia e lasciare senza rifornimenti i funamboli “aussie”, guidati dall’esperienza di Matt Giteau e dai guizzi irresistibili di Israel Folau, ma per riuscirci dovranno vincere la cosiddetta “battaglia del breakdown” (i punti d’incontro), dove gli australiani Hooper e Pocock sono maestri nello strappare il pallone agli avversari.
E mentre Graham Rowntree, allenatore degli avanti inglesi, gioca sulle rime: «Noi stressati? No, benedetti dal poter giocare una partita simile» (versione inglese: Stressed? No, blessed), Bob Dwyer, ex c.t. dell’Australia che qui trionfò nel 1991 (12-6 proprio all’Inghilterra), punta l’indice sulle scorrettezze in mischia chiusa del pilone Joe Marler. Scaramucce, guerra psicologica, pretattica. Con una certezza: se l’Inghilterra esce, la botta economica sarà tremenda. La sola ITV, depositaria dei diritti, perderebbe circa 2 milioni di euro a partita per il calo del 40% del valore degli spot.