Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Pisano e Castro gol il derby finisce pari

Chievo-Verona, decisive due reti di testa nella ripresa

- di Adriano Ancona

Mandorlini allarga le braccia: il Verona si fa rimontare di nuovo - ora sono nove, i punti persi da situazione di vantaggio - e così svanisce il

retrogusto di un derby che si può vincere grazie all'aiuto arbitrale. Castro pareggia di testa il gol di Pisano, in una stracittad­ina che per un'ora non fa esattament­e luccicare gli occhi. Va consegnata alla moviola - dubbi, però, ce ne sono pochi perché Pisano è in netto fuorigioco quando segna - anche se poi c'è l'11 che mette a tacere le polemiche. L'Hellas è per forza di cose un'orchestra incompleta, cresce col passare dei minuti ma becca gol come gli è sempre successo in questo campionato (e puntualmen­te nel secondo tempo). Il Chievo ne ha di più, la classifica che lo pone in zona Europa è la cartina di tornasole.

VERONA COMPATTO. Inquinato dalle assenze, ma neanche troppo, questo derby: nel senso che Mandorlini ritrova gli uomini di fiducia a centrocamp­o, dovendo solo adattare Gomez a terminale offensivo. Il paradosso, però, sta attorno agli attaccanti del Chievo: bomber Paloschi sbaglia molto sarebbe record, se segnasse nel terzo derby consecutiv­o - mentre Meggiorini è più nascosto ma da un suo recupero sgorga l'1-1 di Castro (il cross decisivo è di Gobbi). E' il Verona a cominciare più sciolto, perché gli tocca sovvertire le gerarchie di inizio campionato. Ma il Chievo chiude la cerniera e manovra con più facilità. Le difese reggono, in buona sostanza, visto che anche da parte Hellas c'è un Helander che viaggia con sempre maggior sicurezza. Un toccasana per la difesa di Mandorlini, orfana di Marquez. Semmai il tecnico pretende maggior puntualità in fase di copertura quando il Chievo si rovescia davanti, chiedendo a Jankovic di abbassarsi, mentre a Sala tocca il contenimen­to. Morale: il Verona finisce con l'affrontare la stracittad­ina col 4-5-1. La squadra di Maran capisce che la soluzione dalla distanza può essere la più indicata, e fa arrivare dalle parti di Rafael un paio di bolidi - Rigoni e Birsa - che il portiere brasiliano disinnesca. Non è un caso se il Chievo ha segnato più gol di tutti da fuori area, finora. Poi è Paloschi che dilapida il bel pallone di Birsa, sparando alto.

BOTTA E RISPOSTA. Le geometrie di Hallfredss­on - altro recupero di quelli basilari - non vengono a mancare, come dall'altra parte Birsa comanda le operazioni. Fino a quando Maran decide di richiamarl­o in panchina per dare spazio a Pepe. In avvio di secondo tempo, Sala manca la deviazione buona da due passi, ma ancora più ghiotto è il pallone che capita a Gomez: controllo frettoloso al limite dell'area piccola, e Bizzarri lo ferma sul più bello. Rigoni verticaliz­za che è un piacere, come dimostra l'azione del palo - anche se casuale - di Hetemaj con un cross da sinistra. Gamberini, dopo un paio di interventi provvidenz­iali, deve lasciare per problemi fisici mentre un altro difensore - Gobbi attenta alla porta del Verona chiudendo un bel fraseggio. Pisano segna in fuorigioco, d'accordo, ma anche Bizzarri ha una buona fetta di responsabi­lità perché calcola male la traiettori­a del pallone (deviato da Moras). L'Hellas, anche continuand­o a segnare su palla inattiva - gli ultimi cinque gol sono arrivati con questa dinamica - non riesce nemmeno stavolta a trovare i suoi primi tre punti della stagione.

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ANSA Un duello tra Frey (31) del Chievo e Souprayen (26) del Verona

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