Corriere dello Sport Stadio (Nazionale)
Così Mihajlovic mette a rischio il futuro al Milan
Tensioni e flop: rossoneri in crisi
«Silenzio di riflessione». Da Milan trapelano solo queste poche parole. Che, volendo, possono avere il loro significato. Vale a dire che, dopo la disfatta con il Napoli, può accadere qualsiasi cosa e che tutti sono in discussione. A cominciare da Mihajlovic, naturalmente, perché in questi casi l’allenatore finisce sempre in cima alla lista. Ma sul banco degli imputati ci sono pure i giocatori, per l’atteggiamento con cui si presentano in campo. E di conseguenza anche la dirigenza che, grazie ai 90 milioni di euro messi a disposizione dalla proprietà, li ha scelti e presi. Il vero problema è che, in questo momento, è complicato individuare un unico responsabile e pure una soluzione. Domenica sera, pur davanti a un possibile snodo della stagione, Berlusconi ha preferito non presentarsi a San Siro. La gara con il Napoli, però, l’ha vista fin troppo bene e, non caso, subito dopo il fischio finale, ha immediatamente chiamato Galliani. Era letteralmente infuriato per lo “spettacolo” a cui aveva appena assistito. Un Diavolo così in balìa dell’avversario non se lo aspettava. Logico che ora pretenda una reazione a partire dal match in casa del Torino alla ripresa. Provvedimenti concreti sono eventualmente da attendersi nel momento in cui terminerà il periodo di riflessione. Ma, a meno di cataclismi, pur traballando, la panchina di Mihajlovic non appare a rischio. E’ vero che negli ultimi 21 mesi, si sono succeduti ben 4 allenatori (Allegri, Seedorf, Inzaghi e lo stesso Mihajlovic), ma solo l’attuale tecnico della Juventus è stato sollevato dall’incarico a stagione in corso. Nelle altre occasioni il cambio è avvenuto sempre a bocce ferme. E, peraltro, il club rossonero ha già 3 allenatori a libro paga. Chiaro, però, che, se la situazione dovesse ulteriormente precipitare, allora il ribaltone prenderebbe davvero corpo. Nomi? Il solito tandem Brocchi-Lippi, altrimenti Spalletti o Montella.