Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)

Keita e Djordjevic in gol nel derby

- Di Fabrizio Patania

All’ultimo respiro la classe di Keita, lo spirito e l’orgoglio della Lazio hanno deciso un derby fantastico, quasi una partita d’altri tempi verrebbe da dire, ma non si può perché si giocava per la prima volta nella storia e in serie A. Terza vittoria di fila (quarta consideran­do anche l’Europa League) - e non succedeva da aprile -, sesta stagionale in casa, un altro balzo in classifica: Pioli è di nuovo sul podio del campionato, ha spazzato via la crisi di fine estate. Dopo il crollo di Napoli, non poteva sperare di meglio. In copertina meritano di andare anche il Frosinone e i suoi quattromil­a tifosi, capaci di sognare per ottanta minuti il grande colpo all’Olimpico. Il bello del calcio è proprio questo, se ne infischia dei bacini d’utenza. Nessuna partita è già scritta in anticipo e non si può ribaltare il giudizio del campo, cancelland­o le favole sulla base dei diritti televisivi. Chissà quanto avrà tremato Lotito in Monte Mario durante un secondo tempo lunghissim­o e in cui sembrava che la Lazio stesse per crollare sotto i colpi di Dionisi, Soddimo e Chisbah. La squadra biancocele­ste era sfinita dalla stanchezza per le fatiche di Europa League e stravolta dagli infortuni. Dopo aver perso Marchetti e Basta, Lulic è stato bloccato dai crampi e Pioli si era giocato le tre sostituzio­ni. Era di fatto in dieci con il bosniaco a camminare in mezzo al campo, così ha adattato Parolo al ruolo di terzino sinistro. E’ entrato Tonev per sfondare da quella parte. Il Frosinone danzava al limite dell’area, pericolosi­ssimo. L’equilibrio lo ha rotto una giocata di Keita, a dieci minuti dalla fine. Guizzo da fuoriclass­e per lo spagnolo, che ha anche guidato il contropied­e del raddoppio, firmato da Djordjevic.

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