Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Psicodramma Inghilterra «Il ct morto che cammina»
- Tutto sommato l'hanno presa bene. "La fine del mondo" titola The Observer; "Umiliazione finale" fa eco The Rugby Paper. Il Times la butta sull'ironia e usa le parole del c.t. Stuart Lancaster: "I'm so sorry", "Mi dispiace tanto". Come il bambino sorpreso a rompere un vaso Ming. Il Day After dell'Inghilterra, distrutta ed eliminata dall'Australia, non è diverso da quello dell'Italia del calcio dopo Brasile 2014. La definizione più simpatica per Lancaster è «morto che cammina», anche se non tutti sono convinti che dovrebbe dimettersi. «C'è ancora una partita (con l'Uruguay, ndr). Chiaro che mi senta in discussione» ha riconosciuto mentre Ian Ritchie, direttore esecutivo della federazione, annuncia un'analisi del suo operato.
Professore di educazione fisica in un liceo di Leeds, figlio di un agricoltore, ex allenatore dei Saxons, la nazionale cadetta, Lancaster venne chiamato quattro anni fa al capezzale di un'Inghilterra uscita a pezzi, in termini tecnici e d'immagine, dal Mondiale neozelandese. Tra sbornie, lanci di nani (!) e tuffi dai traghetti di un gruppo senza controllo. Lancaster ha restituito dignità alla rosa, costringendo tutti a un bagno di umiltà - il primo raduno lo organizzò presso un piccolo club di Leeds - ma non è stato assistito dai risultati: quattro secondi posti nel Sei Nazioni e ora questa Caporetto casalinga. «Avevamo 24 debuttanti in Coppa su 31» ricorda il c.t., offrendo il destro a chi sostiene che meriti un'altra chance.
Ma il flop del vituperato capitano Robshaw rischia di riflettersi anche sull'economia inglese. Un professore della London Business School ha calcolato che oggi, alla riapertura, la borsa potrebbe perdere lo 0,15%. Tradotto in spicci fanno 4 miliardi di euro. Chissà se li chiederanno a Lancaster.